Il quotidiano olandese Nrc Handelsblad lancia un’idea all’Italia: invece di contrastare il debito pubblico utilizzando i finanziamenti europei, perché non convertirlo in autorizzazioni per costruire impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili?
La proposta è stata lanciata da Sweder van Wijnbergen, economista danese. L’idea gli è venuta osservando i Paesi come Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda in questo momento in difficoltà economica a causa della crisi. Secondo i suoi calcoli, queste nazioni potrebbero concedere autorizzazioni su una percentuale del proprio territorio compresa tra l’1 e il 2 per cento.
Così facendo, e sempre secondo i calcoli dell’economista danese, potrebbero ripagare fino al 30 per cento del loro debito.
Ma quali dati ha utilizzato van Wijnbergen per arrivare a questa conclusione? Le variabili, o forse è meglio dire costanti, sono queste: l’inflazione media annua del 2,5 per cento, il profitto di 1,5 centesimi di euro per kiloWattora – tra il 2020 e il 2045 – e una produzione annua stimata di 70 GWh per chilometro quadrato.
Combinare la crisi del debito con quella energetica potrebbe portare entrambi i settori ad aiutarsi vicendevolmente e ottenere due effetti positivi in un colpo solo. Lo pensa anche Marco Witschge, direttore della Nederland Krijgt Nieuwe Energie, fondazione olandese che si occupa di sviluppo sostenibile.
Naturalmente, in linea teorica questa formula sembrerebbe non avere effetti collaterali e controindicazioni, eppure pare difficile pensare che non ci sarebbero conseguenze, per esempio a livello ambientale. Aprire agli investimenti stranieri porterebbe liquidità utile a risanare parte del debito, ma la questione paesaggistica ne verrebbe senza dubbio toccata profondamente.
Fonte: AltaResa.it, il portale del risparmio energetico