Un ex presidente e amministratore delegato di Fiat, Paolo Fresco, che dona 25 milioni di dollari per la ricerca contro il Parkinson (la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo l’Alzheimer, la sua incidenza è tra 8 e 18 per 100.000 persone-anno). Un comune calabrese che delibera la costruzione di un cimitero internazionale per i migranti morti nel Mediterraneo (ogni mese muoiono annegati 300 migranti, secondo il tragico bilancio dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Dall’inizio del 2015 le vittime sono già quasi 3 mila, per l’esattezza 2.987).

Sono le due lettere del mese di ottobre (una al Corriere della Sera e l’altra a Repubblica) che abbiamo scelto per la nostra rubrica dedicata a illuminare messaggi a firma dei tanti italiani che scrivono al direttore. Sono lettere e autori che, per ciò che rivelano, riteniamo meritino una platea più ampia di quella che si svela in un solo giornale e che Giannella Channel offre con questo spazio supplementare. Leggiamole. (s.g.)

Buone notizie contro il Parkinson

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Paolo Fresco (Milano, 1933), dal 1998 al 2003 presidente e amministratore delegato di Fiat. La sua donazione va alla New York University che creerà l’Istituto Marlene e Paolo Fresco contro il Parkinson. Un terzo della donazione sarà gestito dalla fondazione italiana che finanzierà istituti di ricerca in Italia in coordinamento con il comitato scientifico di NYU. Un altro terzo sarà destinato dalla università americana a ricercatori italiani che potranno andare a lavorare per due anni in America nella specialità, con l’impegno a rientrare in Italia.

Una buona notizia: un privato cittadino ha regalato 25 milioni di dollari per la ricerca contro il morbo di Parkinson e l’importo potrebbe salire a 60 milioni in tre anni. E un’altra buona notizia è che il donatore è un italiano: Paolo Fresco, già presidente e amministratore delegato di Fiat. Il manager, che aveva pensato con la moglie malata di Parkinson di destinare l’eredità agli studi sul morbo, ha deciso di anticipare i tempi e di donare. In vita, quelle somme alla New York University per meglio indirizzarne gli impieghi.

L’iniziativa sorprende: è un esempio di imprenditoria illuminata di stampo anglosassone che in silenzio porta avanti un’iniziativa di restituzione che meraviglia ancor più che, da noi, si concentra sul proprio piccolo o grande particolare, su guadagni senza scopo e su gretti interessi personali. Un esempio di generosità di cui fa bene parlare, dopo aver letto per mesi di muri tra i popoli, di egoismi privati e pubblici, di rappresentanti del popolo inascoltabili. Un alito di fresco nel deserto”.

Teresio Asola (teresio.asola@hotmail.it)


Quelle croci nel segno di Alan

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Una panoramica del comune di Tarsia (Cosenza), poco più di duemila abitanti. Il suo territorio è incluso nell’itinerario enogastronomico Strada del Vino e dei Sapori della Sibaritide.

Il Comune del paese di Tarsia in Calabria ha deliberato la costruzione di un cimitero internazionale per i migranti morti nel Mediterraneo. Sarà intitolato a Alan e al fratellino, i bambini siriani annegati a Bodrum. Significativo, perché a Tarsia è nato, nel settembre 1940, il primo e più grande campo d’internamento per ebrei stranieri in Italia. Il cimitero è accanto all’ex campo di internamento di Ferramonti. Proprio per dare un valore universale a quest’opera umanitaria”.

Tina Lepri (tina.lepri@alice.it)