Iniziative come Wagonnet, aperte dalle 6,45 alle 19, a Parigi e in provincia accolgono i bimbi dei pendolari. E per le ferrovie sono già un affare
Accanto al deposito bagagli il “deposito bambini”: le ferrovie francesi stanno aprendo asili nido nelle stazioni per aiutare i genitori pendolari. Accanto all’intento sociale c’è la voglia, da parte della società pubblica Sncf, di diversificare le fonti di guadagno affittando a società esterne i locali delle grandi stazioni, che negli ultimi anni si sono trasformate diventando simili a enormi centri commerciali. Ristoranti, librerie, negozi di abbigliamento e di elettronica, parrucchieri… Le stazioni copiano gli aeroporti e cercano di offrire qualsiasi merce o servizio possa interessare il cliente. In Francia, il Paese dalla natalità più alta in Europa dopo l’Irlanda, servono asili nido.
Il primo esperimento è cominciato, in piccolo, il 23 agosto 2010 a Roanne, una città di 35 mila abitanti nel dipartimento della Loira. I genitori in possesso di un abbonamento al treno regionale Ter da quel giorno possono lasciare i loro figli piccoli alla stazione prima di partire per andare a lavorare, nella maggior parte dei casi a St-Étienne o a Lione. In quell’occasione la Sncf, il comune di Roanne, la Cassa delle allocazioni famigliari, la regione Rhône-Alpes e il dipartimento della Loira si sono associati per trovare i 200mila euro necessari all’organizzazione dei locali, e hanno chiamato poi una società privata per gestire l’asilo, aperto tutti i giorni dalle 6:45 alle 19 (ma se il treno di ritorno ritarda, l’asilo resta aperto). I dieci posti disponibili sono stati subito assegnati, cercando di privilegiare le famiglie numerose e monoparentali.
Altri piccoli centri sono nati in provincia, e un asilo nido appena più grande – chiamato Wagonnet – è stato inaugurato ora alla Gare du Nord di Parigi, la più importante stazione d’Europa in termini di passeggeri (mezzo milione al giorno nei giorni lavorativi), che unisce la capitale francese alle grandi città del Nord (Bruxelles, Amsterdam, Londra) ma anche alla banlieue.
Nel 2007 la Gare du Nord fu teatro di una giornata intera di scontri tra centinaia di giovani e la polizia: un ragazzo aveva saltato il tornello per prendere il treno della metropolitana senza pagare il biglietto, due controllori lo fermarono con modi un po’ troppo brutali. Ne seguirono ore di guerriglia urbana che le forze dell’ordine affrontarono sparando i lacrimogeni. A cinque anni di distanza le tensioni sociali covano ma non esplodono, la Gare du Nord è stata completamente rinnovata e vicino agli Eurostar che partono per Londra i bambini – da 10 settimane a 4 anni – giocano con i Lego all’interno dei locali affidati alla società specializzata Babilou.
Un affare per tutti. La Sncf ha creato un dipartimento, Gares & Connexions, che ha il compito di seguire lo sviluppo delle grandi stazioni francesi con lo scopo di aumentarne la redditività, al di là dei ricavi legati alla vendita dei biglietti di treno. La direttrice generale è una donna, Rachel Picard: «L’incubo di molti lavoratori è a chi lasciare i bambini, e questo problema cresce a mano a mano che crescono i lavori in mobilità. La società francese, come il resto d’Europa, pretende ormai che le persone siano flessibili, agili, ma bisogna anche metterle nelle condizioni di farlo. Soprattutto nella regione parigina è un problema sentito, così abbiamo pensato che affittare dei locali a un asilo sarebbe stato un affare per tutti».
Gli asili nelle stazioni, sia pure agli esordi, nascono dall’esigenza sociale di moltiplicare gli aiuti – per lo meno logistici – alle famiglie. La Francia sta vivendo un momento di crisi economica resa evidente soprattutto dalla disoccupazione: oltre tre milioni di senza lavoro, pari al 10% della popolazione. Il paradosso è che in certi casi anche i cittadini, soprattutto donne, che un lavoro ce l’avrebbero sono costretti ad abbandonarlo perché non sanno a chi lasciare i bambini.
Posti mancanti. Il governo Ayrault ha così promesso di intervenire, sulla base di una promessa elettorale del presidente François Hollande. Continuano infatti a mancare circa mezzo milione di posti negli asili pubblici per i piccoli sotto i 4 anni. «Ogni anno, 9 bambini su 10 si vedono rifiutare il posto negli asili pubblici», denuncia il collettivo Crèchequisepasse, che un mese fa ha organizzato una manifestazione di protesta davanti al ministero degli Affari sociali a Parigi, chiedendo garanzie alla ministra delegata alla Famiglia, Dominique Bertinotti.
L’associazione Osez le féminisme! ha lanciato una campagna intitolata «Chi si occuperà dei bambini?» (strizzata d’occhio alla celebre e sprezzante battuta dell’oggi ministro degli Esteri Laurent Fabius all’allora candidata presidenziale Ségolène Royal, nel 2006), per denunciare che «oggi sono di fatto le donne a patire le conseguenze della crisi e della mancanza di posti negli asili. Sono loro che smettono di lavorare. E il 94% dei congedi parentali sono presi dalle madre, anche se pure i padri ne avrebbero diritto».
La ministra Bertinotti risponde lanciando una iniziativa per la prima infanzia, consultazioni con genitori e associazioni di settore per rendere più chiari e più giusti, intanto, i criteri in base ai quali una famiglia può ottenere o meno uno dei rari posti pubblici.
Nel frattempo, chi può permetterselo ricorre agli asili privati, o cerca di godere delle convenzioni stipulate dal datore di lavoro come nel caso di Wagonnet alla Gare du Nord. La supervisione è affidata alla Protection maternelle et infantile, un’istituzione pubblica fondata alla fine della Seconda Guerra mondiale, e la società che offre il servizio è la stessa di Roanne. «La Gare du Nord è un grande luogo di passaggio spesso per entrambi i genitori», spiega Floriane Eymard, di Babilou, «che possono fare a turno per venire a portare o prendere il loro piccolo».
L’apertura delle stazioni è ancora agli inizi e accedere non è facile. Nel caso della Gare du Nord, bisogna lavorare per un’azienda o un’istituzione convenzionata con l’asilo, altrimenti non c’è possibilità di aggiudicarsi uno dei circa 30 posti a disposizione.
Oltre Parigi. Ma Sncf vuole andare avanti, sviluppare l’idea nella regione di Parigi ma anche nel resto della Francia, per un totale di 61 stazioni (alla gara d’appalto hanno risposto 38 società). All’inizio del 2013 verrà aperto un asilo nella stazione di Amiens, e le babysitter sono previste nella ristrutturazione della stazione di Le Mans, che l’anno prossimo offrirà anche l’affitto di uffici e sale conferenze. «La stazione sarà un luogo centrale nella vita di ogni giorno», dice Sébastien Van Hoove di Gares & Connexions, «dove si potrà lasciare il bambino, andare dal medico, fare la spesa o lasciare una giacca in tintoria. La vita quotidiana è già molto complicata, occorre fare il possibile per semplificarla». Cominciando dai neonati.