Bassano del Grappa (Vicenza) dedica nel suo Museo Civico un grande, inedito tributo a Guido Crepax e al personaggio creato dal celebre fumettista milanese: Valentina Rosselli, in arte Valentina, apparsa per la prima volta sulla rivista Linus nel 1965. Curata dall’Archivio Crepax, con la collaborazione di Chiara Casarin, direttore del Museo e Giovanni Cunico, assessore alla Cultura, la mostra Valentina. Una vita con Crepax, ripercorre le avventure immaginate dal suo prolifico autore facendone la portavoce del ritratto di un’epoca. Il racconto inizia prima della nascita dell’iconica eroina, partendo dagli esordi professionali di Crepax come illustratore di innumerevoli copertine di dischi di ogni genere musicale, spaziando dalle importanti campagne pubblicitarie firmate per Shell, Dunlop, Campari e i Tessuti Terital, ai progetti per la televisione, il cinema e l’editoria, fino alla maturità artistica del fumettista che scelse di fare delle donne le protagoniste assolute di tutte le storie. Qui il ricordo, con spunti di attualità, che tracciai del grande disegnatore in occasione della sua scomparsa, nell’estate del 2003 (da Oggi, 13 agosto 2003).
L’uomo che ci ha lasciato giovedì 31 luglio 2003, a 70 anni, non era solo il creatore di Valentina, la frangetta più erotica del nostro immaginario. Guido Crepas, in arte Crepax, era anche un uomo di cultura “vera”, quella che combina intelligenza e umiltà. Chi scrive se ne accorse quando arrivò a inaugurare una sua mostra a Bussero, alle porte di Milano. Lì giunse con la moglie Luisa, snella e bella, che aveva adottato il caschetto di capelli di Valentina, e lì rispose a tutte le domande del pubblico con una sorprendente capacità di comunicazione e con un invito finale ai più giovani:
Cultura umile e anche giocosa, la sua: a un certo punto raccontò di come la sera, in gioventù, la si passasse a giocare alle battaglie napoleoniche con Emilio Tadini, i fratelli Abbado, Adriano De Zan, Giò Vercelloni.
Crepax era l’architetto dei fumetti, quello che aveva liberato la pagina della letteratura disegnata dalla schiavitù della striscia. Architetto era davvero: laureato al Politecnico di Milano, aveva lasciato questa strada per la grafica pubblicitaria e per realizzare le copertine di dischi, tra cui quella di Nel blu dipinto di blu di Modugno. L’esordio nel mondo dei fumetti avviene nel 1965 su Linus, la rivista fondata da Giovanni Gandini e, poi, diretta da Oreste del Buono. Sul secondo numero del mensile di fumetti esordì Neutron, in cui compare per la prima volta il personaggio di Valentina, eroina dell’amore libero che anticipa la liberazione femminile e che somiglia a Louise Brooks, attrice degli anni Venti. Il clima visivo e psicologico dell’epoca è quello nato dai film di Michelangelo Antonioni (L’eclisse è del 1962, Blow up del ’66). In quel clima Valentina rompe tanto gli schemi che nella redazione di Linus stimola l’idea di rappresaglie censorie come ricorda del Buono:
Crepax raccontava storie e piaceri di una Milano che non c’è più. E che non lo divertiva più. “Oggi sono un lettore un po’ disorientato e disinformato”, ammise a Bussero, alzandosi a nuovo simbolo del nostro inquieto presente.