"Sarò da voi in Italia venerdì 5 Aprile". Firmato: Otto, padre di Anna Frank, sopravvissuto al lager nazista
L’attualità della memoria | Il tempo della storia
testo di Roberto Mugavero¹ per Giannella Channel – fotografie di Walter Breveglieri²
"Sarò da voi in Italia venerdì 5 Aprile". Firmato: Otto, padre di Anna Frank, sopravvissuto al lager nazista
L'attualità della memoria | Il tempo della storia
testo di Roberto Mugavero¹ per Giannella Channel - fotografie di Walter Breveglieri²
Il 5 aprile del 1963 giunse a Molinella Otto Frank, il padre di Anna Frank e unico sopravvissuto della sua famiglia alla deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz. Ma cosa ci faceva il papà di Anna Frank nella piccola Molinella? È davvero accaduto? Oppure è solo l’ennesima bufala?
E invece è accaduto veramente e ci sono delle bellissime immagini (come quella d’apertura, in alto) del grande fotoreporter bolognese Walter Breveglieri che lo testimoniano. Questo che segue è il racconto di quel giorno così unico e speciale da essere per tutti noi ricordato per sempre.
Gli testimoniarono i loro sentimenti migliori verso di lui, verso la sua famiglia e naturalmente per Anna, ma di certo non si aspettavano nessuna risposta a quella loro letterina da libro “Cuore”.
E invece Otto Frank rispose con un telegramma che diceva così:
Quella mattina di inizio primavera le bambine della III B erano tutte molto emozionate e non riuscivano a stare ferme al loro banco e ogni tanto qualcuna di loro andava verso le finestre in attesa di quell’importante arrivo. E Otto Frank – come aveva promesso – giunse alla piccola stazione del paese dove qualcuno della scuola o del Comune era lì ad attenderlo.
Lui scese da quel treno che proveniva da Bologna, era un uomo alto, dal fisico asciutto, elegantemente vestito, i suoi capelli – oramai radi – erano bianchi. Salutò educatamente chi lo accolse, salì su un’auto e si diressero verso la scuola dove tanti bambini, insegnanti e cittadini lo attendevano, mentre le bambine della III B loro no, loro erano in classe sempre più emozionate nel sentire il vociare e gli applausi per quell’uomo che portava con se’ una storia così tragica ma dagli occhi pieni di vita che un tempo si specchiavano felici in quelli della sua famiglia e in quelli di Anna che lo considerava «il papà più buono del mondo». E Otto Frank era felice di essere lì e di poter finalmente conoscere quelle nuove amiche di sua figlia Anna.
Sulla lavagna in bella calligrafia avevano scritto con il gessetto bianco
Una bambina che si chiamava Sandra gli regalò un mazzo di fiori che lui accettò con un sorriso sedendosi accanto a lei felice, perché di certo, vide negli occhi di quelle bambine la stessa luce che vedeva in quelli delle sue due figlie Margot e Anna.
E Otto Frank ringraziò la piccola Sandra per quel gentile dono e le mise come fa un padre una mano sulla spalla mentre a lei batteva forte il suo giovane cuore dall’emozione nell’avere accanto a sé quell’uomo che aveva purtroppo visto e vissuto uno dei dolori più atroci che un essere umano può subire, la perdita violenta della sua famiglia nei campi di concentramento.
Dicono che ebbe parole gentili per tutte e si intrattenne a capire cosa facessero in quella scuola di Avviamento Professionale e a parlare in tutte le varie classi del diaro e della vita di sua figlia Anna. E alla fine, prima di andarsene, le bambine scrissero sulla loro lavagna:
Otto Frank si strinse nel soprabito e uscì da quella scuola, alzò il suo viso per guardare il cielo sopra di lui e respirò profondamente quell’aria che odorava già di primavera. Fissò un’ultima volta con lo sguardo tutta quella brava gente emiliana di Molinella per fissare nella sua memoria quella bella mattina per sempre; risalì in auto e si diresse nuovamente alla stazione per fare ritorno nella sua Basilea con il cuore felice di sapere che la sua Anna era davvero nel cuore anche di tutta quelle persone e in quello delle “sue bambine” della Classe III B della Scuola di Molinella.
E probabilmente, durante il suo viaggio di ritorno, guardando fuori dal finestrino di quel treno che correva verso casa sua gli tornarono sicuramente in mente le parole che Anna scrisse sul suo diario «Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo».
Forse per tutto questo qualche anno dopo in una famosa intervista che Otto Frank rilasciò alla RAI al grande Arnoldo Foà disse: «Voglio adempiere al testamento di mia figlia Anna, per una pace giusta e duratura e per un mondo migliore».
Questa è la storia delle bambine della III B della Scuola di Avviamento Professionale “G. Rambaldi” di Molinella che scrissero una letterina dai buoni sentimenti al padre di Anna Frank e lui gli rispose “Sarò da voi venerdì 5 aprile. Firmato Otto Frank” e così fu “per non dimenticare!”.
Impareremo mai?