Un ex presidente e amministratore delegato di Fiat, Paolo Fresco, che dona 25 milioni di dollari per la ricerca contro il Parkinson (la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo l’Alzheimer, la sua incidenza è tra 8 e 18 per 100.000 persone-anno). Un comune calabrese che delibera la costruzione di un cimitero internazionale per i migranti morti nel Mediterraneo (ogni mese muoiono annegati 300 migranti, secondo il tragico bilancio dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Dall’inizio del 2015 le vittime sono già quasi 3 mila, per l’esattezza 2.987).
Sono le due lettere del mese di ottobre (una al Corriere della Sera e l’altra a Repubblica) che abbiamo scelto per la nostra rubrica dedicata a illuminare messaggi a firma dei tanti italiani che scrivono al direttore. Sono lettere e autori che, per ciò che rivelano, riteniamo meritino una platea più ampia di quella che si svela in un solo giornale e che Giannella Channel offre con questo spazio supplementare. Leggiamole. (s.g.)
Buone notizie contro il Parkinson
Una buona notizia: un privato cittadino ha regalato 25 milioni di dollari per la ricerca contro il morbo di Parkinson e l’importo potrebbe salire a 60 milioni in tre anni. E un’altra buona notizia è che il donatore è un italiano: Paolo Fresco, già presidente e amministratore delegato di Fiat. Il manager, che aveva pensato con la moglie malata di Parkinson di destinare l’eredità agli studi sul morbo, ha deciso di anticipare i tempi e di donare. In vita, quelle somme alla New York University per meglio indirizzarne gli impieghi.
L’iniziativa sorprende: è un esempio di imprenditoria illuminata di stampo anglosassone che in silenzio porta avanti un’iniziativa di restituzione che meraviglia ancor più che, da noi, si concentra sul proprio piccolo o grande particolare, su guadagni senza scopo e su gretti interessi personali. Un esempio di generosità di cui fa bene parlare, dopo aver letto per mesi di muri tra i popoli, di egoismi privati e pubblici, di rappresentanti del popolo inascoltabili. Un alito di fresco nel deserto”.
Teresio Asola (teresio.asola@hotmail.it)
Quelle croci nel segno di Alan
Il Comune del paese di Tarsia in Calabria ha deliberato la costruzione di un cimitero internazionale per i migranti morti nel Mediterraneo. Sarà intitolato a Alan e al fratellino, i bambini siriani annegati a Bodrum. Significativo, perché a Tarsia è nato, nel settembre 1940, il primo e più grande campo d’internamento per ebrei stranieri in Italia. Il cimitero è accanto all’ex campo di internamento di Ferramonti. Proprio per dare un valore universale a quest’opera umanitaria”.
Tina Lepri (tina.lepri@alice.it)
Grazie mille per la ritrovata fiducia nel genere umano.
Politici e manager sono ormai categorie appartenenti spesso ad altri generi e questi avvenimenti, soprattutto presi in sordina, ci ridonano un osservatorio più ottimista di cui avevamo veramente bisogno.
Evviva!!
Roberto