Una lettera al Giorno che ci ricorda la festa della Liberazione, senza se e senza ma, e rinfresca la memoria su una delle più atroci stragi nazifasciste: Sant’Anna di Stazzema (lì 560 abitanti, 130 bambini, il 12 agosto 1944 furono fucilati in massa dai soldati nazisti della 16. SS-Panzergrenadier – Division “Reichsführer SS”, comandata dal generale Max Simon, e da membri della 36ª brigata “Mussolini” travestiti con divise tedesche): vedi anche il ricordo del grande fotografo Romano Cagnoni per Giannella Channel: Romano ci ha lasciati nel 2018, a 82 anni, con discrezione come ha vissuto: un abbraccio solidale alla moglie Patricia Franceschetti.

Romano Cagnoni

Romano Cagnoni (Pietrasanta, Lucca, 1935 – 2018). Ha dedicato la sua vita al fotoreportage. A questo link la sua biografia.

L’elogio di una ricercatrice milanese al quotidiano di Torino per la sua costante attenzione alle novità della ricerca scientifica.

E il brano di Franco Cassano scelto da una libraia di Cesenatico che, attraverso il periodico Illustrati, ci ricorda l’importanza per la conoscenza e la democrazia delle librerie, specie quelle piccole di provincia. Sono le tre lettere ai direttori scelte questa settimana per la rubrica “Italiani brave penne”. Leggiamole.

Grazie 25 Aprile

Torna puntuale in questi giorni l’insensata polemica sulla Festa della Liberazione. Come accade ormai da tanto tempo, la ricorrenza del 25 Aprile invece di unire il Paese nel ricordo di chi ha combattuto il nazifascismo, lo divide con dispute ideologiche e pretestuose. Ci sono persino sindaci che hanno deciso di “abolire” la ricorrenza!

Per recuperare il senso della festa sarebbe invece necessario fare piazza pulita e tornare alle fondamenta storiche e ideali di questa giornata. E pensare che grazie al 25 Aprile è stato possibile liberare il Paese e rifondarlo sui princìpi di democrazia e libertà, quella stessa libertà che la dittatura aveva negato. In questo senso sono d’accordo con le parole pronunciate a Sant’Anna di Stazzema dal presidente della Camera, Roberto Fico:

È grazie a quella giornata straordinaria che noi oggi possiamo andare a scuola liberamente, abbiamo una sanità pubblica per tutti, ci son o i diritti dei lavoratori, delle minoranze, c’è il pluralismo, e non esistono distinzioni di sesso, razza, religione o di opinione politica. Quindi il 25 Aprile è giusto sfilare e festeggiare.

E sono felice che a Milano le celebrazioni per la festa della Liberazione vedano per la prima volta la partecipazione dell’Arcivescovo monsignor Mario Delpini, che martedì 16 aprile interverrà alla posa delle corone al Campo della Gloria, nel cimitero maggiore. Una partecipazione importante e utile a far riemergere l’autentico spirito della Resistenza, solidaristico e inclusivo.

Federico Moro, Milano

Monumento ossario di Sant'Anna di Stazzema

Monumento ossario di Sant’Anna di Stazzema.


Il portento della Stampa nella divulgazione scientifica

Caro Direttore Molinari, quando ho iniziato a studiare le tipologie di quotidiani italiani nel 2001, anno del mio ingresso in Rcs, i maestri mi indicarono il portento de La Stampa nella divulgazione scientifica. A Lei rivolgo dunque la mia riflessione leggera dopo la portentosa divulgazione della fotografia del buco nero. Le cose di spazio e tempo sono ora più sfuggenti e la nostra immaginazione fissa nuove prospettive. Sono già davanti a quella “ciambella” luminosa. Per un’analogia geometrica, mi sovviene la visione zenitale della cupola del Duomo di Parma decorata dal Correggio. La fuga di apostoli, santi, angeli, l’ascesa di Maria, l’empireo lontanante. È corretta la divagazione artistica dinanzi allo svelamento scientifico?

Sonia Orlandi, Milano

Cara Orlandi,

 

maurizio-molinarila vocazione scientifica del nostro giornale nasce da una città come Torino ed un territorio come il Nord-Ovest laboratori di innovazione, ricerca e nuove tecnologie per ricercatori locali come provenienti da tutto il mondo. Ecco perché abbiamo vissuto con un’emozione simile a quella che traspare dalla sua lettera la divulgazione da parte della Nasa della prima foto di un buco nero proveniente dalla profondità del cosmo ovvero 55 milioni di anni fa. L’unicità di quell’immagine sta nell’appartenere ad ogni essere umano – di ogni epoca – in quanto creatura del cosmo. Dando a tutti la conferma dell’esistenza di un’altra dimensione della nostra vita: connessa a fatti avvenuti in galassie remote ma non per questo a noi estranee.

 

Ciò che spinge lo sviluppo dell’uomo, sin dalla comparsa dei primi antenati, è il movimento: per cercare cibo e riparo, per insediarsi in luoghi più accoglienti, per scoprire nuove terre e infine per raggiungere altri Pianeti. In questa tendenza a muoversi, progredire, avanzare verso mete sempre più lontane e difficili c’è uno dei segreti della forza della vita, della creatività umana e del carattere inarrestabile della curiosità. Tutto ciò è all’origine del lavoro dei tanti che hanno contribuito a scattare la prima foto di un buco nero descrivendo una sfida che è solo all’inizio: farci sentire a casa nel cosmo. (Maurizio Molinari)


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Page Five, a Praga: una delle librerie più belle dell’Europa dell’est.

In provincia, lontani dagli eventi, più vicini ai sogni

Felicità, ricchezza e lunga vita. I librai lo sanno, i librai lo fanno.
Conosco una libraia di Tropea, giovane e caparbia, che aveva un’immensa necessità di condividere le sue letture, le sue scoperte. Una cosa talmente forte da farle aprire una libreria in un paese piccolo e talmente ostile alla cultura da non avere né biblioteca né teatro. Un paese che è stato commissariato per mafia. Una sfida dentro la sfida.

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La libreria “Pensiero Meridiano”, a Tropea.

Introduce alla lettura, crea gruppi di giovani lettori, racconta loro i viaggi fantastici che ha fatto “per carta”.

Ogni estate sceglie per se stessa letture che abbiano come tema l’acqua.

Ci siamo scritte spesso, abbiamo molte cose in comune a partire dalle molte ore passate quotidianamente tra gli scaffali. Certe sere, esauste, ci siamo raccontate di tutto e di più, tra curiosità e incoraggiamenti.

Le ho chiesto perché ha chiamato la sua libreria “Pensiero meridiano” e mi ha risposto:

Pensare meridiano significa pensare lentamente, significa saper vivere in provincia senza rancore, lontani dai grandi eventi, più vicini ai sogni.

Perché abbiamo scelto questa strada? Semplice. Per la felicità di conoscere ogni giorno qualcosa di nuovo, per poi poterlo regalare.

Per la ricchezza di avere del tempo e un posto dove le parole ancora contano e molto.

Per poter dare lunga vita al ricordo di chi ha scritto, letto e forse anche di noi stessi, quando non ci saremo più.

I librai lo sanno. (da Il pensiero meridiano, di Franco Cassano, Laterza)

Stephanie Chasslup, libreria
“Pagina 27”, Cesenatico