La maison Etro ha celebrato i suoi primi 50 anni con una mostra spettacolare al Mudec, il Museo delle Culture di Milano ed eventi collaterali a Pechino e in Giappone. La festa ha coronato una Milano Fashion Week piena di idee e rimanda a un rapporto costante: quello fra moda e arte. Un rapporto sul quale la mostra gioca mettendo in campo strumenti nuovi, sul piano concettuale e tecnologico. Come la Stream Machine di Streamcolors, piattaforma per la creazione di esperienze immersive di cui abbiamo già avuto occasione di parlare. Streamcolors è uno studio milanese di arte digitale che seguiamo da tempo, ma che non smette ogni volta di stupirci per l’intensità delle sue performance.
Il motivo paisley e l’albero della vita
Al centro del viaggio di Etro allestito al Mudec c’è il motivo paisley, disegno vegetale a forma di goccia dotato di grande potenza. Riconducibile per taluni al boteh o buta di origine persiana, per altri al germoglio della palma di dattero, il paisley caratterizza da 50 anni il lavoro di Etro. Dietro il paisley c’è il cosmo, nelle sue infinite forme.
Può essere il mango del Punjab, il Boteh Jegheh dei Sassanidi o la Phoenix Dactyliphera, la pianta sacra dei popoli mesopotamici già coltivata nell’antica città di Ur. Può essere uno scialle del Kashmir del XVIII secolo, l’Albero della vita di Gustav Klimt, un pattern psichedelico degli anni Sessanta. Per Etro il paisley è vocazione al nomadismo e apertura alle meraviglie dell’universo.
La mostra, curata da Luca Stoppini e Judith Clark del Victoria and Albert Museum di Londra, si apre proprio con un gigantesco albero della vita che accoglie il visitatore e lo introduce nel mondo fantastico di Etro. Ed è un viaggio, dicevamo. Un itinerario stilistico che si dipana lungo cinque stanze ricoperte di tessuti, quadreria e specchi. Nelle stanze, collegate fra loro da una sorta di spina dorsale, 50 capi provenienti dalle diverse collezioni della maison milanese.
Di grande impatto emotivo la Wunderkammer, nella quale sono esposti oggetti appartenenti alle collezioni personali di ognuno dei componenti della famiglia Etro.
Immagini infinite, semiosi illimitata
E poi c’è la camera immersiva di Streamcolors, che ridà vita a questo viaggio. L’esperienza è abilitata dalla Stream Machine, piattaforma sviluppata da Streamcolors a partire dal motore grafico Unreal di Epic Games. La Stream Machine genera incessantemente immagini 2D e 3D, come in un processo di semiotico illimitato.
Rubando le parole di Peirce, la Stream Machine produce «una serie infinita di rappresentazioni, ognuna rappresentante quella che le sta dietro, […] concepita come limitata da un oggetto assoluto» (Charles Sanders Peirce, Collected Papers of Charles Sanders Peirce, a cura di Charles Hartshorne, Paul Weiss e Arthur W. Burks, 8 vol., Cambridge MA, Belknap, 1931-1966). Lo fa campionando ed elaborando i contenuti delle collezioni Etro, ripresi da una serie di filmati di repertorio. In parte l’elaborazione grafica è controllata dal visitatore, che dispone di una consolle per ruotare, ingrandire, colorare, mixare. In parte, invece, il gioco è affidato al caso. Il risultato è un prodotto artistico generativo, che poggia cioè le sue caratteristiche su un altro prodotto artistico.
L’allestimento curato da Streamcolors per la mostra di Etro al Mudec comprende un’interfaccia utente di tipo touch screen da 48 pollici, un led wall, un grande specchio che raddoppia la superficie scenografica e – a terra – un pavimento riflettente. Come spiega Giacomo Giannella, anima creativa di Streamcolors
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Bellissimo, mi sono immersa in un mondo di fiaba, colori, sogni, storia, in poche parole di bellezza! Complimenti a tutti!