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Sono le 8.30 e come ogni mattina vi state recando al lavoro in metropolitana. Nel vagone, alcune facce note, gente con le vostre stesse abitudini. All’uscita della scala mobile, l’inaspettato: uno di questi sconosciuti si mette a suonare un pianoforte, così, en plein air. Che fate, non vi fermate a guardare e ad ascoltare, non chiedete agli altri curiosi che cosa sta succedendo? Se vi capita (come è già capitato a due milione di persone) siete protagonisti di Play Me, I’m Yours, un progetto di live art ideato dall’artista multidisciplinare britannico Luke Jerram che ha già disseminato oltre 750 pianoforti in 36 città di tutto il pianeta, di cui circa la metà in Europa (guarda i video di Londra 2009 e Bristol 2009). Gli strumenti, spesso personalizzati e decorati da artisti delle comunità locali, si trovano in spazi pubblici urbani quali parchi, fermate del bus, stazioni ferroviarie e del metrò, mercatini e ponti, e permettono a chiunque di suonare o semplicemente di ascoltare.

Luke Jerram al piano.

Luke Jerram al piano.

«L’idea di Play Me, I’m Yours mi è venuta nella lavanderia sotto casa, dove ogni weekend incontravo le stesse persone senza che nessuno mai si rivolgesse la parola», spiega Jerram. «Improvvisamente ho capito che nelle città esistono centinaia di queste comunità, invisibili, in cui si passa del tempo insieme in silenzio. Ho pensato che un pianoforte potesse cambiare questa dinamica, catalizzando la conversazione». Rompendo gli schemi che legano i cittadini all’ambiente circostante, gli strumenti di strada sono pensati per stimolare e attivare un nuovo senso di appartenenza al paesaggio urbano. Sono un mezzo di espressione, l’equivalente musicale di Facebook.

La voce si è sparsa velocemente dal primo Play Me di Birmingham del 2008, commissionato dal Fierce Festival. Quindici pianoforti sparsi nella città in tre settimane hanno radunato quasi 150.000 persone. Da allora Play Me ha girato in tutto il mondo come evento collaterale in partnership con manifestazioni e istituzioni quali, per esempio, i Giochi panamericani, la Los Angeles Chamber Orchestra, la Biennale di San Jose, il City of London Festival. Dopo il Sing For Hope di New York del 2010, la popstar Alicia Keys ha detto: «Play Me, I’m Yours è stato un bel momento per la nostra città, molto caldo. Mi ha fatto sentire orgogliosa di essere newyorkese e mi ha confermato le infinite possibilità offerte dalla strada». Anche il poeta e compositore francese Steve Villa-Massone sottolinea l’importanza della strada come luogo dove potersi esprimere liberamente: «La musica è felicità, piacere, amore. Per me la scena migliore per provare questi sentimenti è la strada, perché non ci sono limiti, non si deve rendere conto a nessuno, si può davvero suonare provando il piacere di suonare».

I pianoforte di strada hanno anche permesso a molti musicisti di uscire dall’anonimato. Sono centinaia di migliaia i pianisti che non hanno accesso regolare allo strumento. Nell’aprile 2013 Luke Jerram ha incontrato un compositore italiano, Samuele Rossini, arrivato a Londra in cerca di lavoro. All’uscita della stazione ferroviaria di St Pancras c’era un piano ad attenderlo. Suonandolo ogni giorno è stato notato e oggi ha inciso il suo primo album.

Il quarto Play Me del 2013 dopo Monterrey, Monaco di Baviera e Ginevra è stato organizzato a Parigi dall’agenzia Community. Forte è il legame con la musica della capitale francese, tanto che si è deciso di replicare l’edizione del 2012. Organizzati 40 micro-concerti di musicisti professionisti, animazioni e altre sorprese nelle altrettante location urbane suddivise nelle sezioni “Parchi e giardini”, “Sull’asfalto” e “Luoghi insoliti”. Tra questi ultimi, l’Hôpital Necker, l’Institut du monde arabe, l’Opéra Restaurant di Palazzo Garnier. «Si tratta di rendere accessibile lo strumento, uno strumento particolare, rivisitato, ad amanti del pianoforte, che sono moltissimi, migliaia di migliaia, che non ne posseggono uno e non hanno l’abitudine di suonare in pubblico e di creare legami sociali», spiega Eric Pacheco, l’organizzatore. Play Me resta a Parigi fino al 9 luglio. Le prossime note in libertà dell’anno attendono a Cleveland, Omaha e Boston rispettivamente in luglio, agosto e settembre.

Per portare Play Me, I’m Yours nella vostra città contattate Sally Realy alla mail admin@lukejerram.com

giulio_saetta* Fonte: Giulio Saetta per Giannella Channel. Giornalista professionista, Giulio Saetta è nato nel 1968 a Milano, dove vive e lavora. Cresciuto facendo libri d’arte in Electa, nel 2007 approda a Rcs MediaGroup. Redattore sportivo, enigmista e traduttore, nel 2010 viene chiamato a L’Europeo, dove si specializza nel giornalismo d’inchiesta e d’approfondimento.