“Bisogna superare il precariato con assunzioni di giovani a tempo indeterminato. E bisogna avere il coraggio di investire, altrimenti non potremo offrire assistenza ai malati”. Così, all’agenzia stampa sulla sanità Dire, il dottor Antonio Magi, segretario generale del sindacato Sumai (Sindacato unico di medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria, rappresenta il 90% dei medici specialisti presenti sul territorio italiano). “I soldi ci sono, ma è arrivato il momento di investirli in qualcosa di strutturale”, prosegue Magi. “Solo così potremo superare il precariato e il blocco del turnover. Da dieci anni non si fanno più assunzioni e chi è andato in pensione generalmente non è stato sostituito. Ci sono poi tanti giovani che, non trovando vie d’uscita, hanno preferito andare all’estero. Il Servizio sanitario nazionale sta perdendo per questo molti professionisti e una situazione del genere è insostenibile”.
Età media: 56 anni
Magi ricorda quindi che i medici che oggi lavorano negli ospedali o negli ambulatori “hanno un’età media di 56 anni, che è molto alta. Non sostituire i medici che vanno in pensione”, spiega, “significa depauperare le conoscenze professionali, perché l’anziano non avrà la possibilità di trasmetterle al giovane. E questo sarà un grave handicap: avremo chirurghi che non avranno mai operato perché non sono mai stati affiancati da qualcuno con esperienza. Serve un ricambio generazionale, altrimenti tra poco ci saranno medici che non saranno più in grado di gestire flussi molto importanti di pazienti. Lo abbiamo visto anche durante questa emergenza, con medici costretti a turni massacranti, che non si sono ammalati di Covid ma di altro…”.
Non è il momento del libero mercato
Ma perché secondo lei non si assume personale? “Temo che si voglia andare verso il libero mercato, ma questo non è proprio il momento. Abbiamo visto che il Servizio sanitario ha funzionato molto bene durante l’emergenza, ma questo è stato possibile grazie al personale già inserito all’interno del sistema. Molti si sono prestati come volontari perché c’era un’emergenza, ma l’emergenza esisteva già prima del Covid. Basti pensare alle infinite liste d’attesa… Non so se ci sia la volontà di passare a un’attività libero professionale pura, ma in questo modo si distruggerebbe tutto quello che è stato creato finora, con il rischio di non poter più garantire l’assistenza a tutti quanti. Il medico libero professionista sicuramente potrebbe avere più soddisfazioni anche di natura economica ma andremmo a perdere il vantaggio del Servizio sanitario nazionale che risiede nell’articolo 32 della Costituzione”.
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- La sanità dell’Emilia Romagna (e il Morgagni-Pierantoni di Forlì) nella prestigiosa classifica dei migliori ospedali al mondo. La hit parade è stata pubblicata sul sito web di Newsweek e nell’edizione cartacea della rivista statunitense del 6 marzo. E un addio a Dino Amadori, una vita contro il cancro (testo di Salvatore Giannella, foto di Leonardo Michelini)
- Giordano Montorsi: “dono i miei quadri agli ospedali, così sostengo la sanità pubblica”.L’artista di Reggio Emilia, Giordano Montorsi, da anni lancia regali e grida ad arte per ricordare a tutti noi l’importanza del Servizio sanitario nazionale e la necessità di favorire l’efficienza del lavoro insostituibile di chi opera, medici infermieri e tecnici, oggi chiamati a vincere un’emergenza bellica
(via mail)
Buongiorno, mi aveva colpito l’appello lanciato su Giannella Channel [“Da dove andremo a ricominciare nella Sanità italiana? Assumendo giovani con contratti a termine”] dal dottor Antonio Magi, segretario generale del sindacato Sumai (Sindacato unico di medicina ambulatoriale italiana e professionalità dell’area sanitaria, che rappresenta il 90% dei medici specialisti presenti nel territorio italiano). Sono contento di segnalare ai nostri amici naviganti che nella legge di bilancio 2022 è stata inserita la norma per assumere 33mila medici, infermieri e operatori sanitari precari anti-Covid. È la soluzione ideata dal governo Draghi e nata dalla collaborazione tra i ministeri dell’Economia e della Salute, per quelli che in molti hanno ribattezzato “gli angeli dell’era Covid”. I particolari li ho ricavati dal Sole 24 Ore del 31 ottobre 2021.