Con gli smartphone eletti a dispositivo preferito, i video come mezzo di informazione acquistano importanza fondamentale. E quindi occorre focalizzarsi sul modo migliore di utilizzarli per potenziare la comunicazione sulle piattaforme mobili. Ne parla diffusamente Mario R. García in un interessante articolo sul suo blog, spiegando che il video va imponendosi come il formato più adatto per tablet e smartphone.

A un raduno di editori e direttori risalente a qualche mese fa, nel corso di una sessione “botta e risposta” seguita a una mia presentazione, un direttore mi chiese quale immaginavo che sarebbe stata la più grande sfida per coloro che dirigevano le redazioni e che curavano la produzione di notizie e informazione per la loro presentazione nelle svariate piattaforme.

Due parole mi si affacciarono alla mente: smartphone e video.
Non v’è dubbio, nella mia mente, che se dovessi scommettere su una delle quattro piattaforme mediatiche (telefono, Internet, stampa e tablet) be’, li metterei sugli smartphone. Smartphone e video vanno a braccetto, e credo che se dovessimo individuare un’area ove vi sia bisogno di offrire più formazione e assicurare innovazioni più sorprendenti, ciò riguarda l’uso del video inteso come complemento a servizi e articoli, in special modo sui dispositivi mobili.
Tuttavia, in molte redazioni tradizionali “video” non è il più positivo dei termini: è un campo di second’ordine, di terzo a volte: un qualcosa che associamo alla TV e ai suoi notiziari, piuttosto che alle notizie pubblicate da un giornale, seppur elettronico. Per me questa è la sfida odierna: portare i responsabili delle reazioni tradizionali, classicamente orientati e ispirati al mondo della “stampa”, a pensare “in termini di video” e incorporare quest’idea nelle loro riunioni periodiche con la redazione.

L’ASCESA DELLO SMARTPHONE COME DISPOSITIVO PRIMARIO. Secondo il rapporto Nieman Lab, scritto da Joshua Benton: “I nuovi dati editi da eMarketer stimano che, negli Stati Uniti, circa il 23% del traffico web generato dagli americani viaggerà su dispositivi mobili: questo mettendo in conto il totale delle forme di comunicazione ivi incluse televisione, radio e stampa; il “mobile” è già in testa agli altri mezzi elettronici, ovvero laptop e desktop (18%), e la sua fetta di audience crescerà ulteriormente in sintonia con il crescere dei canali e la riduzione del costo dei dispositivi elettronici che lo supportano”.

Benton aggiunge: “Sette anni dopo l’avvento dell’iPhone, gli smartphone si sono trasformati da strumento elettronico tecnologico elitario a sofisticati computer da mano, tascabili e per tutti: hanno cambiato in maniera epocale il modo in cui la gente apprende le notizie, e temo che molte aziende non abbiano ancora compresa la portata di tale cambiamento”.
Gli smartphone sono macchine sociali, personali, strumenti ottimizzati per fornire all’individuo informazione e divertimento: ebbene, molta parte di questa ottimizzazione e/o potenziamento di queste nuove ”notizie” viaggia mediante il formato video.
Tutto ciò è corroborato anche dal terzo Digital News Report, che si tiene annualmente e ha un raggio di azione che copre una decina di stati.

Gli smartphone stanno incoraggiando gli utenti a cercare e ottenere notizie lungo l’arco di tutta la giornata, facendo così ridurre la dipendenza dall’abitudine di un apposito orario per guardare la televisione o aspettare l’uscita del giornale”.

VIDEO E TABLET. Se esiste un dispositivo mobile ove il video regna sovrano, è il tablet: secondo i risultati di un recente studio, vediamo la fruizione video aumentare su tablet a spese degli smartphone; dai dati di Living With Digital, ricerca commissionata da Futursource Consulting, emerge come l’evidente crescita del consumo video sui tablet, fatto che comprova la “cannibalizzazione” da parte di questi ultimi a danno degli smartphone.

PERCHÉ SI GUARDANO I VIDEO SUGLI SMARTPHONE. Secondo una ricerca di Business Insider Intelligence la fruizione video su telefoni cellulari è cresciuta maggiormente che non quella su PC o su tablet nell’ultimo anno, e così oggi negli Stati Uniti sono ben 41 milioni le persone che lo fanno regolarmente.
Secondo questo studio, gli schermi ridotti tipici della gran parte degli smartphone non costituiscano un ostacolo per i video: messaggio che dovrebbe risuonare nelle orecchie di ogni caporedattore o grafico e in ogni redazione.
I video “da smartphone” hanno un comune denominatore: sono, per la maggior parte, brevi, solo il 40% dura più di dieci minuti. Dato questo comprovato dal lavoro svolto con edizioni destinate proprio agli smartphone, e testimoniato da gruppi di studio che lo documentano globalmente.