Questo secolare eucalipto non è un semplice albero: è un simbolo, un monumento della natura. Durante la sua crescita quell’albero ha annotato fedelmente il passato del territorio e degli uomini che lo hanno abitato, rappresentando una straordinaria testimonianza di storia locale. Caro sindaco di Trinitapoli, Francesco Di Feo, invece di abbatterlo facciamone oggetto per un concorso invitando artisti che utilizzano il legno come materia alla stregua di Mario Ceroli. Diamo all’eucalipto una nuova vita. Facciamo in modo che quell’amato legno diventi materia di una nuova creazione in un’opera d’arte. (s.gian.)
Il grande eucalipto, patriarca arboreo simbolo di Trinitapoli nel Tavoliere pugliese, è alla fine della sua corsa. Un pezzo di storia a cui non solo è stata dedicata una piazza ma che rappresenta un segno tangibile della nostra memoria collettiva rischia di scomparire lasciando un vuoto nel paesaggio e nel cuore della gente che lo ha conosciuto. (E il creatore e curatore di Giannella Channel è tra questi, Ndr).
Dalla relazione tecnica depositata a maggio si fa riferimento all’ultimo sopralluogo dell’8 aprile scorso in cui è stato rilevato il notevole peggioramento dello stato fisiologico del sistema dell’albero. Il disseccamento dei tessuti corticali di crescita pari al 70 per cento del tronco ha comportato la morte dei tessuti contenenti l’apparato di trasmissione linfatica. Tre grosse branche non vengono alimentate determinandone la morte e il distaccamento delle radici collegate.
Molti interventi di recupero annuali sono stati effettuati già dal lontano 2004. La relazione è lapidaria: “L’albero estremamente danneggiato e con poche risorse a disposizione ha ormai sorpassato la soglia oltre la quale si consiglia il recupero”. i tecnici hanno perciò suggerito, al fine di tutelare l’incolumità pubblica, di procedere all’abbattimento immediato dell’eucalipto “senza attendere oltre”.
Non ci sono speranze. Purtroppo.
La piazza perderà il suo padrone e la città una sentinella che ha visto generazioni crescere, innamorarsi e incontrarsi. O semplicemente prendere un po’ d’acqua dalla fontanella “delle monache” lì vicino.
A PROPOSITO / Un contributo di Vittorio Emiliani
Nasce sull’Appia Antica il giardino dei patriarchi dell’Unità d’Italia
Carissimo, a proposito del patriarca arboreo in Puglia: invito i lettori di Giannella Channel a una festa speciale. La mattina di venerdì 27 settembre 2013, alle 11, presso la splendida Villa dei Quintili, in via Appia Nuova n. 1092, si terrà la cerimonia di inaugurazione del Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia. Si tratta di un giardino davvero speciale, dove sono stati messi a dimora i “gemelli” degli alberi monumentali più significativi di tutte le regioni d’Italia. Venti Patriarchi, uno per regione o provincia autonoma.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione fra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Arpa Emilia-Romagna, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ispra, il Comitato per la Bellezza e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
Il Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia è stato realizzato con l’adesione del Presidente della Repubblica. Per la Soprintendenza per i Beni archeologici ha operato la direttrice dell’Appia Antica, Rita Paris coi suoi collaboratori, per l’Associazione Patriarchi, il presidente Sergio Guidi, e per il Comitato per la Bellezza, Vittorio Emiliani.
L’Associazione Nazionale Patriarchi d’Italia, nata in Emilia-Romagna, ha sede a Forlì e, ha già realizzato il censimento integrale degli alberi secolari o plurisecolari dell’Emilia-Romagna pubblicando in due volumi i risultati di questa importante ricerca.
L’Associazione ha appena terminato, nel 2013, il censimento dei Patriarchi della Provincia di Roma, con scoperte molto importanti per un totale di oltre 600 alberi monumentali censiti. Essa ha costituito a Forlì – e questo è uno dei dati più significativi – un vivaio con oltre 10.000 talee dei Patriarchi più significativi sin qui censiti, alcuni dei quali scomparsi nel frattempo per decrepitezza. Tale materiale genetico è servito per creare alcuni Giardini dei Patriarchi nella regione Emilia-Romagna (presso la casa-museo dei fratelli Cervi a Gattatico, a Villa Ghigi sopra Bologna, sul lungomare di Cesenatico, ecc.). L’Associazione cura da anni il Giardino dei frutti dimenticati ideato anni addietro dal grande poeta Tonino Guerra a Pennabilli (Rimini) nel Montefeltro.
Ora è la volta di questo speciale Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia alla Villa dei Quintili.
Ma ecco i venti Patriarchi che, regione dopo regione, rappresentano il nostro Paese, i suoi diversi paesaggi e ambienti, con essenze secolari o addirittura millenarie. Un omaggio quindi all’Unità d’Italia in uno dei luoghi più belli e significativi della sua Capitale.
- Valle d’Aosta: pero Brusson (il pero più grande e vecchio della Val d’Aosta)
- Piemonte: melo PUM dal Bambin (uno dei meli più grandi del Piemonte)
- Liguria: olivo di San Remo millenario (l’olivo più antico della Liguria)
- Lombardia: ciliegio di Besana in Brianza (forse il ciliegio selvatico più grande d’Italia)
- Trentino Alto Adige: melo di Fondo (il melo più vecchio d’Italia e forse d’Europa)
- Friuli V.G.: melo di Campone (il più grande del Friuli) 150 anni
- Veneto: olivo di San Vigilio (olivo millenario sulle rive del Garda)
- Emilia Romagna: cotogno antico Faenza (fra i più vecchi d’Italia, produce frutti quasi privi di tannino che si mangiano come mele)
- Toscana: corniolo di Montieri (fra i più grandi d’Italia)
- Marche: olivo di Campofilone (fra gli olivi più longevi delle Marche)
- Umbria: noce di Poggiodomo, Perugia, (il più grande d’Italia di oltre 5 metri di circonferenza)
- Abruzzo: fico Reginella di Bucchianico (antica varietà locale)
- Molise: olivo di Veanfro (millenario, coltivato già in epoca romana)
- Lazio: melograno di Roma (San Giovanni in Laterano, fra i più vecchi d’Italia)
- Campania: vite di Taurasi (vite plurisecolare e di dimensioni enormi)
- Puglia: fico di Otranto (varietà autoctona, fra le più antiche)
- Basilicata: olivo maiatica di Ferrandina (olivo millenario, il più antico della Basilicata)
- Calabria: vite Mantonico di Bianco (vitigno risalente all’epoca magno-greca)
- Sicilia: vite Corinto Bianco (vitigno portato in Italia dai Greci oltre duemila anni fa)
- Sardegna: olivo Luras (3800 anni, il più antico d’Europa, 13 metri di circonferenza).
Il progetto del Giardino è dell’architetto Massimo de Vico Fallani con architetto junior Nicola Macchia. Direttore dei lavori architetto Angela Veneziano. Direttore operativo geometra Giampaolo Rimedio. Collaboratore alla Direzione dei lavori dottor Francesco Buzi. Assistente ai lavori Alessandro Licciardello. Impresa esecutrice: Angelo Angeloni
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Che l’eucalipto avesse dei problemi lo si sapeva da almeno un ventennio, forse causati dal probabile taglio di radici in occasione della costruzione della palestra della limitrofa Scuola Media.
Ma, che la sua morte non fosse l’ineluttabile destino del patriarca è testimoniato dalle ramificazioni cresciute dopo l’intervento di potatura che eliminò molto seccume che rischiava di espandersi alle parti vegetative.
Numerosi interventi ad adiuvandum nella ricrescita furono effettuati dalla fine del 2^ all’inizio del 3^ millennio sotto la direzione di esperti botanici:
iniezioni ad altissima pressione di ossigeno nel terreno circostante,fleboclisi di microelementi, concimatura guidata, esami periodici ivi compresa la tomografia del tronco che evidenziavano la straordinaria ripresa vegetativa della pianta.
Occorreva continuare durante la convalescenza per farlo riprendere completamente. Seguì, invece, il completo disinteresse ed abbandono del patriarca tanto da ridurlo in coma.
Da tenere presente che, seppure gravemente sfiancato dalla mancanza di cure, non più tardi di tre/quattro mesi fa il patriarca ha continuato a dare flebili segnali di ripresa vegetativa del tutto ignorati: sono vegetati dei succhioni alla base del tronco che potevano essere tutelati, ma anch’essi, purtroppo, sono oramai secchi con la calura estiva.
In botanica si racconta che quando una pianta è sul punto di morire rilascia semi in maniera copiosa per aumentare la possibilità che possano germogliare e crescere, per far crescere, insomma, l’erede.
Neanche questi segnali sono stati raccolti.
D’altronde, anche alberi da fiore molto più giovani che attorniavano il patriarca nella piazza sono stati fatti morire nell’incuria, come è testimoniato dalla foto pubblicata.
Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato. E offre ispirazione e creatività a quanti sappiano guardarlo con occhio giovane, libero e aperto.
“Qualsiasi stupido è capace di distruggere e far morire gli alberi” scriveva nel secolo scorso John Muir, pioniere americano della conservazione della natura. Ancora troppo pochi hanno invece il cuore, l’intelligenza e la dedizione necessarie per salvarli, custodirli e piantarli. Ma è ancora possibile un ritorno alla cultura, all’amore, alla fede dell’albero e della foresta: con la forza, la verità e l’ispirazione che solo la natura può dare.
Proporre un concorso di idee per utilizzare il legno dell’eucalipto senza un preventivo pentimento collettivo per la sua morte mi pare un pò snob e ipocrita!
Lillino
Errore madornale è stato il fatto di costruire ai piedi dell’enorme eucalipto ,un monumento,a che non si sa, ma è certo che gli scavi, i sali del cemento , le radici troncate hanno “offeso”il patriarca che nei suoi centenari anelli del tronco ha registrato anni e anni di vita di quest’angolo di Tavoliere. Ha dato ombra a generazioni di scolari della scuola media che ai suoi piedi facevano lezioni di ginnastica, e ha profumato l’aria, con i suoi fiori e foglie,un intero quartiere. Che peccato non essere intervenuti prima, questa “colonna portante” di Trinitapoli avrebbe continuato a giganteggiare sulle case attorno, e a fronteggiare le tempeste, ma ora sarebbe davvero troppo ridurlo in tronchetti per essere bruciati nei forni delle pizzerie o gettati in discarica ; è un monumento arboreo e come tale, e come la buona creanza dei nostri contadini ci ha insegnato, merita una fine dignitosa. Chiedo al sindaco e agli “artisti” che ne hanno decretato la fine, costruendo ai suoi piedi una roba inutile di cemento e marmo, qualcosa che renda il nostro eucalipto “immortale” e ricordo per le future generazioni. Recita a proposito un detto indiano che ” quando avremo tagliato l’ultimo grande albero, vere colonne, il cielo ci cadrà addosso ,schiacciandoci”.Non buttiamo in discarica un patrimonio così caro.
Vittorio Giannella
cittadino di Trinitapoli
Caro Vittorio,
come ho cercato di ricordare, il patriarca era malato da molto tempo; da quando costruirono la palestra annessa alla Scuola Media. A noi, che l’abbiamo trovato malato, spettava curarlo e salvarlo; cosa che fu fatta come testimoniato dalle molteplici relazioni botaniche e risultati di analisi. Solo dopo e per festeggiare la sconfitta della malattia, fu sistemata la piazzetta, intitolata all’eucalipto, senza recidere alcuna radice (sarebbe stato criminale violentare una pianta convalescente). Analoga sistemazione fu realizzata per la quercia di Via Marconi.
Lasciatelo dire da chi da oltre sessant’anni, quotidianamente, ha salutato il patriarca e ne ha potuto constatare lo stato di salute. Lo dico non solo per ripristinare la verità dei fatti, ma soprattutto perché qualcuno faccia un po’ di sana autocritica e si interroghi sullo stato di molti altri alberi a Trinitapoli anch’essi morti e senza aver realizzato alcun monumento.
P.S.
Dimenticavo di segnalare il Premio “La Città per il verde” che Trinitapoli si aggiudicò nel 2008 anche per la cura che era stata dedicata al patrimonio arboreo della città.
http://www.ilverdeeditoriale.com/citta_verde_2008.aspx
(via mail)
un vero peccato!!!
Posso non fidarmi di questo annuncio di morte imminente? Gli eucalipti hanno 7 vite , come i gatti.Sono la figlia di un agronomo che nella sua scala di valori annoverava le piante al primo posto. Negli anni sessanta si rifiutò di far abbattere la grande quercia di via Marconi, a quel tempo inserita nel giardino recintato della scuola di avviamento professionale. Era quasi del tutto secca ma riuscì a farla rifiorire ed è ancora viva e vegeta. Le piante percepiscono gli sforzi e le attenzioni di chi le considera delle creature viventi.Prima di affidarla alla creatività degli artisti, si proponga un consulto ulteriore di professionisti della vita e non del legno delle piante.
(via mail)
E tu cosa fai? Una proposta (e più) per l’eucalipto
Leggo che hanno tagliato, si dice per ignoranza e si dice irrimediabilmente (speriamo che così non sia) le radici di un patriarca arboreo, l’eucalipto di Trinitapoli. Nel piccolo cortile, accanto al Museo archeologico atteso da anni, la sua forte e grigia architettura sembra chiedere di reincarnarsi in un’opera d’arte. Un’opera capace di conservare la presente maestosità, la bellezza strutturale e la funzione di tenere all’ombra chi ha voglia di sostare e giocare.
“E tu cosa fai?”, mi direbbe l’amico Roland Gunter, docente tedesco e storico dell’architettura, fautore della trasformazione della Ruhr tedesca da capitale del carbone a capitale europea della cultura 2010. Farò un gioco, lo stesso che innescavo con i miei figli quando il viaggio era troppo lungo e le immagini generavano fantasie e associazioni e da queste nuove immagini e progetti.
Mettiamo al tavolo i primi, potenziali giocatori.
Con tutte le carte sul tavolo, immaginiamo che tornando a Trinitapoli nella Pasqua del 2014 la porta del Supercinema sia aperto e, dopo i tramonto, guidati da musiche locali, si possano vedere in sequenza e non, i filmati e le immagini raccolti e sistemati dai fotografi locali i cui nomi compariranno in tutte le forme di comunicazione dell’evento (documenti poi consegnati come patrimonio comune alla biblioteca). Così la ricerca del volto noto e l’aria del cinema si riempirà di commenti e di memoria. Le tele di Pascucci creeranno un bosco ideale attorno alla pianta. Il supermercato, o chi vorrà, donerà una borsa da spesa con stampata l’immagine dell’eucalipto. All’amministrazione comunale toccherà la parte logistica, e nessun altro costo. Una serata nell’hotel Airone con una cena pasquale da Franco Russo, che per l’occasione preparerà le borse da viaggio con le specialità che sono alla base della sua cucina ospitale, segnerà l’inizio di una nuova primavera.
Questo è il mio sogno. Ma, come diceva il vescovo brasiliano Helder Camara, quando a sognare si è in tanti, allora comincia la realtà.
Manuela G. Cuoghi
Spero davvero che si avverino le circostanze che dice Antonietta, cioè che la pianta avverta una benevola attenzione nei suoi confronti e riprenda a colorarsi di nuovo di verde.In caso contrario la proposta di Manuela sarebbe una soluzione da tentare perchè molto bella.
vittorio
L’EUCALIPTO, Francesco Russo – Che cosa farei per salvare questa scultura naturale.
Esempio di vecchi mestieri in italiano e in dialetto trinitapolese. Il Funaio U ZUCOIRE, l’arrotino U MOLAFURC, il calzolaio u SCARPOIRE, il fabbro U FERROIRE, il fornaio U FURNOIRE, la lavandaia LA LAVANNOIRE, il materassaio U MATERAZZOIRE, il panieraio U PANAROILE, il mulinaio U MULENOIRE,il seggiolaio U CONZA SIGGE,lo stagnino U STAGNIRE, lo sprangaio U CUNZAPIATTE,il carrettiere U TRAINIERE,il pastore U PUCROIRE, il venditore di acqua ACQUAIUL, il banditore U BANNIST, il maniscalco FERROIRE O FIRRA CAVAD, il bottaio U VUTTOIRE, il falegname U FALEGNOIME… Per trovare architetti e scultori e come remunerarli il comitato studierà le varie forme.
Nel mio piccolo, di mio posso offrire il vitto e l’alloggio nel mio hotel agli artisti per il tempo che serve per fare e completare l’opera.
Se ciò accadesse per il mio paese sarebbe un opera unica ed esclusiva.
Forse è un sogno ma a me piace sognare e qualche sogno nella mia vita è stato realizzato…
Francesco Russo
P.S. Grazie a chi ama il mio paese anche se del mio paese non è.
(via mail)
Quest’albero dovrebbe essere il simbolo della città: fategli festa ogni anno!
(via mail)
Caro Salvatore,
abbiamo visto su Giannella Channel la storia dell’eucalipto di Trinitapoli che sta morendo e ci fa piacere che il tuo interesse abbia mosso sensibilità in varie parti d’Italia: a questo proposito ti ricordo che la nostra Associazione dei Patriarchi arborei alcuni anni fa ha fatto un’operazione simile per una pianta veramente speciale che si trova nel Salento, nel comune di Scorrano.
La quercia spinosa di Scorrano
Si tratta di una delle più vecchie querce spinose d’Italia (la quercia sulla quale vive una cocciniglia che i Romani usavano per tingere di rosso le loro tuniche). Grazie alla nostra rete abbiamo inviato il nostro referente, sig. Caroppo di Maglie, che ha sensibilizzato il sindaco e i cittadini che poi hanno raddrizzato la quercia inclinata su un lato a causa di un forte temporale estivo (foto in alto). Le scuole del paese si sono mobilitate e al fine settimana i ragazzi andavano in bici a trovare la grande quercia portando ognuno una bottiglia d’acqua per irrigarla, facendola diventare così il simbolo del paese.
Ti comunico inoltre che la nostra Associazione ha un archivio di oltre 10.000 patriarchi italiani e in Puglia abbiamo ben oltre 700 grandi alberi, molti dei quali sono sconosciuti e meritevoli di tutela. Da anni stiamo tentando di proporre un libro che faccia giustizia di questa importante realtà (la Puglia è una delle poche regioni italiane che non ha una pubblicazione completa sui patriarchi dell’intera regione, esiste solo un libro sul Salento e uno sugli olivi). Poiché oggi c’è una legge sul verde urbano in cui all’articolo 7 tratta il tema degli alberi monumentali (link per visualizzarla), credo che sarebbe opportuno che il governatore della Regione Puglia, Vendola, e i suoi promuovessero una bella pubblicazione che comprenda i patriarchi di tutti i comuni pugliesi.
Infine ti ricordo che abbiamo una mostra fotografica con oltre 70 pannelli di foto dei patriarchi italiani più belli e una mostra di 20 tele romagnole dipinte con le frasi di Tonino Guerra che in parte hai visto a Cervia nella manifestazione La spiaggia ama il libro.
Alcune delle tele esposte al Murabilia, mostra mercato tra le più importanti della tarda estate toscana (da venerdì 6 a domenica 8 settembre, a Lucca).
Conta sulla nostra disponibilità a partecipare agli sviluppi previsti per l’eucalipto di Trinitapoli e speriamo nel tuo aiuto per realizzare:
un caro saluto
Sergio Guidi, Forlì
(via mail)
caro Salvatore, la tua idea ci piace molto e saremo pronti a sostenerla.
famiglia Aquilino
Ciao Salvatore,
ecco, sotto le chiome del secolare eucalipto reso famoso da Giannella Channel, due foto di classe della scuola media di Trinitapoli negli anni Sessanta. Un invito a riconoscersi…