Relitto del Paguro, una tragedia che l’Emilia Romagna ha trasformato in vita e turismo
Nel lontano 1965 una piattaforma affondò al largo di Ravenna. Su quelle strutture martoriate è pian piano esplosa una nuova vita che affascina migliaia di subacquei che si immergono ogni anno. Un progetto (il primo e unico in Italia di barriera artificiale costruita riusando le parti sommerse di sei piattaforme Eni dismesse e demolite) che rappresenta il simbolo del coraggio e della forza della comunità emiliano romagnola
I cento turismi
introduzione di Salvatore Giannella, testo di Attilio Rinaldi per Giannella Channel
Relitto del Paguro, una tragedia che l’Emilia Romagna ha trasformato in vita e turismo
Nel lontano 1965 una piattaforma affondò al largo di Ravenna. Su quelle strutture martoriate è pian piano esplosa una nuova vita che affascina migliaia di subacquei che si immergono ogni anno. Un progetto (il primo e unico in Italia di barriera artificiale costruita riusando le parti sommerse di sei piattaforme Eni dismesse e demolite) che rappresenta il simbolo del coraggio e della forza della comunità emiliano romagnola
I cento turismi
introduzione di Salvatore Giannella, testo di Attilio Rinaldi per Giannella Channel
Gli emiliani sono così. Devono fare una macchina? Loro ti tirano fuori una Ferrari. Devono fare una moto? Loro costruiscono una Ducati. Devono fare un formaggio? Loro si inventano il Parmigiano Reggiano. Devono fare due spaghetti? Loro mettono in piedi la Barilla. Devono farti una caffè? Loro ti fanno la Saeco. Devono trovare qualcuno che scriva canzonette? Loro ti fanno nascere gente come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Vasco Rossi, Ligabue e Samuele Bersani. Devono farti una siringa o una provetta? Loro ti tirano su un’azienda biomedicale. Devono fare quattro piastrelle? Loro se ne escono con delle maioliche. Sono come i giapponesi, gli emiliani, non si fermano, non si stancano, e se devono fare una cosa, a loro piace farla bene e bella e utile e tutti insieme.
Ed è proprio in questo modo che io cerco di essere emiliano ogni giorno.
Ci sono delle pietre da raccogliere dopo un terremoto? Noi ne faremo cattedrali.
Ho chiesto al biologo marino Attilio Rinaldi, uno dei protagonisti della metamorfosi vitale del Paguro, di ricostruire per Giannella Channel questa storia esemplare. (s.g.)
Purtroppo, quando il 28 settembre 1965 la trivella raggiunse il giacimento a circa 2.900 metri di profondità, ci fu un’improvvisa eruzione di fluido. Oltre al giacimento oggetto della perforazione, la trivella intaccò un secondo giacimento sottostante, non previsto, che conteneva gas ad altissima pressione. Vennero immediatamente attivate le valvole di sicurezza di testa pozzo, che funzionarono perfettamente e tennero la pressione. Poco dopo però le pareti del pozzo cedettero e si sprigionò l’eruzione di gas, a quel punto non più controllabile. La piattaforma si trovò avvolta da acqua, gas metano e fiamme alte fino a 30 metri, alimentate dallo stesso gas. Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ricorda:
Le parti metalliche che si trovavano sopra l’eruzione cedettero. Fu così che la piattaforma si inabissò il 29 settembre nel cratere formato nel fondale dallo stesso gas che continuava a fuoriuscire a una pressione di 600 atmosfere.
La piattaforma Paguro, varata nel 1963 a Porto Corsini, nel settembre 1965 doveva perforare il pozzo PC7 per raggiungere un giacimento a circa 2900 metri di profondità. Purtroppo, oltre a quello la trivella intaccò un secondo giacimento, che conteneva gas a pressione elevatissima. Furono subito attivate le misure di sicurezza, ma dopo poco le pareti del pozzo cedettero e sprigionarono un’eruzione non controllabile.
Il Paguro fu travolto, si incendiò. Nell’incidente persero la vita tre tecnici dell’Agip: Pietro Peri, Arturo Biagini e Bernardo Gervasoni.
Il Paguro da quel lontano 1965 iniziò la propria metamorfosi e su quelle strutture martoriate da quel tragico evento è pian piano esplosa una nuova vita che affascina migliaia di subacquei che si immergono ogni anno.
Quel relitto si è popolato da una rigogliosa presenza di fauna e flora
La elevata produttività dell’area ha positivamente inciso sull’insediamento di organismi viventi appartenenti ai diversi phylum (è il gruppo tassonomico gerarchicamente inferiore al regno e superiore alla classe, Ndr) di animali tipici degli ambienti marini. Grazie a tali condizioni il Paguro è nel tempo diventato un sito particolarmente apprezzato dai subacquei amatoriali. Nei porti della costa emiliano-romagnola vengono organizzate dalle Associazioni subacquee e da privati crociere subacquee programmate. Una sorta di turismo subacqueo in un’area poco vocata per queste attività.
L’indotto generato è indubbiamente interessante se si considerano le ricadute sulla nautica e quelle derivanti dal ristoro e dai soggiorno. Vista la tendenza nella fruizione e i valori ambientali da preservare è stato predisposto un regolamento per organizzare al meglio le visite e l’uso responsabile di quella risorsa.
Obiettivo primario per la corretta gestione del sito Relitto della Piattaforma Paguro è la conservazione, tutela e valorizzazione dell’area ove sia vietata qualsiasi attività di pesca sportiva o professionale e siano autorizzate le sole immersioni sportive e didattiche nonché quelle dedicate alla ricerca scientifica.
Il presidente dell’Associazione Paguro, Giovanni Fucci, ha donato ai familiari, ai reduci e alle autorità l’originale della Domenica del Corriere del 10 ottobre 1965 con il famoso disegno di Walter Molino dell’evento e una medaglia commemorativa del 50° anniversario.
Dal lontano 1996 a oggi sono state realizzate sul relitto del Paguro oltre 63.000 immersioni grazie alle decine di volontari accompagnatori subacquei dell’Associazione che volontariamente e gratuitamente accompagnano i sub. Fino al 2007 le uscite dei subacquei venivano realizzate esclusivamente il sabato e la domenica, mentre dal 2008 l’incremento è causato da nuove richieste infrasettimanali. Sono state realizzati anche molti concorsi foto-video subacquei, libri fotografici, libri scientifici, tre tesi di laurea, vari progetti di ripopolamento ittico di specie autoctone e il primo e unico progetto in Italia di costruzione di reef artificiale riutilizzando le parti sommerse di sei piattaforme ENI dismesse e demolite nel 1999/2000. Nei sedici anni di attività non si è mai verificato alcun incidente per l’attività preventiva realizzata e il supporto garantito dai soci dell’Associazione che con 23 “accompagnatori subacquei volontari” assicurano, gratuitamente, una corretta immersione a quanti non sono mai andati al Paguro.
Date significative | |
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1962/63 | La piattaforma di perforazione “Paguro” viene costruita a Porto Corsini (RA). Il suo scafo di forma triangolare è di circa 60 m di lato e alto 6,50 m, ai vertici tre gambe lunghe 80 m circa, di cui una dotata di eliporto; |
1965, 28 settembre | La piattaforma viene investita dall’eruzione di gas, brucia e affonda il 29 settembre nel cratere formato dalla fuoriuscita del gas; |
1990-91 | Sono depositate sopra e attorno al relitto piccole strutture di altri pozzi dismessi; |
1994, dicembre | La Provincia di Ravenna trasmette al competente Ministero formale richiesta per l’istituzione di una “Zona di tutela biologica”; |
1995, 21 luglio | Il Ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali istituisce con decreto la “Zona di tutela biologica”; |
1996 | Viene costituita a Ravenna, quale organo di gestione della “Zona di tutela biologica”; l’”Associazione Paguro”, (via Marmarica, 23 – 48023 Marina di Ravenna – RA tel. e fax: +39 0544 531140, mail: paguro@racine.ra.it, web: associazionepaguro.org) |
1996, 5 novembre | Il ministero delle Risorse agricole, alimentari e forestali, con decreto, autorizza le immersioni amatoriali nella “Zona di tutela biologica”; |
1997, 18 gennaio | La Capitaneria di Porto di Ravenna approva il “Regolamento di gestione” della “Zona di tutela biologica” e autorizza l’Associazione Paguro alla gestione della stessa; |
1999-2000 | L’Associazione Paguro realizza, a un centinaio di metri dal relitto, una seconda zona di ripopolamento ricollocando sul fondale alcune sottostrutture di piattaforme dismesse, donate dall’ENI-AGIP e rese idonee allo scopo; |
2011 | Con Decisione della Commissione europea 2012/14/UE del 18 novembre 2011 vengono definiti ulteriori vincoli di tutela attribuendo all’area “Paguro” il rango di “Sito di importanza comunitaria” (SIC IT4070026). La Regione Emilia-Romagna registra questo SIC nei propri registri “Natura 2000” e predispone un nuovo regolamento. |
ANCORA UN MOMENTO, PREGO
Il relitto del Paguro?
Un tuffo nell’anima,
parola di campione
L’Adriatico romagnolo è tra le zone raccomandate ai sub
da Umberto Pelizzari, recordman mondiale
in tutte le discipline dell’apnea
Per completezza d’informazione, gli altri luoghi indicati dal famoso sub sono: Santa Teresa di Gallura, in Sardegna (“tra i posti più carichi di energia vitale che abbia mai visto”); Le grotte di Alghero (“se c’è un posto adatto per un tuffo nell’anima, è questo, la Grotta del Cervo, e il Cristo degli Abissi a San Fruttuoso, in Liguria tra Camogli e Portofino”); Lampedusa, l’isola dei Conigli; l’isola d’Elba.