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tanno spopolando su Internet i video pubblicati su YouTube che indicano nella Liguria una terra non ospitale per i turisti, argomento cui dedica mezza pagina il Corriere della Sera odierno (13 agosto 2012). Si tratta di due spezzoni video (primo e secondo), montati dal cantautore Fabrizio Casalino, dal titolo “Tipica accoglienza ligure”, che con un sapiente uso dei luoghi comuni sull’ospitalità del posto (commessi svogliati, albergatori accidiosi, ecc.), sono stati visti, commentati, criticati e apprezzati da centinaia di migliaia di persone. Diventando il tormentone dell’estate. Agli imprenditori dell’economia del turismo ligure, ma anche agli altri di tutt’Italia (perché, ricordiamolo, eravamo primi al mondo in questo settore economico negli anni Settanta, oggi siamo precipitati al quinto posto, preceduti da Francia, Stati Uniti, Spagna e Cina e tallonati dagli ungheresi con il loro turismo odontoiatrico, termale e venatorio!) mi piace segnalare due utili promemoria tratti dal mio ancora attuale libro “Voglia di cambiare” (Chiarelettere, 2008). Il primo arriva dalla Francia, il Paese saldamente primatista da decenni in questo campo; il secondo da una perla della costiera amalfitana, Ravello.

Sette regole d’oro per il gran turismo alla francese

Il responsabile del Turismo francese, Luc Chatel, con un coraggioso atto di umiltà ha invitato i suoi connazionali, nel settembre 2007 (a quell’epoca risale il mio viaggio nell’Europa virtuosa con gli esempi da imitare da parte di noi italiani per risolvere problemi che i nostri cugini europei hanno risolto da temo) a rimboccarsi le maniche e a essere più pazienti e più sorridenti con i visitatori. Ecco le sette regole di buona educazione che Chatel (ex portavoce del presidente Nicolas Sarkozy) ha dettato agli addetti, e più in generale ai francesi a contatto con il grande pubblico:

  1. siate i primi a salutare il turista straniero;
  2. non gettate il resto sul bancone con malagrazia e siate pazienti nelle trattative;
  3. se sapete un po’ di inglese, non fate finta di non conoscerlo. Siate coraggiosi e generosi: usatelo con gli stranieri;
  4. se i turisti che vengono dall’estero cercano di parlarvi in francese, non mostrate fastidio per i loro errori;
  5. i dipendenti delle poste agli sportelli dovrebbero portare delle spille che indicano con chiarezza quali lingue parlano;
  6. appendete un cartello con la scritta «benvenuti» alla vostra vetrina. Meglio ancora se il cartello è in più lingue;
  7. se non siete in grado di seguire questi consigli, allora siate almeno gentili e sfoggiate sempre un bel sorriso.

Il decalogo di Ravello per far crescere la bellezza nella piccola Italia

Alle raccomandazioni del ministero del Turismo francese, piace accostare
idealmente il decalogo dell’effervescente sociologo Domenico De Masi, per tre anni assessore di Ravello e ancora oggi motore culturale di quel borgo, sulla costiera amalfitana, per coloro che vogliono coltivare e aumentare la bellezza del loro luogo.

  1. Eliminate quel che c’è di brutto nel vostro centro ed educate i ragazzi ad amare i punti belli della loro città;
  2. il punto in cui è nato un poeta o è avvenuto un incontro storico importante deve diventare il cuore del paese;
  3. fate incontrare gli «spiriti» del posto affinché costruiscano qualcosa di grande per la vostra terra;
  4. rispettate i visitatori, affinché i visitatori rispettino il luogo;
  5. assicurate la qualità dei servizi e l’equità dei loro costi;
  6. fate capire ai commercianti che parte del loro guadagno deve essere restituito alla città. Tutto servirà per abbellire e rendere più funzionale il vostro luogo;
  7. esaltate anche gli altri punti di un centro: cultura contadina, arti minori, borgo di pescatori e così via;
  8. ottenete dagli amministratori pubblici una promessa: se non raggiungono l’obiettivo, dovranno dimettersi;
  9. procuratevi e trasmettete le informazioni con accuratezza;
  10. contribuite personalmente all’ulteriore perfezionamento dello spirito del vostro paese.

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