Nonostante il taglio degli incentivi e un calo del fatturato del 60%, l’Italia si conferma ai primi posti al mondo per potenza installata, con 17 GW di produzione di energia rinnovabile. Ma vanno cancellate la continua instabilità normativa, la poca chiarezza e l’eccessiva burocrazia introdotta dal Quinto Conto Energia

Roma si conferma la capitale anche per il numero di impianti fotovoltaici installati. Anche per il 2012 Roma è al primo posto con 5.381 impianti fotovoltaici attivi al 31 dicembre. A seguire Perugia (1.887 installazioni) e Ravenna (1.741 impianti).

La classifica, giunta alla sua settima edizione, è stata curata e diffusa dall’ufficio studi del Gruppo Ubisol, azienda emiliana specializzata in energie rinnovabili, sui dati ufficiali elaborati dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE).

Nel 2012 sono installati 141.886 nuovi impianti, con un totale di 472.082 installazioni attive nel nostro Paese. Basta un dato su tutti: in 7.857 comuni italiani è installato almeno un impianto fotovoltaico (97% dei comuni). Numeri che confermano l’Italia al primo posto al mondo per potenza installata insieme alla Germania.

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I dati positivi si fermano qua però. Tutto il comparto, dopo l’entrata in vigore del Quinto Conto Energia, ha subito profonde perdite. Il 2012 ha registrato un crollo del 64% della potenza installata. Lo scorso anno sono stati installati impianti per una potenza complessiva di 3.426 MW a fronte dei 9.303 MW del 2011.

Ancor più marcato il tracollo dei fatturati (in ragione anche del calo dei prezzi delle installazioni, sottolinea la Ubisol): 7 miliardi e 194 milioni di euro nel 2012 contro i 23 miliardi di euro del 2011. Tra un anno e l’altro si sono persi 16 miliardi di euro, una diminuzione del 69%.

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Numeri confermati anche da un’altra ricerca, realizzata a fine settembre 2012 da Enerpoint. Sono stati intervistati 1.400 operatori con un’età compresa tra i 25 e i 64 anni, residenti in tutto il territorio nazionale e per il 66% titolari della propria azienda.

Per la maggior parte degli intervistati (77,6%) è emerso come il Quinto Conto Energia, abbia avuto un impatto negativo sul loro business. Solo il 15,9% degli intervistati considera l’impatto minimo e sta rimodulando il suo modello di business.

Nel 49,7% dei casi è la continua instabilità legislativa e l’ingresso del registro a determinare un rallentamento del lavoro; per il 34,4% le maggiori difficoltà sono causate dalla complessa burocrazia e dalle innumerevoli pratiche amministrative necessarie per realizzare un impianto; l’11,3% denuncia una riduzione del lavoro anche per motivi finanziari e per la crisi economica.

“I dati emersi dalla ricerca – afferma Paolo Rocco Viscontini, presidente e AD di Enerpoint – rispecchiano la difficile situazione del mercato italiano e denunciano la continua instabilità normativa, la poca chiarezza e l’eccessiva burocrazia introdotta dal Quinto Conto Energia. Confido tuttavia nella capacità di reagire degli operatori del fotovoltaico. Il nostro comparto, con garanzie di continuità, può favorire in modo strategico la ripresa economica del Paese”.

*Fonte: Lifegate energy, 29/1/2013