
L’ATTUALITA' DELLA MEMORIA / “HABEMUS PAPAM, FRANCESCO”: UN LIBRO PUBBLICATO DALLA MIA PICCOLA BOTTEGA EDITORIALE ANTICIPO' UN’UTOPIA NON IMPOSSIBILE
testo di Salvatore Giannella
ritratto digitale di Giacomo Giannella/Streamcolors

Abstract & Beginning
A: THE CURRENTITY OF MEMORY / “HABEMUS PAPAM, FRANCESCO”: A BOOK PUBLISHED BY MY SMALL PUBLISHING HOUSE ANTICIPATED A NOT IMPOSSIBLE UTOPIA
B: Thirteen years before Jorge Mario Bergoglio (Buenos Ayres, 1936 – Vatican City, 2025) chose the name of Francesco, the first pope in history with this name, that name had appeared in a book published in January 2000 by the Delfi publishing house that I created after the decade of directing the monthly magazine Airone. Here is the link to my blog Giannella Channel for further information on that book and that author, Paolo Farinella, a priest now in Genoa, who anticipated a not impossible utopia: https://www.giannellachannel.info/habemus-papam-francesco-libro-edito-da-mia-piccola-bottega-editoriale-ha-anticipato-utopia-non-impossibile/
Tredici anni prima che Jorge Mario Bergoglio (Buenos Ayres, 1936 – Città del Vaticano, 2025) scegliesse, primo papa nella storia, il nome di Francesco, quell’appellativo era apparso in un libro pubblicato nel gennaio 2000 dalla bottega editoriale Delfi da me creata dopo il decennio di direzione del mensile Airone. Qui il link al mio blog Giannella Channel per ulteriori info a quel libro e a quell’autore, Paolo Farinella prete, che anticipò un’utopia non impossibile:

La copertina di “Habemus Papam, Francesco”, di Paolo Farinella, Editoriale Delfi, 2000, 192 pagine, 14 €. Alcune copie sono ancora disponibili, prenotandole alla mail: salvatoregiannella@yahoo.it
“Habemus Papam, Francesco”: nel 2013 l’annuncio del nuovo pontefice mi ha colto in viaggio nell’Estremo Oriente e ha provocato un’emozione enorme perché proprio con quel titolo, nel gennaio del 2000, avevo varato un libro nella piccola bottega editoriale DELFI che avevo creato tra il 1994 (anno in cui lascia la direzione del mensile Airone) e il 2000 (anno del ritorno in redazione, chiamato da Paolo Occhipinti, direttore storico del settimanale Oggi, per la cura delle pagine di cultura e scienza).
“Habemus Papam, Francesco” aveva come sottotitolo “Il primo pontefice del terzo millennio in un racconto profetico che arriva da un eremo di Gerusalemme” e in copertina avevo scelto un particolare dell’affresco di Giotto ad Assisi “San Francesco rinuncia agli averi”.
Le parole con cui Jorge Mario Bergoglio, secondo pontefice del terzo millennio, ha motivato la sua scelta possono essere una felice recensione sintetica di quel libro: “Voglio una Chiesa povera per i poveri. Per questo ho scelto di chiamarmi Francesco, come Francesco d’Assisi, uomo di povertà, uomo di pace. L’uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato…”.
L’autore che mi aveva mandato il dattiloscritto era l’allora poco conosciuto Paolo Farinella, prete di Genova e studioso della Bibbia che, dopo una vita vissuta tra gli ultimi, si era trasferito a Gerusalemme, nello Studium Biblicum Franciscanum per dedicarsi agli antichi amori: le Sacre Scritture e le lingue orientali. Cominciai a leggere le pagine a sera, prima di addormentarmi, e continuai a leggerle fino all’ultima riga. Se torno a parlarne è perché ho visto che, dopo le numerose citazioni riportate dalle cronache di queste ultime ore, chi va a cercare questo volume dell’Editoriale Delfi (poi rieditato da Gabrielli con il sottotitolo “La leggenda del Papa che abolì il Vaticano”) trova la scritta: “Prodotto esaurito”. In realtà, alcune copie (dopo averne messe in circolazione molte altre, una andò anche al regista Nanni Moretti quando, nel 2010, seppi che stava preparando il suo film “Habemus Papam”) le ho conservate nella mia libreria personale e sono disponibili per chi volesse prenotarle alla mia mail:
Ho contattato nuovamente don Paolo, oggi prete in San Torpete nel centro storico di Genova. L’ho riascoltato: “Tredici anni prima che arrivasse, in Gerusalemme intuii la necessità che dovesse arrivare un papa con il coraggio e l’umiltà di assumere il nome che sarebbe stato il suo programma rivoluzionario. In questi anni papa Francesco ha usato espressioni, modi di azione, ha compiuto scelte che mi hanno impressionato perché sembravano prese dal mio papa romanzato. E’ stato un papa vero, evangelico, un autentico cristiano. Dopo di lui nulla nella Chiesa può essere come prima perché Francesco lascia a tutti un’ipoteca fondamentale: o la Chiesa sta col Vangelo e sul Vangelo e con i poveri oppure è finita. Deve solo gridare il Vangelo con tutta la sua vita, come solo i profeti possono fare…”.
[L’ intervento di don Paolo a Telegenova sulla scomparsa di papa Francesco è qui:
Ho ripreso in mano quell’anticipatore volume e mi sono trovato a rileggere la presentazione che vi giro.

“Agli sgoccioli del terzo millennio, attese e delusioni si fondono insieme. Il mondo laico si interroga non meno di quello religioso. Che senso ha questa conclamata celebrazione, venata di millenarismo? Francesco, primo pontefice del terzo millennio, è la risposta profetica, istintiva e anche drammatica: la sorpresa e la fantasia siedono sul non-trono di Pietro. Un romanzo? Un giallo? Una rivoluzione inattesa, anche se sperata? Il libro Habemus Papam, Francesco è tutto questo, anche se non solo questo.
Nell’ultimo conclave, ambientato idealmente nel giorno di Natale del 1999, a loro insaputa, i cardinali eleggono un semplice prete della diocesi di Genova che assume il nome di Francesco. Il nome stesso è il suo programma. Nel discorso Urbi et Orbi del 1° gennaio dell’anno 2000, di fronte al mondo attonito e allo sconcerto ecclesiastico, in piazza San Pietro, Francesco I si spoglia di tutti i suoi averi (vesti pontificali, insegne di potere, parole di onnipotenza), abolisce di fatto il Vaticano (congregazioni, Ior, titoli onorifici ecc.) per restare semplicemente un uomo pellegrino sulle strade del mondo che, come Francesco d’Assisi, indica la via del futuro: il ritorno alle sorgenti evangeliche e alle fonti dell’umanità… con un colpo di scena finale.
Il racconto di un testimone oculare, narrato come memoria, è frutto di un’intuizione che si propone come un’utopia non impossibile e, proprio per questo, come proposta dirompente oltre il muro d’incenso celebrativo che avvolge persone ed eventi nel varcare la soglia del terzo millennio. Credenti e non credenti che hanno letto le bozze di questo racconto profetico che arriva da un eremo di Gerusalemme hanno suggerito all’autore di renderlo pubblico. Come una riflessione e una storia che sognano la profezia, indipendentemente dalle date che restano puramente occasionali”. []

Due, tre cose che forse non sapete sul Vaticano
(Fonte: The World Factbook della CIA)
[] LA CITTADINANZA. Nella Città del Vaticano la cittadinanza si acquista per legge o per decisione amministrativa. In primo luogo, la cittadinanza è connessa all’assunzione di cariche presso la Santa Sede come nel caso dei cardinali residenti nel Vaticano o dei diplomatici della Santa Sede; in seconda istanza, la cittadinanza può essere richiesta in un limitato numero di circostanze per coloro che risiedono nel Vaticano per autorizzazione pontificia, in funzione del loro ufficio o servizio, ovvero come coniugi e figli di attuali cittadini. La cittadinanza si perde nel momento in cui la persona non risiede più stabilmente in Vaticano: si torna, così, alla cittadinanza precedentemente posseduta.
[] COMUNICAZIONI. La Biblioteca Apostolica Vaticana è una delle biblioteche più antiche del mondo, istituita formalmente nel 1475, ma in realtà molto più antica. Possiede una significativa collezione di testi storici tra cui 1,1 milioni di libri a stampa e 75.000 codici (libri manoscritti con contenuti scritti a mano); funge da biblioteca di ricerca per la storia, il diritto, la filosofia, la scienza e la teologia. Le collezioni della biblioteca sono state descritte come “il più grande tesoro mondiale degli scritti al centro della tradizione occidentale”
[] DIFESA. E’ responsabilità dell’Italia.