letteraA proposito delle preoccupazioni sulla crisi di uno dei pilastri dell’economia italiana, quella del turismo, già oggetto di altri interventi su Giannella Channel, ecco due lettere che affrontano le mancate opportunità di un grande sito patrimonio mondiale dell’umanità (Pompei) e un piccolo particolare riguardante la riviera romagnola (le brioches surgelate).

  • POMPEI: QUEI MILIONI DI VISITATORI
    Ho letto il bell’articolo di Gian Antonio Stella in merito a quanto è accaduto a Pompei (Corriere della Sera, 20 giugno 2013). Noi stiamo buttando via un capitale enorme per sciatteria e incapacità, ma anche per mancanza di un minimo spirito imprenditoriale. Recentemente sono stato in Siria (appena prima dei disordini) e in Giordania. Ho visitato Palmira e Petra, entrambe emozionanti, ma niente a che vedere con Pompei. Biglietto d’ingresso a Palmira: 50 euro e lo stesso a Petra. A Pompei: 11 euro! Perché? 40 euro di differenza per i 2,5 milioni di visitatori annui a Pompei fanno la bella somma di 100 milioni di euro all’anno persi, con cui si potrebbero finanziare moltissime cose. Però a Palmira e Petra il turista trova un’ottima offerta per cui si può calcolare che ognuno lasci in loco mediamente tra i 200 e i 300 euro tra arrivo, albergo, visita e partenza. A Pompei, appena conclusa la visita, sempre che questa sia possibile, al turista non resta che scappare da quel posto degradato e inospitale. Ma 200/300 euro per 2,5 milioni di visitatori significano 500/750 milioni di euro annui che potrebbero rimanere sul luogo. Qualcuno pensa a quante cose si potrebbero fare?

    Antonio Giuliani, Milano (Corriere della Sera, 11 luglio 2013)

  • CESENA: ABBASSO LE BRIOCHES CONGELATE
    Anche i bar di Cesena hanno ceduto allo schifo delle brioches congelate da stazione di servizio in autostrada. Ormai anche nei locali più “in” o nei mitici bar del Centro storico si trovano solo queste cose orrende de-congelate e riscaldate che ricordo di aver visto in passato solo nelle stazioni di servizio delle autostrade. Ma dove sono finite quelle belle ‘paste’ che arrivavano la mattina da alcune delle migliori pasticcerie della riviera romagnola? Perché voler riempire i nostri stomaci di schifezze? Anche perché il costo per noi poveri utenti è sempre lo stesso ma voi, cari gestori, quanto ci guadagnate?
    Concludo parlando anche di certi cappuccini orridi, con schiume impossibili… Ma i cesenati non si fanno prendere per il naso, e di gestori onesti in giro ce ne sono (anche se pochi, purtroppo). Nei loro bar, a volte piccoli, di passaggio, si trascorrono quei minuti così importanti per la colazione che purtroppo molti di noi non riescono a consumare a casa. Ma lì, in quei piccoli locali, per qualche minuto, il tempo di dare un’occhiata anche ai giornali, il nostro gusto e il nostro stomaco vengono premiati. Buona colazione a tutti.

    Giuseppe Ridolfi, Cesena (La Voce, 11 luglio 2013)