ERO SUA MADRE: COSI' PARLO' MARIA TUSIANI, MAMMA DI JOSEPH (IL POETA
DEI DUE MONDI), CHE MALEDIVA CRISTOFORO COLOMBO
E LA SCOPERTA DELL'AMERICA
testo di Enzo Del Vecchio* per Giannella Channel
Cento anni fa, il 14 gennaio 1924, nasceva a San Marco in Lamis, borgo garganico in provincia di Foggia, il “poeta dei due mondi” Joseph Tusiani che i naviganti di questo blog hanno imparato a conoscere e apprezzare (link in fondo). In tutta la Puglia si stanno organizzando eventi per rinnovare la memoria del giovane partito dall’Italia nel 1947 e diventato negli Stati Uniti una delle figure più luminose della nostra epoca nel mondo della letteratura e della poesia. Giovedì 29 febbraio, nel suo paese natale, sarà inaugurata una panchina con scultura in bronzo opera dell’architetto Antonio Pio Saracino.
Per l’occasione a me piace ripescare dalle teche RAI il link a un eccezionale documento di Rai 3 in cui un cronista di talento, Enzo Del Vecchio, racconta alla conduttrice in studio Giovanna Milella i sorprendenti retroscena di un incontro a New York con Joseph Tusiani che prende la parola dalla redazione della Rai Corporation USA.
Ho chiesto a Del Vecchio di rintracciare nel suo taccuino gli appunti di quell’incontro emozionante con Jospeh da un’angolatura diversa: quella della madre Maria, ricongiuntasi (insieme con Joseph) al marito emigrato in America ben 23 anni prima. Questo il suo racconto. (s.g.)
Quando andai a intervistare per la prima volta Joseph Tusiani a New York, lo scrittore viveva ancora nel Bronx, dove era giunto nel lontano 1947. In quell’anno infatti Joseph e la madre Maria sbarcarono dalla nave Saturnia nella grande mela (nella foto d’apertura , per ricongiungersi al capo famiglia Michael. La prima casa nel Bronx era uno scantinato modestissimo sulla 215ma strada (due stanze). Ma già pochi anni dopo, grazie al lavoro di Joseph, il livello abitativo crebbe di molto fino ad arrivare alla villetta su due piani di Tomlinson Avenue. E fu proprio in questa graziosa costruzione, con giardino e veranda, che incontrai Tusiani.
Il set per l’intervista fu allestito nel suo studio con ampie librerie e cimeli storici arricchiti dalla presenza di un organo Hammond che lo scrittore suonava con estrema perizia assieme al suo inseparabile mandolino. Campeggiava in tutte le stanze, nei vari piani, il segno di una presenza forte e preziosa: la mamma Maria che dovevo assolutamente conoscere e intervistare come mi consigliò di fare l’editore Nunzio Schena (Fasano, 1925-2003) prima di partire per New York.
Maria era già novantenne ma lucidissima, quando con Joseph andammo a trovarla nella clinica dove era ricoverata per gli acciacchi dell’età. Mi venne incontro sorridente e loquace, al braccio dell’infermiera con la quale ogni giorno si esercitava in continue passeggiate tra i viali del giardino.
Maria Pisone Tusiani con i nipoti Michael Junior e Paula. Nella foto d’apertura: mamma Maria con il figlio Joseph, allora 23enne, a bordo della nave “Saturnia”. La foto è stata scattata durante la traversata da Napoli a New York, dove sbarcheranno il 6 settembre 1947. In quell’occasione Joseph incontrò per la prima volta il padre, emigrato 23 anni prima.
“Avete conosciuto il mio Joseph?”, mi chiese. “Quante soddisfazioni mi ha dato! Come suona il mandolino! E come scrive!”.
Joseph cercava di irreggimentare la sua incontenibile parlantina con domande ad hoc: “Ma’, ascolta ma’ “, racconta al giornalista: quale libro di quelli che ho scritto ti è piaciuto di più?“.
E lei:”Tutti, tutti, uno più bello dell’altro. Ma io ero e sono felice per quello che sei, Joseph, poi anche per i tuoi libri, e chi se li scorda, dal primo volume al secondo volume, al terzo volume e poi tanti altri!”.
Joseph: “Ma’, ascolta ma’, e tu volevi bene a Francis?”
Maria: “E come no! Era la tua donna, come ti voleva bene!”. Francis era Francis Winwar (anglicizzazione del vero nome che era Francesca Vinciguerra, scrittrice di fama a Manhattan e nel mondo letterario americano che guidò e fornì a Tusiani consigli preziosi per affermarsi nel mondo culturale e accademico della grande mela).
Alla fine della telegrafica intervista le chiesi cosa si sentisse di dire a commento della sua vita straordinaria, dal Gargano a New York, con due figli fatti tra due mondi contrapposti, con un marito sparito per 23 anni, e il grande successo ottenuto dai figli (il secondo, nato in America, Michael Dante, era diventato un facoltoso petroliere) dopo tanti sacrifici e tanti stenti della prima giovinezza. Mi guardò all’improvviso fattasi seria seria e dopo un silenzio durato più di qualche secondo, tirò un lungo respiro e a tutta voce mi gridò:
”Maledetto a Cristoforo Colombo e a quando scoprì l’America! Con la nave sim venut, con la nave sim venut”
e quasi scoppiò a piangere.
In quelle battute, dette senza più sorriso, Maria Tusiani mi voleva far capire quanto grande fosse stato lo choc da lei vissuto quando si imbarcò sulla Saturnia. Prima di quel giorno infatti, la 44enne Maria Pisone in Tusiani, la sarta di San Marco in Lamis vissuta sempre nella sua abitazione della Palude furiosamente intenta a cucire corredi e vestiti per garantire la sopravvivenza e gli studi di Joseph, non era mai uscita dal paese. Addirittura non aveva mai visto nemmeno il mare. E grande fu la sua meraviglia quando, arrivata nel porto di Napoli, si trovò di fronte al mare. Salita sulla nave, fu terrorizzata dal dondolìo delle onde e man mano che il piroscafo si allontanava dalla terraferma lei soffriva sempre di più come se le sue radici si staccassero irreparabilmente dal suo luogo natìo.
Come mi raccontò poi Joseph quel viaggio fino al molo 86 del porto di New York mamma Maria lo ha sognato fino ai suoi ultimi giorni, e spesso ne parlava come di un incubo al quale non riusciva più a sfuggire. ()