Martedì 28 maggio c’è stata una festa grande a Firenze. Nel quartiere di Careggi il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi ha tagliato il nastro del nuovo Centro di ricerca dell’Istituto Toscano Tumori (ITT): il Core Research Laboratory occupa tre piani e rappresenta il centro nevralgico della ricerca toscana contro il cancro. L’inaugurazione ha segnato una tappa importante del percorso sanitario istituito dal 2004 dal direttore scientifico dell’ITT, lo scienziato Lucio Luzzatto.

Il nome di Luzzatto, per i milioni di lettori dei libri di Tiziano Terzani, non è nuovo. A lui, infatti, oncologo di fama mondiale, si rivolse il grande scrittore toscano quando, colpito da un tumore, scelse come prima tappa uno dei santuari dell’oncologia occidentale: il prestigioso Memorial Cancer Center di New York dove da vent’anni Luzzatto ricopriva la cattedra di Genetica umana e medicina. Di lui Terzani ha scritto in Un altro giro di giostra: “E’ uno scienziato che non mi fa rimpiangere nessuno sciamano. Sarei stato ore a fare lo studente con un maestro come lui. Ha semplificato per me quel che era complicato”.

Lavorando all’estero Luzzatto ha ottenuto molti riconoscimenti (i particolari nel suo curriculum a questo link). Ma io l’ho conosciuto in un’occasione poco felice per lui e vergognosa per la ricerca italiana: Luzzatto nel 2004 rimase vittima di un’incredibile beffa quando, avendo accettato l’invito del ministro Veronesi di rientrare da New York nella nativa Genova per un terzo dello stipendio, la burocrazia gli giocò un brutto tiro. Che ricostruii in un’inchiesta per Oggi nel maggio del 2004 (con l’augurio che gli fosse data giustizia, com’è avvenuto dopo molti anni: vedi riquadro finale). Riecco quella storia. (s.g.)

Stampa

 

Lucio Luzzatto è nato a Genova il 28 settembre 1936. Sposato con Paola Caboara, ha due figli, Stefano e Fatima. Si laurea in Medicina presso l'Università di Genova nel 1959. Si specializza in ematologia a Pavia e alla Columbia University di New York. Dal 2004 è direttore scientifico dell'Istituto Toscano Tumori.

Lucio Luzzatto è nato a Genova il 28 settembre 1936. Sposato con Paola Caboara, ha due figli, Stefano e Fatima. Si laurea in Medicina presso l’Università di Genova nel 1959. Si specializza in ematologia a Pavia e alla Columbia University di New York. Dal 2004 è direttore scientifico dell’Istituto Toscano Tumori.

“Torna a casa, genio”, gli avevano detto quattro anni fa, un po’ scherzando. E lui, l’ematologo genetista Lucio Luzzatto, uno dei più grandi scienziati italiani, un abile “generale” dell’esercito impegnato nella battaglia contro i tumori, era tornato in Italia, dove ora a sorpresa si trova “licenziato”, con il contratto annullato. E’ una brutta storia, quella che vede travolto Luzzatto dalla macchina della burocrazia. Una brutta storia per lui, ma anche per la ricerca italiana, per molti malati, per gli italiani che vedono nella scienza e nella cultura una delle prime, vere emergenze del Paese. Per questo non sorprende che i fax del ministero della Salute siano stati intasati da messaggi di solidarietà di scienziati dall’Italia e dall’estero, primo firmatario il premio Nobel Renato Dulbecco. Vale la pena di ricostruirla, questa storia esemplare che ci auguriamo abbia un lieto fine.

Luglio 2000: Luzzatto lascia il suo posto al prestigioso Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Qui da 20 anni ha una cattedra di Genetica umana e Medicina. Un incarico a vita, e ben pagato dato il suo curriculum aureo: 350 mila dollari l’anno. Lo convince l’invito a rientrare in Italia per assumere , con un contratto di 7 anni, la direzione scientifica dell’Ist di Genova. È uno dei rari, pregevoli rientri basato non sui soldi: il compenso concordato nel contratto di “prestazione d’opera intellettuale” è di molto inferiore a quello americano, è di appena un terzo. “Sono tornato perché”, spiega il genetista, “Genova è la città dove sono nato nel 1936, dove sono cresciuto, dove ho studiato e dove ha cominciato ad appassionarmi alla ricerca. Mi ha attratto l’idea romantica di chiudere il circolo; e di riportare a casa un po’ dell’esperienza e della conoscenza che avevo acquisito lavorando in centri di ricerca in tre continenti”.

Oddio, sgombriamo il campo dall’idea che nell’Ist di Genova (650 ricercatori di ruolo, e in più molti giovani che studiano e fanno ricerca) sia tornato solo uno scienziato romantico. L’Ist era già un ottimo centro, diretto da Leonardo Santi. Pian piano è cresciuto nella classifica dei centri italiani di eccellenza arrivando addirittura al secondo posto nella classifica annuale del Corriere della Sera & Istituto Mario Negri (dopo l’Istituto nazionale dei tumori di Milano e prima dello Ieo milanese). E sgombriamo il campo dall’impressione che Luzzatto sia solo un topo da laboratorio: “Questa immagine con cui mi hanno dipinto dei detrattori è falsa: ho dedicato la mia vita non solo alla ricerca, ma pure alla cura dei malati. Potete chiedere a qualunque paziente oncologico o affetto da emoglobinuria parossistica notturna se sono sollecito della loro malattia e della loro persona”.

Firenze: il nuovo Centro di ricerca dell'Istituto toscano dei tumori, in viale Pieraccini 6 a Careggi. Occupa tre piani e rappresenta il centro nevralgico della ricerca toscana contro il cancro.

Firenze: il nuovo Centro di ricerca dell’Istituto toscano dei tumori,
in viale Pieraccini 6 a Careggi.
Occupa tre piani e rappresenta il centro nevralgico della ricerca toscana contro il cancro.
 
Volete sostenere l’Istituto Toscano Tumori? Nella prossima dichiarazione dei redditi (CUD, 730, 730-I, UNICO) apponi la tua firma nel riquadro del 5 x mille e, nello spazio sotto la firma, indica il numero di codice fiscale della Fondazione dell’Istituto Toscano Tumori: 94172950480. Se volete supportare l’ITT. fate una donazione a Fondazione Istituto Toscano Tumori: IBAN: IT 05D 06160 02999 100000000056, CODICE SWIFT: CRFIIT3F. Grazie!

Si è anche data l’impressione che lei sia, sì, un grande scienziato, ma non un leader della ricerca. “Potete chiedere a Ibadan, a Napoli, a Londra e a New York se non so stimolare i ricercatori, organizzarli e procurare i finanziamenti per la ricerca. Anche all’Ist i fondi finalizzati sono aumentati dal 2000, anno del mio arrivo. Tutti risultati che, riepilogati in un documento fatto avere al ministro Girolamo Sirchia a fine 2003, avevano fatto esprimere soddisfazione da parte del n. 1 della Sanità”. (Sirchia è stato ministro della Sanità nel secondo Governo Berlusconi, dall’11 giugno 2001 al 23 aprile 2005, succedendo a Umberto Veronesi. Ndr).

E allora su che cosa si basa la lettera di licenziamento spedita dal commissario dell’Ist, Maurizio Mauri, il 31 marzo scorso? Luzzatto è stato sollevato dall’incarico ufficialmente perché manteneva una consulenza con lo Sloan. “Motivazione inconsistente”, si difende Luzzatto, “visto che fin dal mio ritorno mi era stato chiesto a Genova di avviare un programma di collaborazione tra l’Ist e lo Sloan per far progredire l’Ist nella sua missione: capire, curare e prevenire il cancro. E visto anche che Mauri, insediatosi tre anni fa, era stato subito da me informato di questa mia collaborazione richiesta dai suoi predecessori, che avveniva durante le mie ferie. La mia consulenza allo Sloan non poteva rientrare tra le attività che possono concretizzare una violazione del rapporto di fedeltà ed esclusività: non ho cariche in società commerciali; non ho rapporti con strutture che svolgono attività concorrenziali con l’Ist; non ho incarichi che possano richiedere energie, tempo e cure a scapito dell’attività di direttore scientifico. La mia consulenza con lo Sloan era in sinergia con la mia attività all’Ist: ho dedicato 16 giorni lavorativi al centro americano. Questa collaborazione, con viaggi e soggiorni a carico dello Sloan, mi ha permesso di spostare all’Ist progetti di ricerca e di pubblicarne i risultati”.

E allora? Forse lo scontro è su altre basi. Tra Mauri e Luzzatto non c’era sintonia sul futuro dell’Ist. La situazione è precipitata a novembre scorso con una delibera con cui Mauri, in applicazione di una legge, intendeva chiedere a cento ricercatori senza laurea in medicina ma biologi, fisici, chimici, di restituire cinque anni dello stipendio ricevuto in più. Luzzatto: “Ho insistito che si trovasse una soluzione diversa, ritenevo ingiusto mortificare questi giovani e chiedere loro fino a 76 milioni di vecchie lire. Questo parere, pur non vincolante, è stato ritenuto inammissibile da Mauri che mi ha detto, davanti a testimoni: “O vai via tu o via io”. E a nulla è valsa la solidarietà dei genovesi e di scienziati di tutto il mondo. Gli uffici dell’istituto si sono chiusi per Luzzatto. Un accordo per il reintegro non è stato mantenuto.

Come finirà? “Io non temo la disoccupazione. Ho una cattedra all’università di Genova. Ho fiducia che il mio ricordo alla magistratura sarà accettato. E comunque ho già ricevuto altre offerte di lavoro. Quello che mi ferisce è che la mia storia è un sintomo della sofferenza della ricerca, una prova che da noi la scienza continua a occupare un posto nell’ombra. E che Crea perde la sua sfida contro Buro. Poco male per me. Ma mi piacerebbe che almeno i giovani avessero migliori prospettive anche in Italia, non solo all’estero”.

Non vediamo prospettive nemmeno noi, finché una ferita come quella inferta dalla burocrazia alla ricerca non viene risanata.

Salvatore Giannella

CHE COSA E' SUCCESSO DOPO

E i giudici stabilirono: “Licenziamento illegittimo e ingiustificato. Rimborsate Luzzatto”

Dopo l’annullamento del suo contratto avvenuta il 1* aprile 2004 Lucio Luzzatto ha fatto causa per danni contro quella decisione presa da Maurizio Mauri, allora commissario dell’Istituto Tumori di Genova (IST).

Nel febbraio 2009 il Tribunale di Genova sentenziava che la rescissione del contratto era illegittima e ingiustificata, e condannava l’IST a versare a Luzzatto (assunto nel frattempo dalla Regione Toscana per “unire, coordinare e potenziare tutte le attività di oncologia e di ricerca sui tumori in Toscana”, vedere ittumori.it) tutti gli emolumenti corrispondenti all’intera durata del suo contratto di Direttore scientifico che a causa della rescissione non aveva potuto espletare.

L’IST ricorreva in appello e nel 2011 la Corte d’Appello di Genova confermava la sentenza di primo grado e condannava l’IST a versare una cifra ulteriore a causa di un precedente errore nel calcolo del dovuto.