Sabato 16 novembre alle ore 16, nella splendida cornice della restaurata Villa Scheibler in via Ordini 21, nel quartiere di Quarto Oggiaro a Milano, si inaugurerà una mostra e si terrà un pubblico incontro sul tema: “Milano: dalle periferie alla Città metropolitana”. E’ un’iniziativa promossa dalla Fondazione Carlo Perini (presieduta da Antonio Iosa) in collaborazione con l’Assessorato all’Area Metropolitana, Casa, Demanio del Comune di Milano. La Fondazione Carlo Perini, che opera dal 1962 nell’area metropolitana milanese, valorizza e aggiorna un percorso fotografico del materiale conservato nel suo archivio storico.

La mostra propone all’attenzione della popolazione e degli studiosi una rassegna sulla “Memoria storica e rinnovo urbano” di alcuni quartieri dell’area metropolitana Nord di Milano sconosciuti a molti: PortelloFirenzeBoldinascoCertosaGaregnano e il Progetto Cascina Merlata, che sono oggetto di un intenso processo di trasformazione urbanistica del loro territorio in vista dell’avvio della “Città Metropolitana” e dell’EXPO 2015. I pannelli tematici offrono una sintesi della Milano che cambia e raccontano una periferia in grado di offrire suggestioni inedite al visitatore attento. Al presidente Iosa, incontrato ogni estate a Cesenatico mentre fa scivolare la salubre acqua del mare sulle sue caviglie e gambe martoriate dall’agguato terroristico, abbiamo chiesto un intervento sulla Quarto Oggiaro che sogna e che vede, dopo una sanguinosa faida dei giorni scorsi. Segue un ritratto dello stesso Iosa, figura simbolo di vittima dei sanguinosi anni del terrorismo. (s.g.)

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Villa Scheibler è una villa storica costruita nella seconda metà del Quattrocento ed ampliata nel Settecento. Si trova nel quartiere di Zona 8 di Milano, a Quarto Oggiaro. La facciata principale si trova su via Orsini 12.

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Antonio Iosa, classe 1933, salito dalla natìa Puglia a Milano nel 1951. Ha moglie e due figli. Gambizzato dai terroristi nel 1980, ha subìto finora 34 operazioni chirurgiche.

Dal 1960 ho visto la nascita, lo sviluppo e il riscatto di Quarto Oggiaro ove ho abitato per decenni e ove vivono decine di miei familiari sparsi nelle tante vie del quartiere. Ho dedicato una vita intera alla testimonianza storica e culturale di questo emblematico quartiere, simbolo dei mali, ma anche della capacità di riscatto della nostra Milano. Oggi Quarto Oggiaro è pienamente integrato nel tessuto urbano della città ed è diventato uno dei luoghi più vivibili della periferia milanese. Abbiamo portato la cultura del centro storico in periferia e la cultura della periferia nel centro storico con la capacità di favorire il dialogo e il confronto fra il popolo dei quartieri periferici e la cultura borghese del centro storico o dei salotti “buoni”.

Vi invito per il prossimo incontro, in anteprima, su “La Città Metropolitana” a Quarto Oggiaro, ove i turisti dell’orrore hanno assistito, in questi giorni, alla mattanza e alle faide per il controllo dello spaccio di droghe e altro. Quarto Oggiaro ha dato un notevole contributo a sovraffollamento delle carceri milanesi o del carcere minorile Beccaria. In tale contesto la Fondazione Carlo Perini ha operato da 51 anni. Ancora oggi, nonostante il deserto della cultura di qualità in periferia, abbiamo organizzato  presso la splendida cornice della restaurata Villa Scheibler, un importante dibattito cittadino sul tema “Dalle periferie alla Città Metropolitana” con l’inaugurazione della mostra “Memoria storica e rinnovo urbano” su alcuni quartieri dell’area Nord di Milano. Il 30 novembre saremo poi alla Sala del Grechetto della Biblioteca Centrale Comunale “Sormani” per la cerimonia di premiazione del Concorso nazionale di poesia 2013.

Da 51 anni, la Fondazione Carlo Perini svolge la sua azione di testimonianza della Nuova Frontiera della Cultura a dimostrazione delle tante storie positive di quanti sentono l’Orgoglio di abitare ed essere nati a Quarto Oggiaro!

Mentre la cronaca nera dei media privilegiano Quarto Oggiaro come protagonista dei mali delle grandi aree metropolitane per la presenza di famiglie malavitose, noi vogliamo dare una speranza di vivibilità al futuro del quartiere, che non è più un Bronx o un’isola abbandonata degli anni ’60 e ‘70, ma un modello di sviluppo urbanistico del territorio, ove la maggioranza della popolazione è gente perbene e che, con le sue Associazioni di volontariato culturale e sociale, ha reso vivibile e integrato nella città questo quartiere. Dobbiamo andare tutti a Quarto Oggiaro non per l’ennesimo criminale che crolla, ma per far crescere assieme la foresta della legalità con il sostegno delle istituzioni.

La Fondazione Carlo Perini si renderà promotrice di organizzare una Giornata della legalità a Quarto Oggiaro con la speranza che tutti i cittadini dei quartieri di Milano parteciperanno numerosi a tale iniziativa.

* Antonio Iosa è presidente della Fondazione Carlo Perini.

A PROPOSITO

SALVATE IL SOLDATO IOSA

di Gianni Barbacetto*

C’è qui al Nord un circolo culturale che è nato nella periferia milanese, a Quarto Oggiaro (un tempo chiamata “Corea” o “Carbon city”). Questo circolo, senza troppi soldi e senza padrini, ha continuato a svolgere la sua attività sotto ogni clima culturale, sociale e politico e ora compie 50 anni. E’ il Circolo Carlo Perini, nato nel 1962 in quel crogiuolo di fermenti che fu la cultura del cattolicesimo conciliare e arrivato felicemente fino a oggi. Tra mille difficoltà, testimonia il suo fondatore e presidente, Antonio Iosa, che ne ha viste di tutti i colori e ne ha subìte tante (da un assalto fascista alla sede fino a una gambizzazione delle Brigate rosse che gli ha lasciato segni indelebili).

Difficoltà ne ha avute tante, il Perini, avendo attraversato l’incredibile storia italiana, gli anni Sessanta dei fermenti, i Settanta dei conflitti, gli Ottanta della Milano da bere, i Novanta di Mani pulite e poi del berlusconismo e del leghismo.

Il Circolo Perini oggi (ma non è una novità) ha problemi di finanziamenti. Sarebbe un peccato morire a 50 anni e proprio quando a Milano comincia a soffiare un vento nuovo. Scrive il suo presidente Antonio Iosa: “Nessuno avrebbe scommesso un soldo, nel lontano 1962, sulla nostra longevità storica nel panorama culturale milanese. La nostra presenza non si è mai identificata con la cultura del piagnisteo o della semplice contestazione alle istituzioni, ma con l’elaborazione di progetti e proposte, studi e ricerche, attività svariate che decentrano l’eccellenza culturale nei quartieri e che valorizzano la cultura e la storia locale. E siamo qui, con la nostra caparbietà scomoda, a svolgere il nostro dovere di presenza e di testimonianza, per chiedere un cambio di indirizzo alla politica culturale milanese. Rivendicando un coinvolgimento che, rispettando la nostra autonomia, promuova con l’ente pubblico progetti specifici di interesse culturale, valorizzando e armonizzando le esperienze di associazioni volontarie presenti nel territorio. Se si esamina la delibera della giunta comunale milanese del 30 dicembre, che ha erogato contributi al sistema culturale milanese, risulta evidente che è stata privilegiata la rete degli operatori culturali milanesi in rappresentanza della cultura borghese. Sono stati negati anche contributi modesti a progetti minori degli enti culturali periferici, che pur svolgono un servizio di qualità fondamentale e che sono stati sfacciatamente discriminati ed esclusi dai contributo. Eppure bastavano 50 mila euro per compiere un atto di riconoscimento ad almeno venti enti culturali, che vivono e operano tra emarginazione e silenzio sul territorio dei quartieri di Milano. I loro progetti non sono stati presi in considerazione, perché si continua a privilegiare l’alta cultura borghese o da salotto e la cultura di enti che sono anche fabbriche di voti per un tipo di ideologia politica. Non esiste una cultura di serie A per il centro e la borghesia più o meno illuminata e una cultura di serie B per i quartieri popolari, che necessitano di una progettualità decentrata di eccellenza dal centro in periferia”.

Salviamo dunque il soldato Iosa e, con lui, l’attività culturale a Quarto Oggiaro.

quarto-oggiaro-milano-barbacetto* Gianni Barbacetto è giornalista de “Il Fatto Quotidiano”. Questo suo articolo è apparso il 19 gennaio 2012, in occasione dei primi 50 anni di attività del Circolo Perini.

Per auspicabili donazioni al Perini: a favore del c/c Banca Prossima Spa – Milano, Iban IT49V0335901600100000011078

Info su attività del Circolo: www.circoloperini.com oppure www.casamemoriamilano.org che narra la storia del terrorismo nella Milano spietata degli anni Settanta. Mail: fondazione.perini@fastwebnet.it