A differenza dei tanti che lo seguono sul web, ho incontrato di persona lo scrittore brasiliano, uno degli autori più importanti della letteratura mondiale con opere pubblicate in 170 Paesi e in 73 lingue. L’incontro avvenne nei Paesi Baschi, a poca distanza dal suo “buen retiro” pirenaico, nel maggio del 2006 per il settimanale Oggi, vent’anni dopo il primo romanzo “Il cammino di Santiago” e in occasione dell’uscita del suo nuovo libro: “Sono come un fiume che scorre”. Un libro, mi spiegò, che segnava una svolta personale: era “l’inizio di un nuovo viaggio per scovare i tesori della gente semplice”. Semplice come il contadino vicino di casa, suo “guru” segreto. Ecco le parole che ricavai da quell’incontro.
Vitoria (Spagna).
Coerentemente con il titolo del suo nuovo libro (“Sono come il fiume che scorre”, Bompiani, 16€), Paulo Coelho ha ripreso il suo cammino. Un Grande Viaggio, a vent’anni dalle tappe percorse sul Cammino di Santiago, che sta portando l’instancabile “scrittore pellegrino” più letto e famoso al mondo a uscire dal suo letargo nel rifugio sui Pirenei francesi (un vecchio mulino a Tarbes è il suo rifugio per quattro mesi all’anno) per incontri da strada con i suoi lettori in mezzo mondo. Obiettivo dichiarato:
Perché, ricorda Coelho visto che è alle porte l’estate, il tempo delle vacanze, a un viaggio “esteriore” corrisponde sempre un viaggio “interiore” e ciò che conta, in sintonia con quanto ha scritto il poeta greco Kavafis, è rendersi conto che lo scopo del viaggio non è quello di raggiungere un punto geografico, ma è il viaggio in sé e la ricchezza che esso racchiude. Aggiunge Coelho:
Con la mitica Transiberiana
La prima tappa? Santiago di Compostela, questa città in Galizia dove c’è il santuario visitato da secoli, ma ancor di più da quando Coelho ne ha parlato nel suo primo romanzo (“Il cammino di Santiago”, appunto): nel 1986 erano stati 400 i pellegrini in visita, oggi sono più che decuplicati. Dopo una puntata in Portogallo (tra le “fermate”, anche Fatima, altro sito baluardo della fede cristiana), Paulo è giunto nei giorni scorsi a Vitoria nei Paesi Baschi dove lo incontro nella maestosa cattedrale che ha fatto da cornice a una sua premiazione; sarà poi ospite d’onore a Torino dove lo aspettano alla Sala Azzurra della Fiera del Libro, e poi via via per città piccole (“mai grandi, le metropoli sono troppo dispersive”), dalla Tunisia alla Germania, all’Ucraina (qui ha in agenda l’incontro con i sopravvissuti del disastro nucleare di Chernobyl), fino alla Russia estrema, a Vladivostock, dopo aver percorso con varie fermate tutto l’itinerario con la Transiberiana, un treno che è anche un mito. Sempre con una tecnica semplice: quella dell’ invito via internet (il suo sito è paulocoelhoblog.com), di un messaggio radio e, soprattutto, del passaparola dagli editori ai lettori amici.
Un debole per il gesuita Francesco Saverio
Il Santo Traduttore
Incoraggiato a dargli del tu, chiedo a Coelho: “Già leggendo il tuo nuovo libro, che raccoglie ordinatamente cento storie e pagine di diario da te scritte durante gli ultimi anni, viene fuori un atlante geografico con tante località in cui ti sei dissetato alla Fontana della conoscenza, raccogliendo vicende straordinarie ma esposte nella loro secchezza, senza inutili sovrastrutture. Come a Oshakan, alle pendici del monte Ararat in Armenia, l’unico paese al mondo che ogni 9 ottobre celebra con grande pompa il giorno del Santo Traduttore, San Mesrob, e con lui festeggiano tutte le persone che costruiscono ponti per far comunicare meglio l’umanità. O come quando, durante il World Economic Forum di Davos, un premio Nobel per la Pace (l’israeliano Shimon Peres) ti ha raccontato il momento dell’aurora. Momento che non è quando, a una certa distanza, si è in grado di distinguere una pecora da un cane, né quando si è in grado di distinguere un olivo da un fico “ma è quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento dell’aurora, quello in cui finisce la notte e comincia il giorno”.
“Bello il ricordo che mi fai di questo apologo citatomi da Peres. Però”, sottolinea Coelho, “Peres è un gigante, io invece il più delle volte scopro perle tra le persone comuni, nei luoghi più umili e quando meno te l’aspetti”.
“Per questo hai scelto di rifugiarti in un piccolo borgo ai piedi dei Pirenei?”, chiedo.
“Anche per questo. Ti svelerò un piccolo segreto di come sto organizzando la mia agenda personale. Ho diviso la mia attività in tre fasi: la fase che io chiamo “con tanta gente” (e sono i tre mesi di viaggio con gli incontri di strada e con gli autografi ai lettori amici). È il modo per vincere il problema chiave del nostro tempo: a differenza dei nostri antenati, viviamo avendo a disposizione la più grande quantità di informazione mai avuta, eppure a questa abbondanza non corrisponde un aumento della comprensione degli eventi; le notizie ci sommergono, mentre chi ha il privilegio di poter viaggiare può soffermarsi sui dettagli, sulle piccole cose che poi possono essere affrontate più da vicino, approfondite, capite, sviluppate in una propria interpretazione creativa. La seconda fase è “con poca gente” e coinciderà con i miei soggiorni di circa cinque mesi nella mia casa principale a Copacabana, nella nativa Rio de Janeiro, dove incontro i miei amici e grazie alla loro sensibilità potrò vagliare ancora meglio il materiale raccolto nella prima fase. Infine la fase “senza gente”, una fase di solitudine creativa che coincide con i miei soggiorni di quattro mesi nella casa ai piedi dei Pirenei. Qui, lontano dal mondo e dalle sue sofferenze, scrivo, avendo come punti di riferimento mia moglie, Christina, che è scultrice, e monsieur Barthe”.
Ho imparato a leggere il cielo
Barthe, chi è costui? Un agente letterario? Un consulente finanziario? No, è un anziano contadino e Coelho mi svela un altro piccolo segreto del suo universo familiare, cui farebbe bene a prestare attenzione Fabio Fazio e la sua squadra della popolare trasmissione televisiva “Che tempo che fa”:
A PROPOSITO
Vitamine per l’anima
Le frasi più celebri di Paulo Coelho
Da Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto
Da La strega di Portobello
Da Cronaca – Vent’anni dopo
Da Cronaca – Dialoghi con il maestro
Da Cronaca – L’amore nei dettagli
Da Brida
Da L’alchimista
Da Lo Zahir
Da Monte Cinque
Da Cronaca – Cominciare a 70 anni
Da Manuale del guerriero della luce