M come Mandragora: per la casa editrice di Imola tutt’intorno è Romagna, terra e mare che fanno mantenere accesa nel tempo la fiamma viva della passione

Era il 1989 quando Peppino Pelliconi e suo figlio Massimo (foto in alto) fondarono a Imola la loro casa editrice, affidandole il nome di una pianta molto apprezzata nell’antichità per le sue proprietà magiche: La Mandragora. Peppino era giornalista per passione e scriveva per alcuni quotidiani locali, i suoi interessi spaziavano dalla storia ai dialetti della Romagna, mentre Massimo che aveva condotto studi totalmente diversi e lavorava come professionista nel mondo dell’agricoltura, cambiò completamente rotta e insieme al padre pose le fondamenta di quella che diventerà in seguito la sua occupazione principale: l’editoria.

Peppino Pelliconi, giornalista e fondatore della casa editrice di Imola.

Già negli anni ’80 Massimo Pelliconi aveva aperto un’agenzia di pubblicità insieme a un amico informatico avvicinandosi al mondo della comunicazione, ma sarà proprio l’amore verso la Romagna e i suoi scrittori a spingere Peppino e suo figlio a fondare la casa editrice.
 
Difatti, la prima opera pubblicata è un saggio di Dino Pieri per la collana “Mosaico”, dedicata alla raccolta di saggi romagnoli originali.
 
Grazie a una proficua collaborazione col “Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna” di Santarcangelo è poi nata la collana “dell’Uomo”, diretta da Mario Turci, nella quale vi sono accolti studi di antropologia della tradizione romagnola.
 
La Editrice La Mandragora è tra le prime a impaginare riviste con i programmi dei personal pc e le stampanti laser, metodo più rapido e funzionale dei primi sistemi tipografici e del montaggio a mano.

Massimo Pelliconi.

Grazie a uno scanner, in quattro giorni Massimo Pelliconi riesce da solo a realizzare la prima rivista e a metà degli anni’ 90 la casa editrice è coinvolta dall’Università Aperta di Imola nella pubblicazione del primo mensile culturale: Università Aperta Terza Pagina, esperienza che apre la strada al mondo dei periodici.
 
In seguito, l’Editrice La Mandragora diventa ufficialmente madrina del manuale per immersioni della federazione sub dal titolo “Dimensione sub”, dando una seconda svolta alla crescita della casa editrice che si allarga a uno staff di nove persone; insieme a FIPSAS, la Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee, Editrice La Mandragora ha realizzato molte pubblicazioni. Inoltre con l’AISA, Associazione per Imola Storico Artistica, ha operato per la valorizzazione del patrimonio storico e artistico locale anche tramite l’edizione delle Fonti.

Imola: una sala interna e la vetrina della casa editrice La Mandragora.

Imola: una sala interna e la vetrina della casa editrice La Mandragora.

La casa editrice riesce nel tempo a ritagliarsi uno spazio culturale anche grazie a una proficua collaborazione con il Dipartimento di Egittologia dell’Università di Bologna diretto dal prof. Sergio Pernigotti; esperienza dalla quale vengono alla luce collane specialistiche del settore egittologico. Importanti anche le attività editoriali condotte con musei, istituzioni, fondazioni, aziende e agenzie. Dal 2001 ha inizio anche la collaborazione con l’Associazione “Istituto Friedrich Schürr” per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio dialettale.
 
Tra le collane spiccano in particolare quelle dirette dal saggista e traduttore Antonio Castronuovo; gli Elfi raccolgono testi di respiro classico, mentre gli Autografi mettono in luce saggi di autori contemporanei dedicati a temi di storia e società, le Sillabe, infine, sono libri di vocazione poetica e saggistica. L’Isolachenonc’è, invece, è la collana che la casa editrice dedica agli scrittori esordienti, autori ancora da scoprire.
 
L’Editrice La Mandragora, con le socie Cinzia Pallotta e Anna Alampi, guarda avanti, con gli occhi aperti sui nuovi talenti e su nuovi traguardi da perseguire, nonostante sia difficile parlare del futuro; programmare presentazioni ed eventi è praticamente impossibile oggi, dato che, come ci dice Pellicani, «il mondo è ancora in attesa di possibili sviluppi», e poi aggiunge col tipico accento romagnolo:

È importante mantenere il fuoco acceso sotto quella che per noi è una passione.

Cinzia Pallotta e Anna Alampi, socie dell’azienda editoriale di Imola.

Difatti, con la fiamma sempre viva della passione verso un lavoro che profuma di stampa e di cultura, La Mandragora è riuscita a tenere in piedi la propria impresa, a pubblicare testi che hanno saputo valorizzare il territorio e a resistere nonostante tutto; le sue radici, proprio come quelle della pianta, famose per assomigliare al corpo di un uomo con le braccia, le gambe e la testa, hanno saputo espandersi anche nei momenti bui, come quello della pandemia, fino a trovare comunque il proprio nutrimento.

Info e contatti


SUL COMODINO DI… Pietro Caricato²

Vite e fantastici colori del Mar Rosso nell’Atlante del biologo e subacqueo romagnolo Attilio Rinaldi

Attilio Rinaldi (nel riquadro e) in modalità subacquea accanto a uno Squalo balena. Imponente, è il più grande pesce del pianeta, arriva a 10 metri di lunghezza con un record di 12 metri. Innocuo per il subacqueo, si nutre esclusivamente di plancton e piccoli pesci pelagici. Si trova in tutti i mari caldi del pianeta.

Un’immersione nel Mar Rosso senza infilare la muta e senza le pinne la maschera. Col suo ultimo libro il biologo e subacqueo Attilio Rinaldi mette a frutto una vita di studi e di esperienze legate a quello che, per gli europei, è il più vicino dei mari tropicali: l’Atlante della fauna e flora marina del Mar Rosso (Editrice La Mandragora, 45 euro) è un voluminoso volume nel quale poter trovare 1.300 specie e oltre 1.500 foto di cui 1.078 sono dell’autore.
 
Rinaldi (oggi anche presidente del Centro ricerche marine di Cesenatico e del Premio CerviaAmbiente) ha effettuato in quelle acque 560 immersioni e nel corso dei decenni ha studiato anche i cambiamenti che si sono verificati in un mare che è più vicino al Mediterraneo di quanto possa sembrare. Al momento si presume siano circa 60 le specie ittiche transitate nell’area mediterranea e a queste vanno aggiunte decine di altri organismi appartenenti ai raggruppamenti degli invertebrati e delle alghe. Fino al 1965 il fenomeno non era così rilevante ma, dopo la costruzione della diga di Assuan, la riduzione della portata fluviale del Nilo (che sfocia proprio accanto al Canale di Suez) ha di fatto eliminato il “tappo” di bassa stabilità che impediva questa migrazione. Esempi ne ha trovati anche Rinaldi durante un paio di immersioni effettuate nell’ottobre 2018 a Cipro: il Pesce scoiattolo rosso, il Pesce leone comune, la Triglia del Mar Rosso, il Pesce coniglio del Mar Rosso, il Pesce coniglio scuro, il Pesce palla pancia piatta, così come una Oloturia (la Synaptula reciprocans).
 
Sbaglia chi pensa all’Atlante come a un qualcosa per addetti ai lavori. Rinaldi spiega innanzitutto le caratteristiche di questo mare straordinario, il suo contesto geografico, lo stato fisico-chimico e biologico delle sue acque, i fondali, le principali interazioni tra organismi e ambiente. Tratta le comunità madreporiche: quelle costiere, quelle presenti nelle isole e quelle degli affioramenti lontani dalla costa. Ma il biologo vuole anche descrivere le interazioni con i mari confinanti (Mediterraneo a nord, Oceano Indiano a sud). Un mare con condizioni molto particolari, semichiuso con due piccole aperture all’estremità. Tutte caratteristiche che lo hanno portato nel tempo a selezionare attraverso lunghi processi evolutivi forme di vita presenti solo in esso (si ritiene che questa condizione riguardi il 16% delle specie ittiche).
 
Bellissime le foto contenute nel volume. Nelle oltre 600 pagine fanno la loro comparsa la Murena gigante, l’Azzannatore bimaculato, il Pesce pietra, il Pesce vela, il Dugongo, il Pesce istrice occhi gialli, i Pesci pappagallo, il Pesce pagliaccio, lo Squalo tigre, il Corallo di fuoco, la Medusa cavolfiore, le Stelle marine, l’Alga occhio di smeraldo… Un Atlante, come dice Rinaldi, destinato ai cultori della subacquea “ma anche a coloro che, spinti dalla curiosità e dal sentito dire, si sporgono oltre al reef con una semplice maschera per osservare la straordinaria vita che ai loro occhi si presenta”.

Antennario maculato. Un pesce che “cammina”, impacciato nel nuoto, le sue pinne ventrali e pettorali sono trasformate in arti. Attira le sue prede grazie a una esca simile a un vermicello collocata all’apice del primo raggio della pinna dorsale.

Pappagallo gigante. Un grosso pesce appartenente al raggruppamento dei pesci pappagallo. Ha un formidabile apparato dentale. Per la sua evidente gibbosità sulla fronte viene anche chiamato Pappagallo bisonte.

Pesce angelo maculato. Splendidi colori, è un tipico abitante delle barriere tropicali. Quale caratteristica distintiva di tutti gli appartenenti a questo raggruppamento si segnala l’aculeo alla base dell’opercolo branchiale.

Pesce farfalla. Assieme ai pesci angelo sono tra i pesci più colorati della barriera corallina. Si distinguono dai pesci angelo per non avere l’aculeo alla base dell’opercolo branchiale e per le dimensioni, in genere più piccoli. Alcune specie vivono in coppia, spesso riparati sotto le grandi madrepore.

Pesce pagliaccio. Vive in simbiosi con le grosse attinie. Specie territoriale e aggressiva, scaccia gli intrusi. Immune ai tentacoli urticanti dell’attinia. In genere in coppia, la femmina depone le uova nei pressi dell’attinia, poi sorvegliate da entrambi i genitori fino alla schiusa.

Pesce ago fantasma. Elusivo per le sue elevate capacità mimetiche. In genere si rinviene in coppia tra i rami delle gorgonie.

Squalo grigio. È tra gli squali più comuni nel Mar Rosso, la sua presenza riguarda tutto l’Indo-pacifico tropicale. Territoriale e “curioso” tende ad avvicinarsi ai subacquei, non sono stati segnalati attacchi anche se si raccomanda prudenza nei confronti di tutti gli appartenenti all’Ordine dei Carcariniformi. Si tratta di pesci potenti e imprevedibili.

Nudibranco Cromodoris. È un mollusco, una piccola lumaca di mare priva di conchiglia. La sua lunghezza si attesta sui 3-4 cm di lunghezza. Ha una sgargiante colorazione, è tra le “prede” abituali dei fotografi subacquei. Si nutre di spugne.

Riccio matita. Si tratta di un grosso riccio di mare con robusti aculei con il vertice smussato, non punge. Al pari dei suoi consimili ha abitudini notturne. Si muove lentamente grazie a esili pedicelli ambulacrali. Si nutre di alghe che bruca sugli scogli.

Stella corona di spine. Si tratta di una grossa stella marina il cui diametro può arrivare a 55 cm. Lunghe spine ricoprono la parte dorsale. Si nutre della parte organica delle madrepore. La sua eccessiva proliferazione sta creando danni alle barriere coralline. Piani di “abbattimento” vengono attuati nella Grande barriera corallina australiana.

Verme albero di Natale. È un minuscolo verme il cui corpo è incistato nei tessuti delle madrepore. L’unica parte visibile è la corona branchiale: disposta a spirale ha il compito di catturare plancton, il suo cibo, e di assolvere alle funzioni respiratorie.

A proposito di Attilio Rinaldi:

  • Relitto del Paguro, una tragedia che l’Emilia Romagna ha trasformato in vita e turismo. Nel lontano 1965 una piattaforma affondò al largo di Ravenna. Su quelle strutture martoriate è pian piano esplosa una nuova vita che affascina migliaia di subacquei che si immergono ogni anno. Un progetto (il primo e unico in Italia di barriera artificiale costruita riusando le parti sommerse di sei piattaforme Eni dismesse e demolite) che rappresenta il simbolo del coraggio e della forza della comunità emiliano romagnola
  • Eco-Museo dell’Adriatico: le più grandi (e piccole) creature del mare ci svelano i segreti della vita. Ma quali sono i pesci più grandi dell’Adriatico? Rivolgo la prima delle domande che suscita il progetto a uno dei maggiori specialisti italiani di biologia marina che opera e risiede proprio a Cesenatico: Attilio Rinaldi. Ecco la sua dettagliata e sorprendente risposta.
  • CerviAmbiente premia Pio d’Emilia, coraggioso giornalista della tragedia nucleare di Fukushima. L’inviato di Sky Tg24 entrò per primo nell’area della centrale atomica sconvolta dal terremoto e dallo tsunami del 2011: dal Giappone è arrivato a Cervia per ritirare il prestigioso riconoscimento che in passato era stato conferito a scienziati del calibro di Barry Commoner, Jacques Yves Cousteau e Konrad Lorenz. Una grande emozione anche per il sottoscritto che, da direttore del mensile scientifico “Genius”, lo scoprì nel lontano 1984
* Pietro Caricato (foto), 56 anni, ha iniziato a fare il giornalista nel 1986. Ha collaborato con i quotidiani La Repubblica e Paese Sera e con la radiotelevisione Rtv San Marino. Assunto dalla Gazzetta di Rimini nel 1988, è stato tra i fondatori nel 1993 del quotidiano Corriere Romagna per il quale è stato direttore dal 2012 al 2017 e dove ancora oggi lavora come caporedattore all’ufficio centrale occupandosi sia del giornale cartaceo sia della parte web ma anche degli speciali legati al mare e alla vela. Amante del mare e skipper, ha partecipato a diverse regate veliche d’altura tra cui anche una Rimini-Corfù-Rimini. Tra le sue passioni anche il trekking e il ciclismo, con la partecipazione a diverse gran fondo come la mitica Nove Colli o la Maratona delle Dolomiti.

L’albero dei gioielli targato La Mandragora

Sette titoli forti della casa editrice romagnola

Il più venduto:

  • Baglioni e Costanza di Marco Melega. Due investigatori di provincia contro la “Banda della Uno bianca”, un mistero risolto. Edito nel 2011, pag. 240 pag. Euro 14.50.

¹ Aurora Adorno (Firenze, 1978) si laurea in Scienze della Comunicazione con tesi sul processo creativo, corso di specializzazione in Marketing; più tardi frequenta il corso per sceneggiatori della scuola Immagina di Firenze. Autrice di Francesco Adorno, un filosofo a Firenze (Diogene Multimedia), tema al quale ha dedicato anche la sceneggiatura di un docu-film su cui spera che si posino occhi curiosi di un produttore. Opere precedenti: Solo per ragazze (Zella Editore), la commedia Bubble (Herald Editore), autrice del racconto La donna che non si accontentava nella raccolta Amarsi (Rudis). Scrive per la rivista online Myrrha i doni del Sud. Ha firmato vari cortometraggi.

A proposito: A Verucchio, in Romagna, una misteriosa comunità seduce con le sue mani sapienti. Un monastero a Verucchio, sulla collina di Rimini, raccoglie monili, arredi e corredi del popolo villanoviano e invita alla visita con una serie di iniziative. La sua ombra raggiunge un patriarca arboreo piantato da San Francesco in terra di Romagna.

Leggi anche: Ricostruiamo il nuovo atlante delle piccole case editrici e i loro fiori all’occhiello. Per ringraziarli della grande offerta culturale che ci offrono e per aiutarli in un mercato in crisi.

“W la Biblio-diversità”. Le puntate:

  1. V come Il Vicolo di Cesena: se lo stampatore degli artisti si siede a tavola
  2. F come Felici Editore di Pisa: libri preziosi che raccolgono l’ingegno delle università
  3. A come Armando Editore di Roma: con i nostri libri insegniamo ai maestri che insegnano
  4. P come Progedit di Bari. Un calamaio che ha messo radici e germoglia, questo è un Dato
  5. K come Kurumuny. Nel Salento vogliono far tornare protagonisti gli invisibili e la loro umanità
  6. A come AdArte: la bussola per entrare nelle città più intime e segrete, navigando nel mare delle arti
  7. C come CB Edizioni. Dalla Toscana educare nel segno di Leonardo e Michelangelo
  8. D come Edizioni Dedalo. La carica dei mille titoli: più qualità per vincere (non solo) nelle università
  9. DR come Di Renzo Editore. La signora delle stelle, Margherita Hack, fece da passaparola e fu subito un successo
  10. G come Guida Editori. In principio fu Benedetto Croce… e Napoli si fregiò di un altro vulcano, questo editoriale
  11. AE come Artistica Editrice: alla scoperta del Piemonte (e non solo)
  12. C come Cavinato Editore: nel nome del padre e di Ippocrate
  13. E come EMI, Editrice Missionaria Italiana: da Bologna libri che cambiano la Chiesa e il mondo
  14. L come Lupo Editore: dal Salento libri caldi per ragazzi ed esordienti
  15. E come Este Edition: a Ferrara una storia lunga 500 libri
  16. V come Venexia Editrice: libertà, positività, spiritualità
  17. O come Edizioni Dell’Orso: dal Piemonte libri candidati a “rimanere”
  18. G come Gattomerlino Edizioni: una bussola a colori tra poesia e scienza
  19. Editrice Rotas vivrai! A Barletta c’è una nuova Disfida
  20. P come Polistampa: la casa editrice sbocciata nel fango dell’Arno
  21. M come Minerva: nelle campagne bolognesi una bottega per libri d’autore e giovani talenti
  22. G come Girasole, la più antica casa editrice di Ravenna, che guarda al futuro volgendo lo sguardo al passato
  23. C come Canneto: eravamo tre amici al bar che volevano raccontare il mondo (oltre Genova)
  24. GA come Grafiche Antiga: 8.000 lettere per conservare la storia dell’arte tipografica italiana
  25. MyM come Marcos y Marcos: la casa editrice alla ricerca di inaspettati punti di vista sul mondo, che presentò all’Italia John Fante
  26. AB come Aboca Edizioni: dai farmaci al Museo di Piante Medicinali e alla casa editrice che promuove cultura, salute e natura nel segno della sostenibilità
  27. R come Rubbettino: la casa editrice fondata 50 anni fa da Rosario e Rosa amanti dei libri e della Calabria con il borgo di Soverìa Mannelli che, primo informatizzato in Italia, aspirava all’universalità