L’interminabile terremoto in terra marchigiana e umbra ha risvegliato improvvisamente in me i ricordi dell’infanzia trascorsa durante le vacanze estive ad Arquata del Tonto, paese d’origine della mia nonna materna Ida: un borgo che il sisma ha devastato ferendolo con violenza insieme al monte Vettore che del panorama del luogo è maestosa componente.

Sulla scia dell’emozione ho ripreso in mano, dopo anni, l’album dei ricordi della mia fanciullezza (allora andava di moda chiedere ad amici e parenti di scrivere a futura memoria, in un apposito quaderno, una frase personalizzata). Ho così letto di nuovo, nelle pagine risalenti all’ultima vacanza trascorsa la bellezza di 67 anni fa ad Arquata, i pensieri dedicati a me da zii, cugini e amici: in molti è citato il “nostro” Vettore. Sono persone in gran parte scomparse oppure perse di vista da tempo immemorabile.

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Cittadini di Arquata del Tronto posano per il fotografo a metà del Novecento (Impressioniarquatane.it)

Alla luce delle odierne vicende, un “ricordo” (datato 1° settembre 1950) mi ha particolarmente colpito. È di un cugino di mia madre, Leonardo Bruni, che scrive sotto un disegno del monte Vettore da lui orgogliosamente firmato le seguenti parole:

posando, a volte, lo sguardo su questi monti maestosi (e spesso l’ho fatto, in questi giorni, attraverso le immagini televisive) ti tornino vivi i cari affetti sorti sinceri sotto la loro sublime protezione.
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Il monte Vettore in un disegno di Leonardo Bruni, 1950: “Posando, a volte, lo sguardo su questi monti maestosi…”.

Purtroppo oggi il Vettore non è riuscito a proteggere neanche se stesso. Ma rimangono in me più vivi che mai gli antichi affetti per le persone e per le cose e il desiderio di vedere ricomposti ambienti distrutti e memorie seppellite dalle macerie. Esistono documenti per avviare questo duplice processo di recupero, a cominciare dalle descrizioni degli edifici monumentali della provincia di Ascoli Piceno, redatte da mio padre Pasquale Rotondi negli anni Trenta del Novecento, e dal salvataggio (anche mediante computerizzazione) degli archivi ecclesiastici indispensabili per ricostruire, attraverso i registri dei battesimi e delle morti, la storia di una comunità che il sisma ha disgregato anche umanamente. Una banca dati di primaria importanza e di eccezionale continuità per la storia di quelle terre d’Italia.

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* Giovanna Rotondi Terminiello, nata in Urbino, è una critica d’arte. Storica dell’arte, è la figlia di Pasquale Rotondi, conosciuto per aver dato ricovero e salvezza ai principali tesori culturali italiani durante la Seconda guerra mondiale (www.arcadellarte.it). Giovanna Rotondi Terminiello è stata per un lungo periodo Soprintendente dei Beni Artistici a Genova. Presiede la giuria del Premio Rotondi ai salvatori dell’arte, giunto alla ventesima edizione.

4. Continua. Turismo solidale: a questo link
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Invito alla visita

telefono-iconaIl salvataggio e la messa in sicurezza dei tesori delle Marche “museo diffuso” portano per il momento a escludere viaggi nell’area colpita dal sisma. Ma il resto delle Marche, da Gradara al Montefeltro, da Fano a Urbino, da Senigallia a Jesi, dalla Riviera del Conero all’entroterra di Ancona, da Loreto a Osimo, aspettano i nostri e vostri occhi curiosi di turisti solidali.