QUI SI FA L'EUROPA O SI MUORE:
A quando un codice stradale comune?

Testo di Paolo Occhipinti* per Giannella Channel
introduzione di Salvatore Giannella -
Ritratto digitale di Giacomo Giannella / Streamcolors

Cari lettori, ho ritenuto di rispolverare e aggiornare una frase storica (“Qui si fa l’Italia o si muore”) per indicare la necessità di una svolta necessaria unificatrice per tutti noi cittadini europei. La frase iniziale, ricordate? era attribuita dallo scrittore Giuseppe Cesare Abba a Giuseppe Garibaldi il quale, durante il sanguinoso combattimento di Calatafimi (15 maggio 1860) l’avrebbe rivolta a Nino Bixio, in risposta al timore da lui espresso che fosse impossibile resistere alla preponderanza dei Borbonici.  L’espresione, diventata proverbiale, viene ripetuta, con diverso tono e significato, in varie occasioni per esprimere la necessità di una condotta decisa. E chi vi scrive, autore del libro per Chiarelettere “Voglia di cambiare. Diario di viaggio nell’Europa efficiente”, con alcuni autorevoli collaboratori (come il direttore storico del settimanale Oggi, Paolo Occhipinti, che firma il contributo a seguire) che onorano questo blog ideato per un giornalismo partecipativo e costruttivo, ritiene che ci sia necessità di un percorso di comunione sui piccoli e grandi temi della nostra vita comune di cittadini europei. (S. Gian.).

Di ritorno da un lungo viaggio in auto per mezza Europa, ho provato dappertutto la piacevole sensazione di essere in un grande Paese senza confini. Non tanto per la mancanza di controlli alle frontiere, quanto per l’uso della stessa moneta, l’euro. Pur tra tante differenze, di lingua, di cibo, di mentalità, ti senti comunque a tuo agio quando il benzinaio, il panettiere, il ristoratore li paghi come sotto casa tua, poco più, poco meno, conseguenza benemerita di un provvedimento economicamente rivoluzionario che risale a quasi venticinque anni fa. Mi augurai allora, come altri milioni di tifosi d’Europa, che l’ adozione dell’ euro fosse il primo passo di uno scorrevole percorso di comunione. Siamo invece ancora fermi al palo, o poco oltre.

Paese che vai, fisco che trovi. Le diverse aliquote fiscali spingono i pensionati italiani a trasferirsi in Portogallo, mentre gli anziani spagnoli spuntano allettanti trattenute in Sicilia. Terroristi condannati all’ergastolo in Italia trovano regolare lavoro, e talvolta addirittura cattedre universitarie in Francia. E la maternità surrogata è come l’ora, legale qua e là. Sui grandi temi giuridici, sociali e morali la strada da compiere per uniformare sembra ancora lunga e impervia. In attesa di una lingua comune, di un esercito comune, di un diritto penale comune, conviene forse concentrarsi su obiettivi più modesti, realisticamente raggiungibili.

Vi dicevo del mio viaggio in Europa, quasi tremila chilometri per le strade di Italia, Francia, Belgio, Austria, Germania, senza alcuna barriera di confine. Sembrano del tutto simili alle strade di casa, ma ben presto ti accorgi delle differenze, a volte piccole, insignificanti, a volte subdole, pericolose.

Il mosaico colorato delle autostrade. I limiti di velocità in autostrada variano tra i 100 e i 130 all’ora, ma in Germania i 130 sono solo consigliati, non esiste un limite. Inoltre, attenzione alle autostrade in Francia: sono segnalate con un cartello in blu, mentre il verde, usato per le autostrade n Italia, è per le altre strade. Equivoci ed errori sono almeno nei primi giorni inevitabili. Su strade extraurbane si va al massimo a 100 in Austria, a 110 in Francia, tra i 70 e 100 in Germania a 80 in Belgio. Ma è sui semafori che si accendono le differenze: in Francia può spuntare un rosso intermittente mentre siete fermi. Se restate fermi, quelli dietro di voi cominciano a suonare. Potete avviarvi, sia pure con prudenza. Invece occorre rispettare rigorosamente il giallo: dura pochissimo e bisogna inchiodare. Chi passa col giallo inoltrato può essere multato. In Belgio invece alla fine del rosso, si accende anche il giallo. Potete partire perchè sta arrivando il verde. E col rosso, in Belgio e Olanda possono partire anche i ciclisti, se girano a destra. In Austria il verde comincia a lampeggiare prima di passare al giallo.

Multe unificate. Impegnato a districarmi nel traffico per portare a casa la pelle, non ho approfondito ulteriori divergenze. Me la sono cavata con una multa per sosta irregolare (vi risparmio l’orgia di regolamentazione nelle colonnine di parcheggio). L’ho subito pagata on line perchè su questo punto l’accordo internazionale c’è: tutte le multe prese in qualsiasi angolo d’Europa ti arrivano a casa. Prendiamolo come una promettente dichiarazione d’intenti: un piccolo passo avanti verso la creazione di un ‘Codice stradale europeo‘, vincolante per tutti i Paesi membri, che su tutte le strade d’Europa alimenti l’impressione di essere sulle strade di casa.

Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti alla Fiera della logistica a Verona, LetExpo 2023.

Abbiamo l’uomo giusto per la presidenza della Commissione: Matteo Salvini, ministro dei Trasporti. Quale splendida occasione per smentire i sospetti di scarso europeismo! ()

*Paolo Occhipinti (Milano, 23 agosto 1939), giornalista, è stato direttore storico del settimanale Oggi (è stato alla sua guida per quasi trent’anni) e direttore editoriale dei periodici del Gruppo Rizzoli Corriere della Sera. Ha raccolto il meglio della sua rubrica di dialoghi con Indro Montanelli nel libro Caro Indro (2002). Con Serena Viviani ha pubblicato il Dizionario lei-lui (2008), breviario della vita di coppia. Da sempre coltiva l’hobby per la micologia. In gioventù è stato un cantante di successo con lo pseudonimo di John Foster. Il suo romanzo D’amore e di guerra (Cairo editore, 2012) prende le mosse da un fatto di cronaca realmente accaduto a Esino Lario, sulle montagne di Lecco, dove lui è di casa.  

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