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Felipe Julián Hernandez Lorca

È in atto una trasformazione epocale di tutto il sistema editoriale che ci costringerà a ritrovare non solo nuovi modelli di business ma, imporrà presto l’esigenza di tornare a salvaguardare l’importante ruolo che il giornalista deve assumere nelle moderne democrazie. E proprio per continuare il suo approccio critico ai meccanismi di funzionamento del sistema dei media, anche alla luce dei numerosi dibattiti organizzati su questo tema, Media Duemila comincia a esplorare altri sistemi organizzativi del mondo editoriale per una comparazione internazionale. L’intervista a Felipe Julián Hernandez Lorca (giornalista e docente presso la Facultad de Comunicación y Documentación della Universidad de Murcia), racconta una ricostruzione del sistema dell’informazione in Spagna proprio a partire dalla figura del giornalista, professione di indubbio rilievo del mondo dell’editoria.

Esiste un Albo dei giornalisti in Spagna?

In Spagna esistono ‘Asociaciones de la prensa’ a livello provinciale, regionale e una al livello nazionale che ingloba tutte le altre. Io sono il presidente della Asociación dei giornalisti della Murcia, la regione dove risiedo.

In Spagna per esercitare e scrivere come giornalista bisogna essere laureati?

Vi è un ampio dibattito oggi in Spagna a proposito dell’esercizio di questa professione senza il titolo di studio di giornalista. Si è giunti comunque alla conclusione che i vecchi giornalisti che si sono fatti da soli e hanno doti di scrittura oltre ad una grande professionalità continueranno a fare i giornalisti anche senza il titolo di studio.

Quindi significa che anche se non si è giornalisti per titolo di studio universitario si può esserlo di fatto?

Si, certamente. Si può scrivere senza il titolo. E’ un aspetto che riguarda l’ impresa e le sue specifiche scelte. Ma il problema, in verità, sta nell’errata interpretazione dell’articolo 20 della costituzione spagnola che recita “tutti possono dare e ricevere informazione veritiera […]” Se interpretato in maniera scorretta tutti possono essere giornalisti! Chiunque si può dedicare a questa professione.

Tuttavia, possiamo senz’altro dire che una cosa è il diritto a dare e ricevere informazione veritiera e un’altra cosa è essere un professionista. In conclusione giornalista, secondo una definizione che si avvicina molto alla realtà, non è colui che scrive sui giornali, che può essere anche un collaboratore esterno, ma colui che effettivamente dedica tutto il suo tempo a questa professione e ottiene in cambio una remunerazione economica. Vive di questa attività, è la sua professione. Questa è la vera definizione di giornalista in Spagna.

I gruppi editoriali possono assumere persone che non siano giornalisti laureati, tuttavia, nelle organizzazioni professionali come il Collegio dei giornalisti di Murcia non si possono iscrivere come membri giornalisti se non possiedono la laurea.

Un giovane che vuole diventare giornalista in Spagna cosa deve fare?

Bisogna prima di tutto vincolarsi ad un gruppo editoriale e cominciare a farsi notare. Con l’andare del tempo è diventata sempre più richiesta la laurea di giornalista, ma la cosa più importante è vincolarsi ad un mezzo di comunicazione e scrivere e firmare tanti articoli. Insomma bisogna farsi notare per acquisire notorietà pubblica. I media tendono ad assumere qualcuno di noto e riconosciuto per la sua professionalità e le sue competenze.

In Italia per essere riconosciuto nell’Albo dei giornalisti bisogna, tra le altre cose, avere scritto un numero fisso di articoli e dopo sarà possibile l’ iscrizione. In Spagna come si procede?

In Spagna è diverso. Se vieni assunto da un gruppo editoriale sia come interno o anche come collaboratore esterno e si firmano articoli si può essere considerati giornalisti anche senza la laurea e senza l’iscrizione all’Associazione. Tuttavia, voglio precisare che in Spagna molti amano chiamarsi giornalisti, ma che non lo sono e con il loro modo di fare mettono in cattiva luce anche l’etica della professione. Personalmente quando mi vengono fatte richieste di iscrizione all’Associazione dei giornalisti di Murcia perché hanno scritto questo o quell’articolo, dico loro che non sono giornalisti perché non si dedicano esclusivamente a questa professione, scrivendo, al contrario, sporadicamente per qualche testata.

Inoltre vorrei precisare che in un altro momento storico, quando a Murcia non c’era la Facoltà di Scienze della Comunicazione c’erano nell’organico dell’Associazione della Stampa molti professionisti non laureati. Oggi non è più così. Non è possibile fare parte dell’Associazione della Stampa se non si è laureati.

In conclusione, le organizzazioni professionali accettano soltanto professionisti laureati e le imprese assumono chi vogliono, con o senza titolo di studio universitario.

Chi si occupa di comunicazione nella Pubblica Amministrazione?

Sono gli uffici stampa dei ministeri. In questo caso vengono assunti solo professionisti in possesso di una laurea.

Qual è allora la funzione dell’Organizzazione dei giornalisti?

Come ho già detto si è creata una discrepanza nella interpretazione che si dà all’art. 20 della Costituzione spagnola. Le Associazioni della Stampa e dei giornalisti, vogliono, in primo luogo attuare un’azione di difesa dei diritti di questa categoria professionale, ma è difficile far comprendere ai governanti che i giornalisti sono coloro che hanno una formazione specifica. In Spagna il giornalismo non è una professione liberale come quella del medico o dell’avvocato, ma, deve avere una specializzazione che la differenzi dal giornalismo che possiamo chiamare “generalista”. Per questo è nata l’Associazione, affinché il giornalista abbia una specializzazione in un’area determinata. Nell’ambito del giornalismo generico è necessario cercare la specializzazione in una specifica area, questo oltre a dare importanza alla formazione per ciascuna specifica professione è un arricchimento del curriculum professionale.

La Asociación de la Prensa de Murcia è nata nel 1906. Le Associazioni sono organizzate al livello provinciale e regionale e infine, come detto, vengono raggruppate in ambito nazionale dalla Federazione di Associazioni di Stampa della Spagna.

Chi si iscrive all’Associazione possiede una tessera che ti accredita di fronte alle Istituzioni e alle autorità dei poteri pubblici, oltre a facilitare l’accesso alla professione.

Si può dire, secondo Lei, in merito alla crisi del giornalismo e della stampa che sta attraversando oggi la Spagna, che esso dipende anche dalla nascita delle nuove tecnologie?

I nuovi mezzi di comunicazione hanno rallentato le attività dei media più tradizionali. Questo significa che esiste una concorrenza che può mettere fine al giornalismo convenzionale o classico, come lo abbiamo inteso fino a questo momento. Il vero problema si trova nel concetto di ‘gratuità’ che ha provocato un gran danno al concetto di giornalismo. Si è maturata l’idea che l’informazione di qualità è gratuita e, quindi, la crisi attuale della stampa convenzionale è stata provocata fondamentalmente dall’avvento di Internet.
La lettura di un giornale su supporto digitale permette di non uscire di casa per andare all’edicola ad acquistare il quotidiano. Per questo il giornale che possiede un sito Web sta riducendo di fatto oggi le informazioni messe a disposizione per fornire, invece, il giornale completo, ma a pagamento su un supporto digitale come il tablet.

Io credo che l’argomento principale di cui il giornalismo, nel futuro, dovrà tenere conto si trova nella validità dei contenuti che verranno trasferiti in supporto digitale.

Le informazioni più complete e gli approfondimenti si acquisiranno in versione cartacea presso l’edicola o nella versione su supporto digitale. Con la consapevolezza che i giovani oggi sono quel settore della popolazione che non legge più i giornali dobbiamo essere coscienti che il futuro è nel giornale virtuale e non più in quello cartaceo. Anzi, questo sarà destinato solo ad un’elite. Si capovolgerà quindi la situazione che abbiamo vissuto fino ad oggi.

Livia Serlupi Crescenzi. Traduzione di Ana Catalina Mannino. Media2000@tin.it