Susana Soares, designer del prodotto, soffia nella camera utilizzata per stabilire la presenza delle molecole utili alla rilevazione della malattia. Le api vengono preventivamente addestrate per compiere uno spostamento verso la camera piccola in caso di presenza di tali molecole

Susana Soares, designer del prodotto, soffia nella camera utilizzata per stabilire la presenza delle molecole utili alla rilevazione della malattia. Le api vengono preventivamente addestrate per compiere uno spostamento verso la camera piccola in caso di presenza di tali molecole

Tre anni fa vennero alla ribalta alcuni ricercatori che, utilizzando le nanotecnologie, riuscirono a realizzare un sensore in grado di rilevare la presenza di un cancro occulto in una persona analizzandone il fiato. Oggi scopriamo che tale sensore in natura esiste già: è l’ape.

Che questo insetto possedesse uno straordinario senso dell’olfatto (è in grado di individuare molecole presenti in una concentrazione di parti per bilione) era risaputo, ma la designer portoghese Susana Soares ha dimostrato, in occasione della Dutch Design Week dell’ottobre scorso a Eindhoven in Olanda, che può essere addestrato per riconoscere le molecole che, nel fiato, indicano la presenza di un cancro nella persona.

Il video che spiega il meccanismo alla base del metodo.

Il dispositivo studiato dalla designer è costituito da due “camere”; nella prima, più piccola, il paziente deve soffiare; nella seconda, più grande, ci sono alcune api. Le due zone dell’apparecchio sono collegate con un tubo ricurvo in maniera tale da impedire alle api di passare accidentalmente dalla camera più grande alla più piccola.

Se nel fiato sono presenti determinate molecole che indicano la presenza di un tumore (ai polmoni, alla pelle, al pancreas, non ancora visibile agli esami normali) o la tubercolosi, le api si spostano verso la camera più piccola.

Questo comportamento si attiene con un addestramento che richiede appena 10 minuti e si basa sul riflesso pavloviano (per approfondire, link). Le api vengono infatti esposte all’odore che indica la presenza del cancro e ricompensate con del cibo (una soluzione di acqua e zucchero) ogni volta che l’odore è presente; in questo modo associano la presenza di cibo a quella dell’odore, diventando perfetti strumenti di diagnosi.

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