Francesco, naturalmente. Ma non solo. Se l’enciclica di Papa Bergoglio ‘Laudato sì’ si è ormai imposta ai media e all’opinione pubblica mondiale, facendo diventare papa Francesco (‘nomen omen’) protagonista della battaglia per salvare Madre Terra, per scoprire le radici dell’alleanza naturale tra religioni ed ecologia, dobbiamo tornare all’altro e più famoso Francesco, il Santo ovviamente. E partire dalla sua città: Assisi. Proprio nella città umbra, infatti, si tenne nell’ ottobre 1986 la prima storica riunione tra i massimi rappresentanti delle cinque maggiori religioni del mondo e delle più grandi organizzazioni ambientaliste. Protagonista indiscusso, Papa Giovanni Paolo II, comprimari d’eccellenza 60 rappresentanti di altre religioni, compreso il Dalai Lama. A fare da apripista al dialogo tra religioni e mondo ambientalista fu proprio lui, Filippo, il Duca di Edimburgo, tra i padri fondatori del WWF internazionale e suo presidente dal 1981 al 1996, nonché presidente emerito sino alla sua morte, avvenuta il 9 aprile scorso, a quasi cento anni.

Nella città di frate Francesco è dunque nata una rete che si è poi velocemente diramata nel mondo intero e che è stata ‘ufficializzata’ nel 1995 nel castello di Windsor, sempre a opera del lungimirante principe Filippo, con la fondazione di ARC (Alliance Religions and Conservation), sostenuta dalle maggiori fedi del pianeta, coinvolte in centinaia di progetti per la tutela della Natura e dell’ambiente in decine di Paesi.

Purtroppo questo ruolo di antesignano del duca di Edinburgo non è stato mai adeguatamente riconosciuto. Dopo la sua morte, si sono versati fiumi d’inchiostro sul lungo matrimonio del principe consorte con l’ultima, vera, grande regina, Elisabetta II, nonché sulle sue cosidette gaffes (in realtà espressioni di graffiante e quanto mai britannico sense of humour) e sulle sue presunte avventure amorose. Pochissimi gli accenni ai suoi 50 anni di impegno sul fronte della difesa della natura, sia come presidente mondiale del WWF che come fondatore di ARC.

Fulco Pratesi con il Principe Filippo all'Oasi Palo

Il principe Filippo, primo presidente del WWF Internazionale, visita il Parco d’Abruzzo negli anni Settanta in compagnia dell’architetto Fulco Pratesi, presidente onorario e tra i fondatori del WWF Italia. Dice Pratesi: “In una visita al WWF a Roma nel ‘95, Filippo ci disse che se fosse stato distrutto il Colosseo, disponendo di disegni e di rilievi, si sarebbe potuto in qualche modo ricostruirlo. Se si fosse estinto il rinoceronte indiano, allora in grave pericolo, nemmeno Dio avrebbe potuto rifarlo”.

Peccato, perché vi assicuro che la sua passione e la sua competenza sui temi ambientali erano davvero eccezionali. Ne ho avuto personalmente la prova perché ho incontrato varie volte il principe, quand’ero presidente del WWF Italia, dal 1992 al 1998 e membro del Board del WWF International, durante i convegni annuali dell’associazione internazionale in tanti paesi del mondo, dal Nepal al Sud Africa, dalla Germania all’Argentina (incluse un paio di tappe ‘at home’, come diceva lui, ovvero a Buckingham Palace).

Non si è fermato mai, neppure in tarda età. Ricordo un seminario su “Futuro delle reti tra religioni ed ecologia”, nel novembre 2015, in cui Filippo ha tracciato un bilancio della straordinaria parabola dell’ARC nel medioevale e austero Lambeth Palace, sede dell’Arcivescovo di Canterbury, affacciato sul Tamigi, proprio di fronte a Westminster.

All’incontro, a cui ho partecipato anch’io, erano presenti una cinquantina di esponenti delle fedi che operano con ARC e vari leader ambientalisti, tra cui spiccava la giovane e dinamica Elizabeth McLeod, a capo di The Nature Conservancy, che ha curato con Martin Palmer, direttore di ARC, l’importante meeting.

grazia-francescato-Patagonia-Carrettera-1992

Grazia Francescato ripresa da Daniele Pellegrini durante uno dei suoi numerosi reportage per Airone, il mensile diretto da Salvatore Giannella dal 1986 al 1994. Grazia è ritratta sotto il grande ombrello del Pangue, una sorta di dinosauro vegetale irto di spine, molto diffuso in Chiloé e Patagonia cilena. Indossa il mitico ‘traje de agua’, una cerata gialla che è l’indumento d’obbligo nell’isola cilena, dove la pioggia è di casa.

A benedire i lavori, appunto, il principe Filippo. Dritto come un fuso e lucidissimo nonostante i suoi 94 anni, ha tenuto a braccio un discorso poi pubblicato sul sito Twitter di Buckingham Palace, cliccato da 1 milione e 400 mila followers! “Se uno crede in Dio, come può non sentirsi responsabile della cura del suo Creato?”, ha sintetizzato il principe con la sua usuale franchezza. Domanda che è alla base della filosofia – e della pratica – di passato e futuro di ARC, dedita ad aiutare le più importanti religioni del mondo – che insieme contano ben l’84% della popolazione mondiale, ovvero 5,8 miliardi di persone – a sviluppare progetti e programmi ambientali basati sugli insegnamenti e le credenze di fondo delle varie fedi.

Una consonanza profonda che è stata declinata in una gamma variegata di filoni d’intervento. Qualche esempio: il lavoro ventennale con le religioni in Cina per far fronte al preoccupante deterioramento dell’ambiente; la collaborazione con i buddisti in Cambogia o con le comunità islamiche in Indonesia per tutelare le foreste a rischio e la biodiversità minacciata; il progetto denominato Faith in Water portato avanti con l’Unicef in migliaia di scuole affiliate alle fedi (il 50% delle scuole del pianeta lo sono) per migliorare la cura del ciclo dell’acqua e le condizioni igieniche (le cui carenze causano il 20% delle morti nei bambini sotto i 14 anni).

Grande spazio, ovviamente, è stato dato in questi anni alla sfida del cambiamento climatico: sono centinaia i progetti varati in altrettanti Paesi per promuovere le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e immancabile la presenza di ARC alle conferenze ONU sul clima (compresa la prossima, che si terrà a Glasgow a novembre 2021).

Visita del Principe Filippo presso sede WWF Italia - 1995

1995. La visita del Principe Filippo (nella coppia al centro, con Grazia Francescato) presso la sede di WWF Italia.

Tra i progetti più originali, il ‘greening dei pellegrinaggi’… Tenuto conto che nel mondo, secondo i dati del World Tourism Organization, l’organismo delle Nazioni Unite, ci sono 330 milioni di pellegrini in movimento (con un’impronta ecologica spesso molto pesante sui luoghi di percorso e sosta), ARC ha lanciato il programma Città delle fedi- i pellegrini per un pianeta vivente che interessa decine di città: da Roma, Fatima o Lourdes per i cristiani a Makka e Touba per l’Islam, da Amritsar per i Sikhs a Tai Shan per i Daoisti. Le iniziative concrete includono l’uso di bus elettrici o ibridi per il trasporto dei fedeli: l’illuminazione con LED dei percorsi più gettonati dai pellegrini; il riciclaggio delle bottiglie di plastica in uso nei punti di sosta. Ma anche la distribuzione di manuali per sensibilizzare i viaggiatori e di preghiere per la protezione di Madre Terra.

La differenza rispetto alle ‘normali’ organizzazioni ambientaliste sta nell’approccio, sottolinea il direttore Martin Palmer: l’ARC ha il suo pilastro nella dimensione etica e spirituale delle fedi, nel senso di responsabilità e nel concetto di cura che ogni credente sente di fronte al Creato, opera di Dio. Come non sentire l’eco delle parole del Papa che, nella Laudato Sì e nella più recente enciclica Fratelli tutti mette l’accento sui diritti umani universali, in primis quelli dei poveri dimenticati, senza trascurare però di celebrare il senso di meraviglia e di gratitudine per la bellezza del Creato e per i doni di Dio sparsi sul pianeta. Così come non manca di riconoscere il ruolo cruciale, pur con limiti e carenze, dei movimenti ambientalisti mondiali nei decenni scorsi, profeti troppo spesso non ascoltati, neppure dalle Chiese e dalle religioni, che hanno segnato su questo fronte un drammatico ritardo.

Ritardo ammesso anche da Martin Palmer, da sempre molto vicino al WWF International: “I profeti siete stati VOI, gli ambientalisti”, ci ha detto a Lambeth Palace, “e purtroppo non NOI, gli esponenti delle religioni. Voi siete stati i leader e noi i follower. Ma ora ambedue gli schieramenti sono maturati e possiamo procedere insieme di pari passo”.

board WWF Internazionale - Sudafrica

Il board di WWF Internazionale ritratto in un incontro avvenuto in Sudafrica.

All’inizio del Terzo Millennio, nel momento di massima accelerazione della crisi ambientale, che si salda e si somma a quelle sociali, economiche, culturali ed etiche del nostro tempo, e oggi -drammaticamente- con la crisi pandemica, prodotto anch’essa dello squilibrio ambientale, l’alleanza tra fedi ed ecologia appare dunque simmetrica e imprescindibile.

Se in Italia l’ARC non si è ancora costituita (nonostante qualche tentativo della sottoscritta, impegnata da decenni a mettere in luce i legami tra Natura e Spiritualità, cui ho dedicato due libri), il ruolo di antesignana dell’ecologia ‘integrale’ predicata da Papa Francesco spetta senza dubbio a Greenaccord, un’associazione per la salvaguardia del creato, laica ma vicina alla Chiesa, che si occupa da quasi un decennio di formazione e informazione sui temi ambientali, rivolgendosi in particolare al sistema dei media italiano e internazionale. Promotrice di numerose conferenze e incontri di grande spessore, essenzialmente centrati sulle strategie e sugli strumenti per far fronte alle varie sfide ambientali, cambiamento climatico in primis, e sul percorso verso quella “conversione ecologica” dell’economia e della società indicata nell’enciclica papale (ma la formula è stata ‘inventata’ già negli anni 90 da Alex Langer, leader dei Verdi europei e punta di diamante del pensiero e delle pratiche ecologiste), Greenaccord si sta ora concentrando anche sul filone della finanza sostenibile. In particolare punta sul disinvestimento da settori devastanti per l’ambiente e la società (es: combustibili fossili, ogm, etc) e, di converso, su investimenti verso ambiti sostenibili a livello economico, sociale e ambientale (es: efficienza, energetica, fonti rinnovabili, agricoltura biologica, mobilità soft, bioarchitettura, etc). L’associazione non è la sola, nel mondo cattolico, a operare in questa direzione: sono ormai numerose le organizzazioni che stanno diventando protagoniste del cambiamento, come il Global Catholic Movement e la Focsiv (Federazione Organismi Cristiani Internazionale Volontariato).

Analoga campagna, denominata Faith in Finance, sta impegnando negli ultimi tempi l’ARC. L’obiettivo, condiviso da alcune organizzazioni finanziarie, è quello di definire linee guida affinché le varie fedi possano reinvestire le loro risorse finanziarie in investimenti coerenti con i princìpi chiave delle varie religioni.

Lanciata in Cina nel dicembre 2013, la campagna ha avuto il suo lancio in un convegno internazionale a Zug, in Svizzera, in ottobre 2017 nel centro dei Gesuiti di Lassalle ed è stato seguito dalla creazione di centri internazionali di ricerca sulla finanza sostenibile. Non basta: si sono messi a punto vari progetti concreti in cui le fedi potranno investire i loro denari con la garanzia che siano pienamente rispondenti ai valori e ai principi basilari delle varie religioni. Qualche esempio: un impianto di trattamento dei rifiuti a Kano, in Nigeria, città meta di un importante pellegrinaggio Sufi nel Subsahara (valore 30 milioni di euro); sostituzione di sistemi di riscaldamento inefficienti con impianti a rinnovabili in 200 templi Daoisti nella provincia di Jiangsu, in Cina (valore 14 milioni di euro); infrastrutture per trasporti sostenibili, riciclaggio rifiuti, sistema idrico in Amritsar, India, città che riceve circa centomila pellegrini Sikh al giorno.

1995 - Principe Filippo con Grazia Francescato, Presidente WWF Italia, e Sindaco Roma Rutelli - evento Bulgari

Evento Bulgari, 1995. Il Principe Filippo con Grazia Francescato, Presidente WWF Italia, e il sindaco di Roma Francesco Rutelli.

Naturalmente l’ARC (che recentemente ha cambiato nome, ora Faith in Invest, per dare ancora più peso al proprio impegno nella trasformazione del mondo finanziario) mira a diffondere le guidelines ben oltre i territori delle fedi. Si propone dunque come esempio pilota in altri ambiti finanziari, sempre più consapevoli, paradossalmente anche ‘grazie’ alla pandemia, che la cosiddetta ‘ripartenza dopo Covid’ obbliga a una radicale inversione di rotta. Stelle polari: la cura, l’interconnessione (ben sintetizzata dal Papa con la frase: “Non si può essere sani su un pianeta malato”) e un’autentica sostenibilità non solo ambientale, ma sociale ed economica. Un epocale salto di qualità della coscienza collettiva, che metta in primo piano la visione olistica (tout se tient) che sta al cuore sia dell’ecologia che delle fedi e della spiritualità.

Per far capire finalmente a tutti – come scriveva Gregory Bateson nel suo profetico libro Verso un’ecologia della mente, che

esiste una più vasta sapienza all’interno della quale la specie umana deve riconoscersi: è la struttura che unisce, che tiene insieme le stelle e gli anemoni di mare, le sequoie e l’uomo.

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Grazia Francescato, Presidente WWF, con Principe Filippo - 1995Grazia Francescato (con il principe Filippo arrivato in visita a Roma nel 1995) è giornalista e leader ambientalista, già presidente del WWF Italia, dei Verdi italiani ed europei; già responsabile rapporti internazionali di Greenaccord. Membro del Consiglio Generale di Aspen Institute, collabora attualmente a Women 20, il filone del G20 che ha come protagoniste le donne e continua il suo impegno nel dialogo tra fedi ed ecologia. Ha scritto un saggio sulla Laudato Sì, pubblicato dalla LEV (Libreria Editrice Vaticana) nel 2016 e due libri sul rapporto tra Natura e Spiritualità: In viaggio con l’Arcangelo e Lo sguardo dell’anima, pubblicati da Edizioni Mediterranee.