DONNE NON COMUNI:
LA TOGNA TURCA, GUERRIERA CHE GUIDO' LE RIVOLTA PER IL PONTE SULL'ALTOPIANO DI ASIAGO

testo di Salvatore Giannella

C’è stato un giorno in cui ho incontrato un gigante dell’umanità, lo scrittore Mario Rigoni Stern, e una grande italiana da lui indicatami, la Togna Turca, guerriera del ponte di Roana sull’Altopiano (o Altipiano, come lo chiamava Mario in omaggio all’amato Emilio Lussu). Mario era stato un autorevole compagno di viaggio di Airone, il mensile da lui salutato sia alla nascita sia in occasione del decimo anniversario, quando mi telegrafò parole di valore universale sul rapporto tra uomo e natura e sulla “felicità dei popoli, che è la pace operosa”.

Lo scrittore Mario Rigoni Stern (Asiago, 1921-2008), in una delle ultime immagini scattate nella sua casa di Asiago (foto di Vittorio Giannella). Il suo romanzo più noto: "Il sergente nella neve". Per la sua avvincente biografia, consigliamo il recente, e premiato dalla giuria dell'Associazione Mazzotti, libro di Giuseppe Mendicino, "MARIO RIGONI STERN, UN RITRATTO" (Laterza).

Il giorno del nostro incontro, salutandomi, lui che era il cantore della comunità e della storia dell’Altopiano, sapendomi spigolatore di storie umane, mi diede un suggerimento: “Sarebbe bello che un giorno, dopo aver spento la tivù, tu potessi salire con più calma sull’Altopiano  e potessi visitare i luoghi che mi hanno visto giocare da bambino e quelli in cui ho ambientato il mio lavoro di scrittore e provare i miei stessi sentimenti e le mie stesse emozioni. Come, per esempio, arrivare a Roana, uno dei sette Comuni dell’Altopiano, e lì farti raccontare con calma la storia della Togna Turca, la guerriera che guidò la rivolta delle donne per far nascere il ponte di Roana”.

In alto, la Togna Turca, all'anagrafe Pierantonia Rebeschini (Roana, 1869-1901). Credit: Lorenzo Sartorello.
Nella foto sotto e nelle altre immagini in basso: cartoline storiche che mostrano il ponte di Roana nelle fasi di costruzione e alla fine dei lavori.

Quel giorno è arrivato nell’autunno del 2023, alla vigilia del centenario dell’inaugurazione post-bellica (avvenuta nel 1924). Percorrendo un po’ in auto e un po’ a piedi “i sentieri più nascosti” del mondo di Rigoni Stern, sono arrivato a Roana (con Asiago e Gallio uno dei principali comuni dell’Altopiano) e, passo dopo passo, dopo aver ammirato i graffiti preistorici della valle, ho attraversato il ponte (nella foto di copertina) e incontrato la gente del posto, in biblioteca e nell’Ufficio turistico, che mi hanno ricostruito la storia della guerriera del ponte. Una storia che è ambientata nella Val d’Assa che, come un piccolo canyon, nascendo dalla piana di Vezzena, attraversa per 25 chilometri la parte ovest dell’Altopiano, dividendo in due il comune di Roana.

Un secolo fa Roana era difficile da raggiungere in quanto, per arrivare alle frazioni oltre la valle e ad Asiago, bisognava attraversare la Val d’Assa, cioé scendere fino a fondo valle e poi risalire, dato che mancava un ponte di congiunzione, richiesto più volte dai roanesi.

ATTRITI TRA PAESI. Il problema del collegamento tra Canone e Roana superando la Val d’Assa occupò a lungo il dibattito pubblico sul finire dell’Ottocento. Il 16 ottobre 1893 il consiglio comunale affrontò il problema del potenziale ponte e il sindaco, “l’alta superiorità” di quella terra, chiuse il suo intervento iniziale con l’invito: “Miei buoni fratelli, c’è da votare su una cosa molto grave, una cosa che dà bene da pensare, perché una volta detto sì, dobbiamo dire sì per sempre. Quindi ragionate bene e mettete il vostro voto nella bussola”. Quando finirono di votare, quasi tutti votarono per il SI’ al ponte, ricevendo da lì a poco il parere favorevole anche dalla prefettura.

Sembrava tutto a posto per il varo dell’opera: l’anno dopo, 1894, si arrivò alla stesura e all’approvazione del progetto, a firma dell’ingegnere Aurelio Slaviero di Asiago. Ma l’inizio dei lavori tardava, a causa degli attriti tra Roana e altre frazioni dei comuni dell’Altopiano. “In quel tempo il primo deputato diceva agli abitanti di Roana: ‘Se io fossi contento a farvi il ponte, non sarei più sicuro a camminare per le vie, poiché gli altri paesi non sono contenti, e sono Canove, Cesuna e Camporovere’, convinti che la decisione della costruzione del ponte fosse da annullare in quanto sarebbe stata la rovina economica della gente che c’è adesso e che verrà dopo”. (fonte: Domenico Zotti, Istituto di cultura cimbrica, Roana). E così alcune autorità del posto proposero di dimenticare il progetto. E’ in questo momento che entra in campo la Togna Turca.

AMAZZONE EROICA. Il 14 agosto del 1895 una folla di donne roanesi, convocate casa per casa, raggiunse il municipio, che aveva sede come oggi a Canove, e lo circondò, tenendolo sotto assedio. A capo delle donne c’era lei, Pierantonia Rebeschini  (“la cimbrica donna” citata in un’iscrizione leggibile sul ponte, che Rigoni Stern descrive come “una bella donnanera di capelli e con gli occhi azzurri, vivace e dalla lingua sciolta“). La guerriera di Roana vi era nata il 13 marzo 1869, si era sposata ad Asiago nel 1888, non ancora diciannovenne, con Matteo Strazzabosco, nel ’92 gli sposi si erano trasferiti a Roana per incompatibilità con i suoceri. Ebbero cinque figli,

Il soprannome di Togna Turca veniva da “togna”, diminuitivo dialettale di Antonia, e “turca” perché, oltre ad avere una carnagione terrea, portava un copricapo a foggia di turbante turco…e bestemmiava come un turco.

Vivacissima la ricostruzione dell’evento su alcune cronache dell’epoca: “La capa delle donne di Roana, che aveva un corno da pastore legato alle sue spalle come fanno i cacciatori, cominciò a dare fiato al corno e a gridare forte: ‘Fuori tutte, avanti mie compagne tutte, coraggio tutte a non cedere a nessuno. Io sono la prima, andiamo a costo di crepare tutte in un mucchio. Viva il ponte! Vincere o morire!‘ “.

Le guardie e i soldati del 46° Fanteria facevano barriera ma le donne li travolsero. I soldati tornarono alla carica e la Togna, “amazzone eroica delle foreste vergini“,  cominciò a bestemmiare e imprecare come un diavolo all’inferno. Riprendiamo da un cronista locale: “Allora la Togna sciolse il giubbarello fino allo stomaco e disse: ‘Tirate dentro in questo petto’. Davanti a quel bianco splendore i soldati  rimasero abbacinati, lei si sedette sulla sedia del sindaco dicendo: ‘Fuori da qui: qui comandiamo noi, questo palazzo è nostro’ “.

La forza ebbe compassione, il commissario stesso, “bravo e buon uomo”, vedendo tanto popolo femminile che gridava come i diavoli, prese in mano un fazzoletto bianco e comincò a gridare: “Viva il ponte! Viva il ponte!”. E quando le donne roanesi gli andarono incontro, la prima parola che il commissario disse fu che loro si mettessero in quiete e assicurò che il ponte sarebbe stato costruito, Così le donne, con in testa la Togna Turca, che  con il suono del corno anticipò le campane suonate a festa, cantarono vittoria. “Partirono tutte ridendo e cantando allegramente, e gridando: Viva il ponte! Noi l’abbiamo fatto vedere, a quei bravi“,

La più alta autorità del posto, il senatore Rossi, invitò a pranzo la Togna Turca per lodarla molto della sua bravura e le donò anche molta roba mancante alla sua famiglia. E la Togna lo salutò e ritornò a casa tutta lieta.

La settimana successiva il Comune diede le garanzie che l’opera si sarebbe presto avviata. In effetti i lavori iniziarono, nel 1896, ma furono molto travagliati e durarono fino al 1905. Il ponte era lungo 135 metri, con un’altezza massima di 80, e costò all’epoca mezzo milione di lire.

Esso rimase però in attività solo un decennio, con qualche curiosità: alcuni aviatori (per primo Arturo Ferrarin nel 1915) passarono sotto le sue arcate con il loro aereo.

Il 22 maggio del 1916 le truppe italiane in ritirata, al fine di rendere più difficile la strada all’invasore austro-ungarico,  fecero saltare quel ponte per la cui costruzione si era epicamente battuta la Togna Turca. “Ore 18: abbiamo fatto saltare  il magnifico ponte di Roana sull’Assa. Ultimi a passare furono i territoriali della 18* brigata comandata dal generale Prestinari, il vecchio soldato d’Africa” (Rigoni Stern, da L’anno della vittoria e, con Antonio Chiesa, Parole sulle pietre, La Grande Guerra sull’Altopiano di Asiago”).

Gli austriaci lo ripristinarono parzialmente, ma si dovette aspettare il 1923 per la definitiva ricostruzione: il ponte, in cemento armato a tre arcate, fu inaugurato il 24 settembre 1924 dall’allora capo del governo Benito Mussolini”.

Oggi, sul ponte centenario che merita di essere consolidato,  trovo le parole di un poeta roanese, don Giuseppe Rebeschini, incise su una targa a memoria di Antonia: “Cimbrica donna questo ponte volle“. Quella donna di carattere, testarda e irruenta, che aveva sfidato i consiglieri, autorità militari, deputati e aveva spronato le donne roanesi ad agire, non vide ultimata l’opera per cui tanto aveva combattuto. Non potè vederla completata, perché morì a soli 32 anni, il 25 marzo 1901, quattro anni prima dell’inaugurazione.

PERCHE' LA TOGNA TURCA
La storia della Togna Turca fa parte dei nuovi ritratti di grandi italiane che, dalle Alpi ai nuraghi, meritano una strada: “Le vie delle donne 2” (Antiga edizioni), in uscita l’8 marzo 2024 e già prenotabile presso la casa editrice veneta alla mail: editoria@graficheantiga.it.
La Togna Turca è il simbolo di partecipazione e determinazione civica, tipica delle donne dell’Altopiano. Ricordiamo, a questo proposito, che a Rotzo ci fu, mi aggiorna il sindaco Lucio Spagnolo, il primo caso di un’amministrazione comunale fatta interamente di donne, dal 1964 al 1970: https://www.altovicentinonline.it/attualita-2/il-caso-rotzo-la-storia-eccezionale-di-sole-donne-al-governo-di-una-citta-entra-alluniversita-di-padova/. Se le donne avessero passione e impegno come la Togna Turca e le donne di Rotzo, raccontate in una recente tesi di laurea di Emiliano Pettenò e nel libro LE DONNE DI ROTZO, CierreEdizioni, del noto politologo inglese Percy Allum, molte cose andrebbero per il verso giusto. (s.g.)
 

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