Chi ha inventato i coriandoli? La disputa tra il monello austro-triestino e il garibaldino milanese avo di Indiana Jones
C’era una volta chi, nell’eccitazione collettiva di Carnevale, lanciava arance, uova marce o addirittura sassi e monete arroventate. Poi arrivarono i minuscoli dischetti di carta colorata che portano, indelebile, il marchio del Made in Italy: la paternità è contesa tra due ingegneri, Ettore Fenderl (foto) e il lombardo Enrico Mangili
CULTURA E STORIA DELL’INDUSTRIA ITALIANA | REPRINT
testo di Roberto Angelino¹ per Giannella Channel
Chi ha inventato i coriandoli? La disputa tra il monello austro-triestino e il garibaldino milanese avo di Indiana Jones
C’era una volta chi, nell’eccitazione collettiva di Carnevale, lanciava arance, uova marce o addirittura sassi e monete arroventate. Poi arrivarono i minuscoli dischetti di carta colorata che portano, indelebile, il marchio del Made in Italy: la paternità è contesa tra due ingegneri, Ettore Fenderl (foto) e il lombardo Enrico Mangili
CULTURA E STORIA DELL'INDUSTRIA ITALIANA | REPRINT
testo di Roberto Angelino¹ per Giannella Channel
Finché farò l’ingegnere sarò un bruto e niente altro: l’ingegnere si può paragonare a un bue… è l’essere ineccitabile per eccellenza, non gli viene neanche in mente che ci sia qualcos’altro nella vita oltre agli olii lubrificanti…
Carlo Emilio Gadda (1893-1973), laureatosi in Ingegneria idraulica al Politecnico di Milano nel 1920 solo per assecondare le aspirazioni di sua madre rimasta vedova
Come andarono le cose l’ha raccontato lui stesso 81 anni più tardi, nell’intervista concessa il 4 marzo 1957 alla trasmissione della Rai Radio per le scuole:
Rivelò La Domenica del Corriere nel dicembre del 1966:
Con parte dell’indennizzo ricevuto per la vendita nel 1936 del nuovo edificio che possiede a Roma sul lungotevere in Augusta (abbattuto per collocarvi l’Ara Pacis), Fenderl acquista un palazzo a Vittorio Veneto, dove si trasferisce nel 1943 e poi morirà nel 1966, a 104 anni.
Ma ecco che il geniale Mangili, osservando i dischetti che le macchine perforatrici fanno cadere dai fogli traforati usati in sericoltura come lettiere per l’allevamento dei bachi da seta (a Milano li chiamano bigatt), ha la trovata dei coriandoli di carta, meglio se a colori. Non li brevetta e il primo anno li distribuisce gratuitamente tra i bambini della zona. La novità piace subito e un giornalista dell’epoca lo definisce: «Industriale attivo, ma artista nell’anima. È l’uomo delle trovate». Dopo un po’ inizia a produrli e li commercializza con successo: nei Carnevale meneghini di inizio secolo gli ambulanti li venderanno in Galleria e in Centro a 5 o 6 centesimi per ogni misurino di caldarroste.
Nel 2018 il Codacons romano propose: se non riesce a pulire le strade, il Comune vieti i coriandoli.
E i “suoi” coriandoli, come se la passano in tempi di covid? Non male. La loro capitale italiana sta a due passi da Treviso, a Porcellengo di Paese, dove un imprenditore calabrese di nascita, oggi di 79 anni, possiede dal 1983 la Karnaval, fabbrica di coriandoli che esporta in mezza Europa. E non si può negare che avesse il destino scritto nel nome, visto che si chiama Franco Carnevale. I suoi macchinari, alcuni progettati da lui stesso e realizzati con l’aiuto di un amico esperto in meccanica, sminuzzano e mescolano due tipi di carta: quella di qualità proveniente dalle rese di vecchi manifesti di due tipografie romane, e quella dei rotoli di tipografia creati apposta, nei classici rosa, verde acqua e viola, «colori un po’ spenti», confessa Carnevale, «perché così costano meno».
Come se non bastasse, gli attribuiscono pure l’invenzione delle stelle filanti, altro colorato must carnevalesco, per le quali si sarebbe ispirato alle striscioline di carta che scorrevano negli apparecchi telegrafici per ricevere i segnali dell’alfabeto Morse. Ma questa, come commenterebbe Moustache, l’irresistibile barista del film Irma la dolce, è un’altra storia.
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buongiorno: complimenti molto interessante l’articolo sui coriandoli che si utilizzano ma non ci si domanda mai chi le ha inventati, inoltre se guardiamo l’aspetto dell’impatto verso l’ambiente questi coriandoli e stelle filanti non hanno assolutamente l’impatto grave che ha il palloncino di gomma ,