Una startup milanese pensa a un nuovo modo di interpretare l’arte attraverso uno strumento inedito che utilizza le moderne tecnologie gaming e parte alla conquista dei musei americani, per intercettare l’interesse di un pubblico più giovane. Alla base del progetto dello studio di arte digitale generativa Streamcolors (www.streamcolors.com), una visione quasi filosofica: reinventare e divulgare la bellezza attraverso occhi elettronici e l’emisfero destro di ogni individuo.

In concreto, la Stream Machine: una installazione interattiva che si trasforma in strumento di relazione multimediale per brand e istituzioni culturali.

arte-digitale-generativa-Streamcolors

Giuliana Geronimo e Giacomo Giannella, creatori di Streamcolors, studio di arte digitale, con sede a Milano (via Vincenzo Vela 8, tel. 02.45381024, mail: info@streamcolors.com; web: streamcolors.com) che sviluppa e produce soluzioni creative e interattive per clienti in tutto il mondo.

Fondata da Giacomo Giannella e Giuliana Geronimo una giovane coppia, anche nella vita, che ha trasformato la passione per l’arte e per i video games in un vero e proprio lavoro, Streamcolors, dopo essersi aggiudicata il bando nazionale iC-Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo, ha potuto completare un progetto che era allo studio da anni: la costruzione della Stream Machine, la cui applicazione è diventata Create Your Own Immersive Room, l’installazione voluta dal North Carolina Museum of Art (NCMA) di Raleigh, in esposizione fino al 22 luglio all’interno della mostra Your are here: light, color and sound experiences, ma che diventerà permanente all’interno del museo americano a partire dal mese di agosto.

Spiega Giacomo Giannella, anima creativa di Streamcolors:

Create Your Own Immersive Room è una esperienza interattiva, un interpretative kiosk che invita il pubblico del museo a creare realtà virtuali inaspettate. Attraverso il nostro software Stream Machine, sviluppato su Unreal, il motore grafico per videogiochi di Epic games, ogni visitatore può creare un proprio spazio immersivo unico e irripetibile, partendo da immagini condivise della collezione, in questo caso del NCMA.

Al centro di una stanza buia, un tavolo touch screen di 5,5 pollici è collegato a una proiezione di 180 gradi sulle pareti. Attraverso l’interfaccia, i visitatori della mostra possono muoversi con degli sliders ed elaborare artisticamente le immagini dei quadri fino a trasformarle in qualcosa di estremamente personalzzato.

È un po’ come se si venisse proiettati all’interno dell’opera che si sta guardando. Manipolando la Stream Machine per creare l’immagine che più ci piaceva, abbiamo scoperto particolari dell’opera mai notati prima. Era come se guardassimo il quadro per la prima volta,

dice Silvia Filippini Fantoni, Director of Programs and Audience Engagement del NCMA.

arte-digitale-generativa-Streamcolors

Un modo per aumentare il coinvolgimento del pubblico nei luoghi di cultura e attirare sempre di più l’attenzione dei giovani? “Pensare e produrre strumenti che possano aiutare i musei a rendere più coinvolgente e spettacolare un’esperienza artistica è, da sempre, uno dei nostri principali obiettivi”, spiega Giuliana Geronimo. “Per il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, per esempio, abbiamo progettato Dark Matter (all’interno della mostra permanente Extreme. Alla ricerca delle particelle) un simulatore interattivo delle influenze dell’universo. Per il Maxxi di Roma, invece, il Galaxy Simulator (esposto durante l’evento Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein), mentre l’anno scorso a Lucca Comics abbiamo installato Hanimus Dream On: Hacking, per lo stand Assassin’s Creed di Ubisoft. E dopo l’inaugurazione di Raleigh, abbiamo ricevuto diverse richieste da parte di altre istituzioni museali nordamericane per adattare la Stream Machine alle rispettive esigenze di audience engagement”.

Negli ultimi anni Streamcolors si è anche dedicata a progetti declinati al fashion, “pur se sempre commissionati da clienti che posseggono una certa inclinazione per l’estetica e per l’arte”, conclude Geronimo. Tra i vari brand ci sono Diesel, Add “ed Etro, con cui abbiamo immaginato e poi realizzato diverse sfilate, come quella al Palazzo del Ghiaccio con la grafica dei Giganti, le rielaborazioni 3D di Streamcolors dei pattern della collezione che accompagnavano i modelli in una scenografia ad alto impatto artistico ed emotivo”.

bussola-punto-fine-articolo

* Fonte: nuvola.corriere.it. Lucia Maruzzelli è la co-fondatrice, con Valentina Giannella, dell’agenzia di stampa Mind the gap con base in Hong Kong: “Scriviamo storie e reportage dal sud-est asiatico per testate italiane e internazionali, tra cui il quotidiano locale in lingua inglese South China Morning Post”. La Nuvola del Lavoro è un blog nel portale del principale quotidiano italiano, il Corriere della Sera, rivolto ai giovani e ai temi dell’occupazione. È un contenitore di storie. Un’istantanea di ritratti, un collage di esperienze e di vissuti. Gli occhi puntati sulla generazione perduta, come la definiscono i pessimisti. E le antenne dritte sulle occasioni di smentita. Non un lamento collettivo, ma una piazza dove manifestare idee e proposte. Si occupa di professionisti, di partite Iva, di startupper, di contratti atipici. E ha come riferimento il web 2.0, i social network, gli indigeni digitali, la platea di Twitter e quella di Facebook.