O la immaginazione tornerà in vigore, e le illusioni riprenderanno corpo e sostanza in una vita energica e mobile, e la vita tornerà ad esser cosa viva e non morta, e la grandezza e la bellezza delle cose torneranno a parere una sostanza, e la religione riacquisterà il suo credito; o questo mondo diverrà un serraglio di disperati, e forse anche un deserto…

Giacomo Leopardi, “Zibaldone di pensieri”

(VISSO)
L’invito nella capitale del Parco nazionale dei monti Sibillini mi permette di ritrovare un angolo tra i più incantati d’Italia, tra Marche e Umbria, e molti volti amici (cito per tutti lo zoologo e direttore del Parco Franco Perco*, autore di uno stimolante testo “Andare in natura”, e l’organizzatore di eventi Stefano Greco). Ma fa incontrare anche volti nuovi dalle caratteristiche sorprendenti. Francesco Fornaciari, per esempio (che mi viene presentato dal consigliere del Parco, l’ingegner Roberto Giommi) è falegname, artigiano e vigile del fuoco. Spegne fiamme ma la sua anima alimenta un incendio poetico, non del tutto inatteso nel borgo che conserva gli originali delle poesie di Leopardi (link).

Ha scritto di lui Antonio Longo: “Fornaciari diventa poeta perché dentro la cosiddetta ‘vena’ lo spinge a cercare nei suoi pensieri immagini e parole che sostituiscano quelle consuete, quelle che si usano tutti i giorni, in ogni circostanza; ed ha la fortuna di trovarla quella ‘vena’, come ha fortuna chi cerca l’acqua e la trova senza neppure scendere in profondità; al punto che può descrivere le immagini che gli suggerisce la sua fantasia e farla rivivere prodigiosamente come un Geppetto che trae dal pezzo informe di legno il profilo di Pinocchio”.

Ecco qui di seguito due poesie di Francesco: “Nebbia d’autunno” e “Mio padre”. (Chi lo volesse contattare, scriva alla mia mail: salvatoregiannella@yahoo.it).

NEBBIA D’AUTUNNO

(19 ottobre 2000)

Silenziosa la collina dorme.

Mille occhi discreti ci guardano.

Tu sei come la nebbia d’autunno che avvolge

dolcemente la vallata ed il pioppeto.

Tu sei entrata in me con un amore discreto,

mi avvolgi, mi sfiori, mi parli della solitudine,

ti lasci accarezzare.

piana-castelluccio-norcia-nebbia

La Piana di Castelluccio, invasa da un banco di nebbia.

MIO PADRE

(marzo 2006)

Quando da lontano vedevo una nuvola che si alzava…

eri tu con i tuoi buoi che tornavi dal campo.

Con i tuoi piedi nudi e grandi calpestavi la polvere

che il sole cocente d’estate rendeva sottile come talco.

Grande era la stanchezza…

Il sudore creava solchi nella tua schiena nuda

ma tu ci regalavi un sorriso.

Tu hai saputo carpire dal terreno i suoi frutti per noi.

Le cicale cullavano il tuo riposo…

Io silenzioso ti guardavo e invidiavo la tua forza,

la tua dolcezza e mi chiedevo chissà se mai io

sarei diventato come te…

* A PROPOSITO

Franco Perco, direttore del Parco dei Sibillini,

esorta a cambiare la legge sulla caccia

franco-perco

Franco Perco è direttore del Parco dei Sibillini dal novembre 2010.

Caro Salvatore!

È stato un bel momento averTi rivisto. Grazie ancora per il Tuo intervento. Ci ha dato più fiducia e inoltre ha fornito stimoli importanti per chi, fra gli operatori, aveva le orecchie (e il cuore)… spalancati.

Ora, a me. Come ricordi, e lo ho sottolineato, vengo dalla zoologia e non posso averla dimenticata. Soprattutto un elemento che è quello della cattiva (pessima) gestione faunistica che si fa nella nostra Italia.

Purtroppo né l’università e neppure le associazioni ambientaliste, per motivi di tasca i primi e di etica i secondi (ovviamente con sfumature e approcci diversi. E ci sono anche alcuni, pochi, illuminati), la vorrebbero cambiare, a partire dal problema della caccia, che si preferisce resti com’è. La loro inerzia (parlo in senso generale, sia chiaro) mi sembra scandalosa. Paradossalmente, sono più attivi gruppuscoli di cacciatori (ma solo quelli di selezione) moderni che vorrebbero qualcosa di diverso. Ovvio, per il loro interesse. Ma che coincide con quelli della collettività.

Queste considerazioni che Ti passo mi inducono a chiedere ai lettori di Giannella Channel che cosa si potrebbe fare. In primis sarebbe da modificare la legge (157/1992) sulla caccia, e poi il resto. Ne ho parlato con Ermete Realacci e Fabio Renzi ma hanno altri problemi. Pazienza, continuerò a muovermi. Magari a livello locale, per iniziare. E magari con il vostro aiuto.

Un abbraccio!

Franco Perco