Giorgio Ambrosoli con il figlio minore, Umberto

Sabato mattina, 15 dicembre, arriva Umberto Ambrosoli ai seggi per le primarie del centrosinistra nella regione Lombardia e chiede un voto per cambiare: “Di scandali in questi anni ce ne sono stati tanti che è diventata questa la normalità: la sequenza degli scandali”.

La sua vista sul Corriere.it mi fa affiorare alla mente il volto di suo padre, Giorgio, uno delle centinaia di italiani che hanno dato la vita per proteggere lo Stato, la libertà di stampa, il significato della giustizia, i nostri diritti: un fiume di sangue su cui si regge la Repubblica. A questi “Santi laici” è dedicato un libro edito da Rizzoli, che raccoglie storie e ritratti ricavati dal frequentatissimo blog di Beppe Grillo www.beppegrillo.it, che dal 2007 dedica agli uomini e donne uccisi per il loro impegno a favore della nostra democrazia un calendario: www.santilaici.it.

Mi affiora il volto di Giorgio Ambrosoli, dal 1974 commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, e ritrovo le sue parole in una lettera scritta alla moglie nel 1975, quattro anni prima di essere ucciso da un killer a pagamento, William Aricò, giunto appositamente dall’America. (Per i lettori più giovani: a ordinare quell’omicidio del 12 luglio 1979 era stato Michele Sindona, il finanziere siciliano proprietario della banca. Ambrosoli aveva detto no alle lusinghe, ai tentativi di corruzione, alle pressioni e alle minacce provenienti da Sindona, dal mondo politico democristiano e dalla Loggia P2. Di fronte a quel terribile crescendo d’interventi, che gli chiedeva di salvare il banchiere della mafia, Ambrosoli aveva tirato dritto e aveva pagato con la vita).

E’ bello rileggere quella lettera, sopratutto oggi, in tempi di scandali, cricche e crisi finanziarie:

Anna carissima,

è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I., atto che ovviamente non soddisferà molti e che è costato una bella fatica. Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese. Ricordi i giorni dell’Umi (Unione monarchica italiana, ndr), le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l’incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell’interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo. I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [… ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa. Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro.. Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi (…)

Giorgio

Enumerando edifici, monumenti e altri spazi dedicati a Giorgio Ambrosoli si potrebbe pensare che sia sempre stato un beniamino delle istituzioni, e che il suo impegno civile e la sua etica siano stati riconosciuti da subito. Invece quando era in vita è stato lasciato solo, e anche ai funerali non ha presenziato alcuna autorità pubblica, se si escludono alcuni esponenti della Banca d’Italia.

Di tale padre è figlio il candidato di oggi, Umberto Ambrosoli.

Salvatore Giannella

Post scriptum. In nottata arriva la notizia che Umberto Ambrosoli, il figlio dell'”eroe borghese”, è stato scelto a maggioranza dagli elettori di centrosinistra (57,64%) come candidato alla carica di governatore della Lombardia.