Rainbow Village, il Villaggio Arcobaleno, è stato giudicato il migliore fra i progetti premiati, a marzo, a Lisbona, nell’ambito del programma europeo eTwinning, che mira a contribuire a colmare le distanze tra i cittadini più giovani e le istituzioni europee. In collaborazione fra di loro, scuole europee realizzano progetti didattici transnazionali, toccando vari temi, dal dialogo interculturale alle conseguenze dell’uso e abuso di alcolici. E, naturalmente, il tutto è reso possibile da internet e dai social media.
Viola De Sando ha intervistato per EurActiv.it alcune insegnanti italiane i cui progetti sono stati premiati il mese scorso e le ha scoperte piene di entusiasmo e di carica positiva didattica ed europea.
Ivana Natali, coordinatrice italiana di Rainbow Village, spiega che l’iniziativa “si basa sul concetto di simulazione globale, un’idea risalente agli Anni Settanta lanciata da un gruppo di ricercatori di Fle (francese lingua straniera): gli studenti creano il loro proprio mondo (per esempio un condominio o un hotel) dove interagiscono, assumono nuove identità e reagiscono a specifiche situazioni”. Insomma, una sorta di Second Life all’origine ‘ante litteram’.
Il progetto – che ha coinvolto 338 alunni dagli 11 ai 15 anni e 8 insegnanti di sette paesi diversi (Francia, Grecia, Italia, Polonia, Romania, Regno Unito, Turchia) – ha permesso a docenti e studenti di mettersi a confronto, migliorando le proprie conoscenze linguistiche e tecnologiche. Attraverso la collaborazione su temi condivisi – sottolinea la professoressa Natali – è stato inoltre possibile arricchire il “senso di cittadinanza europea, che si basa spesso su azioni semplici e pratiche quotidiane significative”.
Un obiettivo perfettamente inserito nell’Anno della Cittadinanza europea che si celebra nel 2013. E una testimonianza in più che l’Unione piace, quando ci è concretamente vicina, mentre appare ostile quando è burocraticamente lontana.
Fonte: Media Duemila, rivista on line di cultura digitale