Le notizie di queste ore, che vedono l’Italia al centro dell’attenzione mediatica mondiale per l’esplosione dei casi di persone contagiate dal coronavirus, hanno già avuto delle conseguenze tangibili per il turismo, visto che si stanno moltiplicando le disdette da parte della clientela internazionale verso il nostro Paese. Se fino a pochi giorni fa, infatti, la preoccupazione degli operatori italiani era quella di perdere i viaggiatori cinesi – dai numeri ancora oggi ridotti ma con una importante capacità di spesa – ora la questione si prospetta più grave: il nostro Paese rischia di non essere considerato un’opzione di viaggio sicura da coloro che cominciano in queste settimane a pianificare e a prenotare le vacanze per i prossimi mesi.

Molti sono tra l’altro i Paesi che hanno iniziato a prendere provvedimenti in merito, interrompendo anche i collegamenti con l’Italia: per esempio, Giordania, Israele, Mauritius e Seychelles, tra gli altri, hanno vietato l’ingresso agli italiani e ai viaggiatori in arrivo dall’Italia; alcuni Paesi, come la Bulgaria, hanno sospeso i voli da Milano; molti Paesi hanno sconsigliato o vietato ai propri cittadini di recarsi in Italia (a seguire la situazione aggiornata al 3 marzo 2020 Paese per Paese).

Vale dunque la pena capire con i dati a disposizione come è composto il nostro mercato turistico, per valutare quali i rischi cui potremmo andare incontro se l’emergenza sanitaria e sociale non rientrerà a breve. Complessivamente nel 2018 abbiamo registrato nelle strutture ufficiali (alberghiere ed extralberghiere) 429 milioni di presenze (notti) con un trend in costante crescita, seppure contenuto, dal 2010 a oggi. L’ultimo decennio ha però anche segnato una tendenza molto chiara: il turismo domestico (quello degli italiani in Italia) ha risentito pesantemente della crisi economica tanto che i flussi sono diminuiti costantemente dal 2008 al 2014 per poi recuperare terreno solo dal 2015. Parallelamente, invece, il turismo incoming ha mostrato un andamento decisamente migliore: dopo un rallentamento concentrato nel biennio 2008-2009, il turismo degli stranieri in Italia è continuato a crescere a ritmi sostenuti tanto da registrare un +34% sul 2008. Questi dati spiegano bene quanto sia rilevante attualmente la componente internazionale per il nostro Paese e quanto rischioso sia essere percepiti come destinazione non sicura: dal 2017 gli stranieri rappresentano infatti più del 50% delle presenze totali (50,5%).

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La top10 delle destinazioni preferite dal turismo domestico nel 2018 (Fonte: Trivago).

Dal punto di vista dei mercati esteri di riferimento, il nostro turismo dipende in gran parte dall’Europa, da cui proviene il 79% di tutte le presenze straniere. Guardando ai principali Paesi, la Germania è al primo posto con quasi 59 milioni di presenze, pari al 27% di quelle straniere totali. A grande distanza seguono, con numeri simili, Stati Uniti (14,5 milioni), Francia (14,2 milioni) e Regno Unito (14). Paesi Bassi (11), Svizzera (10,7) e Austria (9,5) si trovano a metà classifica mentre chiudono la top ten Polonia e Spagna (entrambe 5,7 milioni) e la Russia (5,4). La Cina con 5,3 milioni è undicesima.

I flussi esteri sopra citati producono oggi una spesa complessiva di circa 42 miliardi di euro, di cui più della metà (54%) imputabili all’attrattività esercitata dalle regioni del Nord Italia. La pressione mediatica di questi giorni, che ha esposto per ora a livello mondiale in particolare Lombardia e Veneto (1/3 della spesa straniera totale), costituisce per il settore una minaccia enorme.

Senza chiaramente voler porre in secondo piano l’emergenza sanitaria e le misure in atto per contenerla, sarà fondamentale il prima possibile comunicare in modo efficace e chiaro al mondo che l’Italia è un Paese sicuro e in grado di fronteggiare le emergenze e che il numero dei casi di persone positive al virus è elevato perché elevato è il numero dei test effettuati. Sarà decisivo incidere sull’immaginario delle persone con una strategia di carattere nazionale e non regionale o locale. La percezione di insicurezza va contrastata come marca-Italia con un’azione mediatica pronta e di qualità, supportata da tutti gli attori del turismo e dai produttori del Made in Italy in genere, ma implementata e governata a livello ministeriale e centrale.

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A PROPOSITO

Coronavirus e viaggi:

dove non possono

andare gli italiani

La situazione delle restrizioni al 3 marzo.

E i consigli per chi deve annullare la partenza

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L’emergenza Covid-19 (coronavirus) in Italia sta inevitabilmente coinvolgendo il mondo dei viaggi e del turismo. Sulle pagine dei giornali compaiono notizie allarmanti, come quella che ha riguardato il caso di un gruppo di turisti lombardi e veneti prima bloccati all’aeroporto di Mauritius e poi fatti tornare in Italia per paura del contagio. Alcune compagnie aeree stanno intanto cancellando o riducendo i loro voli, a iniziare dai collegamenti con la Cina; e continuano ad aumentare gli Stati che diramano istruzioni o divieti nei confronti di chi proviene dall’Italia.

Fermo restando che la situazione è in continua evoluzione, e che quanto scriviamo è valido nel momento di aggiornamento di quest’articolo (ore 10 del 3 marzo 2020), ecco un breve riassunto per orientarsi. Invitando sempre a valutare in maniera consapevole la situazione e a non farsi prendere da psicosi ingiustificate.

VIAGGI IN ITALIA

Come sappiamo, i focolai del virus in Italia sono due: in provincia di Lodi e in provincia di Padova. Le aree degli 11 Comuni interessati (10 nel Lodigiano e 1 nel Padovano) sono off limits. Altrove, si può circolare liberamente, anche se i turisti trovano al momento chiusi molti luoghi di ristorazione e cultura (musei, teatri, monumenti di vario genere) in varie regioni del Nord: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria.

In altre regioni i casi di coronavirus sono ancora sporadici e non sono stati presi al momento provvedimenti di sorta. Alcune province – come quella di Bolzano – hanno creato pagine ad hoc per informare i turisti che stanno programmando una vacanza sugli effettivi pericoli nella loro zona (o meglio, per rassicurare i turisti quando i pericoli non ci sono). Altri Comuni e regioni (come la Basilicata) hanno in questi giorni emesso alcune ordinanze per limitare l’accesso ai loro territori, ma al momento tutte sono state annullate.

VIAGGI ALL’ESTERO

Il consueto punto di riferimento per ogni comunicazione è il sito Viaggiare Sicuri, realizzato dal Ministero degli Affari Esteri (www.viaggiaresicuri.it). Questa la situazione a oggi, fermo restando che in ogni caso consigliamo di consultare il sito prima di mettersi in viaggio; e che quanto riportato di seguito non è valido per i cittadini degli 11 Comuni interessati dai focolai, per cui i provvedimenti sono più restrittivi.

In Europa, avvisi particolari con indicazioni a chi proviene dall’Italia sono stati emessi da vari Stati (anche Francia e Germania), tra cui alcuni consigliano quarantena volontaria a chi proviene dalle regioni italiane interessate. In particolare misure più restrittive sono state comunicate in questi casi:

  • in Croazia, le persone provenienti dalle quattro regioni italiane considerate a rischio (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) saranno sottoposte a controlli sanitari; chi presenta sintomi influenzali sarà trasportato in ospedale, chi ne è privo per 14 giorni è sottoposto ad obbligo quotidiano di verifica del proprio stato di salute da parte delle autorità sanitarie locali e dovranno comunicare i propri spostamenti.
  • in Montenegro, ogni viaggiatore, nelle successive due settimane dall’arrivo, dovrà segnalare due volte al giorno ad un apposito numero telefonico aggiornamenti circa il proprio stato di salute.
  • a Malta, tutte le persone provenienti da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna sono invitate a contattare le autorità sanitarie e a sottoporsi ad una quarantena volontaria di 14 giorni. È prevista invece una quarantena obbligatoria per chi presenti sintomi sospetti.
  • in Romania, i viaggiatori che provengono da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna devono osservare un regime di isolamento volontario domiciliare/alberghiero per un periodo di 14 giorni a partire dall’arrivo in Romania.
  • in Bulgaria, tutti i turisti italiani vengono invitati ad osservare una quarantena al proprio domicilio nel Paese.
  • in Repubblica Ceca, sospesi i voli provenienti da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna.
  • in Bielorussia, le nuove procedure comportano per tutti i passeggeri provenienti dall’Italia “l’obbligo del test per verificare l’eventuale infezione da coronavirus”.
  • in Georgia, a discrezione delle autorità, per i viaggiatori provenienti dall’Italia termo-screening e analisi epidemiologiche; possibilità di diniego di ingresso (o accertamenti sanitari) in presenza di sintomi ritenuti sospetti, in base alla valutazione dalle autorità mediche e di polizia locali. Alcune compagnie possono ridurre la frequenza dei collegamenti diretti tra Italia e Georgia.
  • in Turchia, sospensione del traffico aereo dall’Italia; le compagnie aeree con voli dall’estero verso la Turchia non possono accettare sui propri voli passeggeri che abbiano viaggiato negli ultimi 14 giorni in Italia; i passeggeri in arrivo in Turchia che abbiano viaggiato negli ultimi 14 giorni in Italia possono essere respinti alla frontiera.
  • in Russia: riportiamo quanto comunicato.

    “I viaggiatori che presentino anche solo leggeri sintomi influenzali o da raffreddore/tosse, o con poche linee di febbre vengono trattenuti in osservazione presso l’aeroporto stesso, con difficoltà di comunicare con l’esterno. I viaggiatori così identificati in aeroporto vengono poi trasferiti nella maggior parte dei casi, per successivi accertamenti presso le strutture pubbliche specializzate in malattie infettive (che possono presentare anche forti differenze rispetto agli standard italiani), dove è previsto un periodo di osservazione di qualche giorno ed eventualmente una quarantena di 14 giorni. Controlli sanitari (misurazione della temperatura e tampone) su viaggiatori provenienti dall’Italia possono essere effettuati anche una volta giunti presso la struttura alberghiera di destinazione. Alla luce della possibilità di essere oggetto delle misure sopra descritte da parte delle autorità russe, si raccomanda di evitare di recarsi nella Federazione Russa se si presentano sintomi anche molto lievi di raffreddore, tosse, febbre o influenza”.

In Africa, avvisi di screening all’arrivo ed eventuale quarantena in presenza di sintomi sono stati emessi da Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Costa d’Avorio, Senegal, RD Congo, Etiopia, Sudafrica e altri Paesi. Maggiori restrizioni sono state comunicate dai seguenti stati:

  • Capo Verde. Le autorità locali hanno deciso la sospensione temporanea dei voli charter diretti tra l’Italia e Capo Verde.
  • Eritrea. Le autorità locali hanno annunciato che, a partire dal 27 febbraio, i cittadini italiani che si recheranno in Eritrea saranno posti in stato di quarantena, per una durata di 14 giorni.
  • Ciad. Quarantena obbligatoria di 14 giorni per chi proviene dall’Italia.
  • Congo. Le autorità locali si riservano la facoltà di attuare misure restrittive per tutti i viaggiatori provenienti da aree considerate a rischio.
  • Malawi. Misure sanitarie di tutela inclusa la quarantena di 14 giorni nei confronti dei viaggiatori in arrivo da Paesi a rischio, Italia inclusa.
  • Mauritius. Interdizione di accedere ai viaggiatori provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna; facoltà di estendere il divieto di ingresso anche ad altre categorie di passeggeri, inclusi cittadini italiani provenienti da altre regioni oltre a quelle già menzionate.
  • Seychelles. Le autorità locali hanno vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti alle Seychelles di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni.
  • Madagascar. Raccomandazione ai viaggiatori provenienti dall’Italia di annullare o posticipare il viaggio; tutte le compagnie aeree che servono il Madagascar sono obbligate a non imbarcare passeggeri o equipaggi che provengano da o che abbiano soggiornato in Italia.
  • Kenya. Per i viaggiatori provenienti dall’Italia, in caso di rilevazione di sintomi compatibili, possibilità di ulteriori accertamenti sanitari e misure di quarantena, o rientro immediato in Italia, con possibilità di una estensione di tali misure anche a chi abbia viaggiato con lo stesso mezzo. Le autorità locali consigliano di munirsi di certificato medico, con traduzione in inglese, che attesti l’assenza di contagio da coronavirus.
  • Angola. Divieto d’ingresso per chi proviene dall’Italia.
  • Zambia. Quarantena di 14 giorni nei confronti dei viaggiatori in arrivo dall’Italia, effettuata sotto forma di auto-isolamento nel proprio recapito/abitazione con controlli sanitari a campione, o di trasferimento in struttura di isolamento, appositamente allestita, in caso di sintomatologia compatibile con il COVID-19.
  • Botswana. Ai viaggiatori provenienti dalle zone esposte a maggior rischio in Italia, se asintomatici, viene richiesta una quarantena domiciliare di 14 giorni, i viaggiatori sintomatici vengono invece condotti presso strutture apposite, per accertamenti.

In Asia, avvisi di screening all’arrivo ed eventuale quarantena in presenza di sintomi sono stati emessi da molti Paesi. Ricordiamo che in alcune città di Corea del Sud, Iran, Cina e Giappone sono presenti focolai attivi. Maggiori restrizioni sono state comunicate dai seguenti stati:

  • Israele. Divieto di ingresso per tutti i cittadini non israeliani provenienti dall’Italia, ad eccezione di quelli residenti.
  • Territori Palestinesi. Non è ammesso l’ingresso a quanti provengano dall’Italia.
  • Libano. Sospesi gli spostamenti per via terrestre, marittima e aerea di tutte le persone provenienti dall’Italia.
  • Giordania. Il Governo ha vietato l’ingresso di tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia, salvo i cittadini giordani. Easyjet e Royal Jordanian hanno sospeso i voli, Ryanair li sospenderà dall’11 marzo.
  • Arabia Saudita. Divieto di ingresso per i passeggeri con visto turistico da Paesi con casi confermati di coronavirus, inclusa l’Italia.
  • Bahrein. Le autorità aeroportuali “avrebbero inserito l’Italia nell’elenco dei Paesi per i quali è previsto il divieto di ingresso per i viaggiatori sprovvisti di permesso di residenza”. Norme particolari per i viaggiatori provenienti dall’Italia con permesso di residenza.
  • Qatar. Per tutti i passeggeri provenienti dall’Italia periodo obbligatorio di quarantena della durata di 14 giorni presso specifiche strutture o, in alternativa, rientro in Italia. Il periodo di quarantena verrà applicato anche ai passeggeri che abbiano viaggiato in Italia nei 30 giorni precedenti l’arrivo a Doha. Non si registrano al momento restrizioni per i connazionali in transito.
  • Oman. Le autorità hanno deciso di sospendere per un mese i collegamenti aerei tra Milano e Salalah; sono al momento mantenuti operativi i voli tra Milano e Mascate. Nessun problema per chi è in transito; per chi proviene dall’Italia e vuole fermarsi in Oman deve osservare una quarantena di 14 giorni.
  • Iraq. Ingresso vietato ai viaggiatori italiani.
  • Kuwait. Il Paese ha annunciato la sospensione di tutto il traffico aereo da/per l’Italia.
  • Kazakistan. Per chi proviene dall’Italia, dal 1 marzo, quarantena domiciliare obbligatoria per 14 giorni.
  • Uzbekistan. Sospensione del traffico aereo con l’Italia; tutti i passeggeri provenienti dall’Italia che giungano comunque in Uzbekistan (anche con voli indiretti), saranno sottoposti a quarantena obbligatoria di 14 giorni.
  • Kirghizistan. I viaggiatori provenienti dall’Italia sono sottoposti ad un regime di quarantena precauzionale di quattordici giorni. Tale misura non viene applicata ai cittadini italiani che si rechino in Kyrgyzstan da Kazakshtan e Russia, senza essere passati dall’Italia.
  • Tagikistan. Divieto di ingresso per i viaggiatori italiani.
  • Turkmenistan. Misure precauzionali tra cui la sospensione del rilascio del visto di ingresso ai viaggiatori italiani.
  • Cina. Quarantena precauzionale di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dall’Italia.
  • Hong Kong. Tutti coloro che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo abbiano visitato Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna saranno sottoposti a quarantena obbligatoria della durata di 14 giorni.
  • Mongolia. Divieto di ingresso per tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia o che vi abbiano soggiornato nei 14 precedenti l’arrivo nel Paese.
  • India. Sospensione del rilascio del visto elettronico (e-Visa) per i cittadini italiani; sospensione dell’erogazione dei servizi consolari, inclusi i visti, da parte del Consolato di Milano. La sola Ambasciata indiana a Roma resta aperta al pubblico per la presentazione delle domande di visto. I passeggeri in arrivo dall’Italia o che abbiano visitato l’Italia a partire dal 10 febbraio potrebbero essere sottoposti a quarantena di 14 giorni al loro arrivo.
  • Sri Lanka. Annunciata una quarantena di 14 giorni per i viaggiatori provenienti dall’Italia.
  • Bangladesh. I viaggiatori provenienti dall’Italia saranno sottoposti a quarantena domiciliare obbligatoria.
  • Vietnam. Quarantena obbligatoria per tutti coloro che arrivano dall’Italia.

In Oceania, restrizioni sono state comunicate dai seguenti stati:

  • Nuova Zelanda. I viaggiatori in arrivo dal Nord Italia, identificato come il territorio a nord di una immaginaria linea Pisa-Firenze-San Marino, devono registrarsi obbligatoriamente presso la linea telefonica verde (healthline) del Ministero della Salute (0800 358 5453 oppure +64 9 358 5453 per SIM straniere) e auto-isolarsi, riducendo al minimo le occasioni di contatto con altri, dopo il loro arrivo in Nuova Zelanda per un periodo di 14 giorni. L’obbligo di autoisolamento vige per chi ha lasciato la zona indicata dopo il 26 febbraio.
  • Samoa. I viaggiatori provenienti (o in transito) dall’Italia saranno ammessi nel Paese solo se abbiano trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non siano occorsi casi di coronavirus e posseggano certificazione medica (non più vecchia di 3 giorni) che escluda il contagio.
  • Isole Salomone. Ai viaggiatori che provengano (o che abbiano anche solo transitato) dall’ Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo nel Paese sarà rifiutato l’ingresso.
  • Isole Marshall. Divieto di ingresso (per via area o via mare) a tutte le persone provenienti dall’Italia o che vi siano state dopo il 31 dicembre 2019.
  • Figi. Diniego di accesso per tutti i cittadini stranieri che nei 14 giorni precedenti l’arrivo siano stati o abbiano transitato in Italia.
  • Nauru. Le autorità locali rifiutano l’ingresso sul territorio a coloro che provengono (anche solo per transito aeroportuale) dall’Italia o che vi siano stati nei 21 giorni precedenti l’arrivo.
  • Polinesia Francese. Chi proviene da Lombardia ed Emilia Romagna deve presentare un certificato medico, rilasciato non più di 5 giorni prima dell’arrivo, che attesti che non presentano segni di infezione virale prima della partenza, indipendentemente dal porto d’imbarco.

Per le Americhe, avvisi di screening all’arrivo ed eventuale quarantena in presenza di sintomi sono stati emessi da Cuba, Martinica, Brasile, Colombia, Cile, Argentina e altri Paesi. Maggiori restrizioni sono state comunicate dai seguenti stati:

  • Stati Uniti d’America. Alcune compagnie aeree stanno riducendo o sospendendo i voli da/per l’Italia. Durante i controlli in partenza dall’Italia (controllo termico, valutazione medica, questionario con la storia di viaggio), in caso di sintomi o di casi sospetti, potrà essere negato l’imbarco. All’arrivo, per i passeggeri sintomatici sarà disposto l’isolamento, mentre per gli asintomatici che provengano da o abbiano visitato le regioni Lombardia o Veneto nei 14 giorni precedenti l’arrivo negli USA, le autorità si riservano la facoltà di imporre una quarantena domiciliare di 14 giorni.
  • El Salvador. Interdizione di entrata a chiunque provenga dall’Italia.
  • Nicaragua. Qualora i cittadini provenienti dall’Italia dovessero presentare sintomi compatibili, gli stessi verranno trattati e posti in isolamento in attesa dei risultati del test.
  • Panama. Per tutti i viaggiatori provenienti dall’Italia quarantena domiciliare di 14 giorni.
  • Grenada. Per i viaggiatori italiani che provengano dal nord e centro Italia e per chiunque abbia viaggiato in Italia nelle zone particolarmente colpite dal Covid-19, all’arrivo sull’isola sarà disposta la quarantena obbligatoria.
  • Saint Lucia. Qualunque viaggiatore sia stato (anche solo in transito) in Italia nei 14 giorni precedenti l’arrivo sarà sottoposto ad un regime di quarantena di 14 giorni.
  • Aruba. Quarantena in caso di sintomi compatibili.
  • Giamaica. I viaggiatori di qualunque nazionalità che hanno soggiornato in Italia negli ultimi 14 giorni e che non sono residenti in Giamaica non potranno sbarcare in nessuno dei varchi di ingresso del Paese; i non giamaicani residenti permanenti saranno soggetti a una valutazione sanitaria e alla quarantena. Sono stati cancellati i voli charter in arrivo e in partenza da/per la Giamaica a partire dal 28 febbraio.
  • Repubblica Domenicana. Sospensione di voli diretti da Milano verso gli aeroporti della Repubblica Dominicana.
  • Trinidad e Tobago. Divieto all’ingresso per coloro che abbiano soggiornato in Italia nei 14 giorni precedenti la data di ingresso nel Paese.

RIMBORSI PER I VIAGGI ANNULLATI

Qualche informazione infine per chi ha prenotato un viaggio e vuole rinunciarvi, invitando a considerare attentamente la situazione e a non farsi prendere dal panico.

Per chi aveva già prenotato e intende rinunciare a un viaggio aereo ricordiamo che è altamente improbabile ottenere un rimborso. Ovviamente ogni situazione va verificata presso la compagnia aerea o l’agenzia interessata, ma in generale se il passeggero rinuncia volontariamente al volo non è previsto alcun rimborso del costo del biglietto. Se il volo è stato cancellato si dovrebbe invece poter procedere con la richiesta del rimborso del biglietto aereo tramite la compagnia, oppure alla riprotezione; tuttavia, i vettori stanno applicando policy differenti, per cui è necessario informarsi presso ciascuna compagnia aerea.

Per quanto riguarda i treni italiani, sia Trenitalia sia Italo consentono rimborsi integrali a chi rinuncia volontariamente al viaggio, ma a precise condizioni: Trenitalia rimborsa – con bonus elettronico – i viaggi acquistati entro il 23 febbraio (la richiesta deve essere presentata entro il primo marzo 2020); Italo i viaggi “da realizzarsi entro il primo marzo nelle zone interessate dal contagio epidemiologico” acquistati entro il 23 febbraio (il rimborso sarà erogato tramite voucher utilizzabili sul sito di Italo). Maggiori info sui siti dedicati.

Per quanto riguarda invece hotel e altre strutture alberghiere, la principale discriminante è una direttiva ufficiale del Governo; nel caso delle gite scolastiche, sospese su tutto il territorio nazionale, è previsto un rimborso degli acconti e/o dei saldi; per quanto riguarda i viaggi privati, fa fede la normativa esistente riguardo la caparra e l’eventuale saldo: se i termini per l’annullamento sono scaduti, sta alla disponibilità della struttura valutare se restituirle o meno, ma a norma di legge non è previsto.

Infine, i tour organizzati dai tour operator. Se la destinazione è irraggiungibile per “circostanze inevitabili e straordinarie”, a causa per esempio di un divieto di ingresso, il consumatore ha generalmente diritto al rimborso totale di quanto versato. Lo conferma l’Unione Nazionale Consumatori, in base al Codice del Turismo, nella pagina dedicata.

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