L’accusa di fiancheggiare il terrorismo da parte dell’Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Bahrein (e del presidente statunitense Trump, che contemporaneamente e strabicamente vende 36 aerei caccia F-15 americani a Doha, una commessa da 12 miliardi di dollari che «rafforza la sicurezza nella regione», afferma il Pentagono in un comunicato) fa piombare il Qatar in una condizione di isolamento non solo politico ed economico, ma anche culturale. A rischio istituzioni culturali e rapporti internazionali

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Il Museo dell’arte islamica sorge oggi su un’isola artificiale bagnata dalle acque del golfo di Doha.

La crisi diplomatica in Medio Oriente, che ha portato all’isolamento parziale del Qatar, all’indomani degli attentati terroristici in Gran Bretagna, potrebbe avere ripercussioni importanti anche sul fronte della cultura, arrivando a destabilizzare le istituzioni culturali e a mettere a rischio le partnership nella regione. Uno scenario apocalittico se si considera che negli ultimi anni ingenti sono stati gli investimenti finanziari per rendere la capitale Doha una destinazione chiave nel circuito globale dell’arte.

A RISCHIO IL TURISMO CULTURALE

Una crisi che rischia di avere ripercussioni globali in virtù del fatto che il Qatar, piccola ma ricchissima penisola affacciata sul Golfo Persico, è attualmente uno dei maggiori compratori di arte contemporanea al mondo. Per avere un’idea della ricchezza del paese anche dal punto di vista delle risorse investite basti pensare che la Sheika al Mayassa bint Hamad bin Khalifa al-Thani, presidente della Qatar Museums Authority, è considerata la donna più potente del sistema dell’arte secondo la Power List di Artreview, con una disponibilità per le acquisizioni d’arte che gli esperti stimano in oltre un miliardo di dollari all’anno. Una cifra mostruosa assolutamente proporzionata al piano di rilancio internazionale messo in campo negli ultimi anni per fare entrare il paese tra le mete più importanti del sistema dell’arte globale. Progetto culturale che rischia di tramontare da quando Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Yemen ed Egitto hanno deciso di interrompere ogni forma di legame politico ed economico con il Qatar, accusato di fiancheggiare il terrorismo islamico. Le compagnie di bandiera dei paesi coinvolti hanno bloccato tutti i voli da e verso Doha, facendo così crollare il numero di visitatori che si recano in Qatar per turismo culturale, come rivela anche un articolo di Gareth Harris e Aimee Dawson su The Art Newspaper.

IN PERICOLO I GRANDI INVESTIMENTI IN ARCHITETTURA

La chiusura di tutte le vie di comunicazione mette a repentaglio alcuni importanti progetti architettonici che hanno visto impegnati a Doha i grandi nomi dell’architettura globale. Dall’imponente torre commissionata nel 2013 al team Zaha Hadid Architects e prevista per il 2020, al super concorso vinto da Alejandro Aravena per il nuovo centro per l’arte sulla baia di Doha che dovrebbe essere inaugurato nel 2022, fino al National Museum of Qatar imponente progetto di Jean Nouvel già in costruzione da alcuni anni. Anche le istituzioni museali già inaugurate e avviate non se la passano meglio. I musei del Qatar, tra cui il Museum of Islamic Art e il Mathaf Arab Museum of Modern Art, hanno storicamente buoni rapporti culturali con le istituzioni pubbliche e private dei paesi del Medio Oriente e hanno spesso collaborato in progetti transazionali.

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Fonte: artribune.com. Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie del suo staff, diretto da Massimiliano Tonelli.