Un solo “ritiro” da 15 sterline. Niente di più. Sapete cos’è? La cifra guadagnata dall’inventore del bancomat per averlo ideato. La storia dello scozzese James Goodfellow la racconta il Guardian sottolineando una strana morale: l’uomo che ha inventato qualcosa che usiamo da una vita tutti i giorni ha guadagnato soltanto 15 sterline, chi invece come Mark Zuckerberg ha realizzato qualcosa di virtuale che condividiamo tutti i dì, ovvero Facebook, ha una azienda dal valore di 48 miliardi di dollari. Un “c’est la vie” che però a James Goodfellow, mai diventato ricco grazie alla sua invenzione e oggi 79enne, ancora non va tanto giù.
Va detto che l’invenzione del bancomat nel 1966 è storia contesa. C’è chi l’attribuisce proprio al brevetto di Goodfellow, che alla richiesta della sua azienda di inventare uno strumento che distribuisca denaro anche quando le banche sono chiuse creò delle schede perforate antesignane dell’attuale ATM, e chi invece crede che l’invenzione sia da attribuire a John Shepherd, che inventò una macchina molto simile e nel 2005 fu premiato dall’Obe come inventore dell’bancomat. Premio che nel 2006 ricevette anche Goodfellow, ma come “ideatore del numero di identificazione personale”.

Il ministero britannico ha riconosciuto la paternità dell’invenzione a James Goodfellow, mai diventato ricco grazie ad essa e oggi 79enne.
Sta di fatto che a oggi il ministero britannico ha inserito Goodfellow nei libri indicandolo come inventore del bancomat, insomma, riconoscendogli la paternità.
Una paternità di un brevetto che allora valeva solo 15 sterline e che nel tempo, a lui che oggi è semplicemente proprietario di una casa in una cittadina scozzese, non ha certo fruttato in termini di denaro. “Potete immaginarvi come mi sento quando vedo banchieri con bonus da un milione di sterline”, ha raccontato al Guardian. “Mi chiedo che cosa abbiano fatto per contribuire al settore bancario più di ciò che ho fatto io e meritare un bonus così alto. Non ha molto senso per me, ma così va il mondo”, dice Goodfellow. Almeno, grazie a inserimenti e citazioni avvenute dopo il 2005, allo scozzese di Paisley è arrivato qualcosa di importante: il riconoscimento di essere l’inventore di una macchina usata oggi in tutto il mondo.
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