L’inflazione è la tassa più iniqua che ci sia perché colpisce le persone a reddito fisso e i piccoli risparmiatori. Perciò lo Stato non deve stampare moneta ma deve aumentare le sue entrate in modo di avere in cassa i soldi per dare lavoro e aumentare il Pil (Prodotto interno lordo). Per aumentare le entrate, lo Stato non deve aumentare le tasse (provvedimento recessivo) ma deve diminuire gli sprechi e le ruberie. E lo Stato italiano ha a disposizione una vera miniera d’oro.
L’evasione fiscale vale più di 100 miliardi l’anno e la corruzione ci costa 60 miliardi ogni anno (Corriere della Sera, 10 settembre 2010, nell’editoriale). La malavita organizzata succhia ogni anno 130 miliardi alle risorse del paese (Corriere, 24 agosto 2010, nella lettera dell’onorevole Walter Veltroni). Occorre abrogare subito la legge Pitzalis del 1959 che istituì i fannulloni autorizzati. Bisognerebbe far pagare le tasse anche ai prostituti e alle prostitute come fanno da molti anni in Germania e in Olanda: la Costituzione (articolo 53) dice che tutti devono pagare le tasse. L’industria della contraffazione ha un giro d’affari di 8 miliardi l’anno (Corriere, 28 novembre 2012, pagina 3, nell’articolo di Lorenzo Salvia). La mancata tutela del marchio «Made in Italy» ci costa, secondo Coldiretti, 300 mila posti di lavoro e oltre 100 miliardi ogni anno (Corriere, 16 marzo 2012, pagina 11).
In Italia ci sono più di 700 detrazioni e deduzioni fiscali per un valore di 240 miliardi (Corriere, 30 novembre 2012, pagina 29, nell’articolo di Ettore Marro). Si potrebbero risparmiare un sacco di soldi aggiudicando gli appalti pubblici attraverso gare veramente competitive (le gare dovrebbero essere estese a tutti i Paesi dell’euro) a parità di qualità (rispondenza ai requisiti) e quantità, e secondo la formula detta «a corpo». Lo Stato dispone di un patrimonio inutilizzato di 400 miliardi: vendendo (e non svendendo) tale patrimonio, si potrebbe ridurre il debito pubblico del 20 per cento, riducendo gli interessi da pagare di circa 16 miliardi.
Ricordo che se le nostre pubbliche amministrazioni funzionassero come quelle tedesche, noi non sprecheremmo 50 miliardi ogni anno (Corriere, 29 luglio 2012, nell’editoriale). La Germania (più di 80 milioni di abitanti) spende 30 miliardi meno di noi per il suo Stato sociale che funziona molto meglio del nostro (Corriere, 12 agosto 2012, nell’editoriale).
Mario Scarbocci, San Donato Milanese