GA come Grafiche Antiga: 8.000 lettere per conservare la storia dell’arte tipografica italiana. L’omaggio al mestiere di una famiglia trevigiana in una “caverna delle parole” nella cornice del Prosecco

La storia della casa editrice veneta, Antiga Edizioni, marchio editoriale di Grafiche Antiga spa, moderno stabilimento tipografico nel borgo di Crocetta del Montello (Treviso), è un monumento senza tempo all’antica arte della tipografia e si intreccia, inevitabilmente, alla vicenda della stampa. Victor Hugo nel suo celebre romanzo storico, Notre-Dame de Paris, scriveva:

L’invenzione della stampa è il più grande avvenimento della storia. È la rivoluzione madre. È il modo di espressione dell’umanità che si rinnova totalmente, è il pensiero che si spoglia di una forma per rivestirne un’altra, è il completo e definitivo mutar di pelle di quel serpente che, da Adamo in poi, simboleggia l’intelligenza.

Un filo trasparente lega la storia affascinante della famiglia Antiga alle antiche tecniche tipografiche scoperte verso la metà del 1400, epoca in cui il “quarto potere”, per dirla alla Orson Welles, era un fenomeno appena nato e la famosa Bibbia di Johannes Gutenberg veniva prodotta in Germania: 180 copie stampate per mezzo di caratteri mobili. Si trattava di un lavoro artigianale, perché il processo per la produzione dei testi e delle immagini veniva ottenuta mediante l’impiego dell’inchiostro e di una pressa. Nel 1469, a Venezia, i primi tipografi consacrarono la città a centro pulsante della stampa europea dando alla luce quasi la metà dei lavori realizzati in Italia.

Ma la tecnologia andava avanti, evolveva finché nel 1971, passando sopra le ceneri della tradizione, l’avvento dei nuovi laser rivoluzionò il modo di stampare; gli strumenti che per cinquecento anni erano stati usati dagli artigiani sono destinati a essere abbandonati per sempre. È in questa cornice che il giovane Silvio Antiga (nella foto d’apertura, Ndr) scrisse di suo pugno e spedì, affrancandole a mano, più di ottomila lettere indirizzate a tutti i tipografi italiani. Egli chiedeva loro di conservare ogni carattere, ogni matrice, e di non buttare via niente, perché presto sarebbe andato a prenderli guidando il suo furgone in su e giù per l’Italia. Silvio dedica così ogni fine settimana al recupero degli amati resti del mestiere che stavano per scomparire per sempre sulla scia delle nuove tecnologie.

Cornuda (Treviso). Silvio Antiga, fondatore della tipografia e della casa editrice e creativo disegnatore di caratteri, ripreso all’interno della Tipoteca, la “caverna delle parole”.

Cornuda (Treviso). Silvio Antiga, fondatore della tipografia e della casa editrice e creativo disegnatore di caratteri, ripreso all’interno della Tipoteca, la “caverna delle parole”.

Lui non è solamente il fondatore della tipografia e della casa editrice, ma l’artista della famiglia, un creativo e abile disegnatore di caratteri; ed è lui a tirare dentro quest’avventura i suoi fratelli: Franco, un chimico che diventa il presidente di Grafiche Antiga; Carlo, un fotografo che prende in mano il lato commerciale dell’azienda; e infine Mario, che diviene la figura esperta della logistica. Un affare di famiglia benedetto dal padre Celio, un semplice operaio che decide di ipotecare la piccola casa di proprietà per finanziare il progetto del figlio.

Da una piccola macchina da stampa comprata a Padova nel 1968, due banconi di caratteri e un tagliacarte verde chiaro con un volano azionato manualmente, i fratelli riescono a mettere su un modesto laboratorio di stampa e a guardare oltre. Infatti, con il passare del tempo, la casa editrice acquisisce esperienza, integrando il passaggio alle nuove tecnologie; il minuscolo laboratorio viene sostituito da ampi spazi industriali, espressione di quel fenomeno definito “il miracolo del Nord-Est”, quando il territorio veneto diviene un punto di riferimento anche per i Paesi stranieri.

(In queste e nelle foto successive) Da Tipoteca. Una storia italiana (credit: FrizziFrizzi, magazine online di cultura visiva)

Ma cosa ne sarebbe stato della storia della tipografia se i quattro tipografi non si fossero presi la briga di raccogliere e conservare nel tempo torchi e matrici?

È grazie a loro se oggi esiste un museo in cui vengono conservate le macchine da stampa, che attira studenti e artisti di tutto il mondo, ed è ancora grazie a loro se caratteri risalenti alla metà dell’Ottocento prodotti a Foligno e a Caserta sono stati salvati come per miracolo. Quattro fratelli ai quali l’antico mestiere ha dato molto e che hanno sentito il dovere di fare qualcosa per preservare quel mondo impregnato dall’inchiostro dei caratteri e delle matrici.

Noi, che questa storia l’avevamo vissuta intensamente, non potevamo assistere indifferenti alla dispersione del sapere e dell’ingegno di artisti artigiani che ci avevano preceduto. La tipografia ci aveva permesso di esprimere la nostra passione, di vivere e dare lavoro a tante persone” è la tesi di Silvio Antiga.

Con questo spirito, nel 1995 i titolari di Grafiche Antiga creano una fondazione che ha lo scopo di salvare e promuovere il patrimonio storico della tipografia italiana e nel 2002 sorge vicino allo stabilimento di Grafiche Antiga, sul canale della Brentella, il Museo della Stampa e del Design Tipografico; un ampio edificio sovrastato da una grande vetrata che si specchia imponente sulle acque, colorandole con le calde luci delle sue stanze.

La Tipoteca viene ricavata dai fabbricati di una vecchia corderia nella magica cornice delle colline del Prosecco; il museo, invece, si trova nell’ex chiesa di Santa Teresa e nella foresteria adiacente, restaurata e ultimata nel 2001 grazie a un lavoro di squadra di professionisti come Alberto Prandi, l’architetto Roberto Pescarollo, il fotografo Jordi Ferrando y Arrufat, Roberto Gherlenda e, nel successivo allestimento, Ottavio Di Chio, l’architetto Marco Ditadi e lo studioso Egon Kunz.

Nel museo di via Canapificio 3, a Cornuda, vengono anche organizzati corsi di composizione, stampa, calligrafia e legatoria, frequentati da studenti (fino a ieri accolti dalla quinta colonna della famiglia Antiga, l’insegnante Maria Antonietta), da designer e dagli appassionati. Una forte realtà culturale che attira ogni giorno artisti italiani e internazionali provenienti da tutto il mondo.

La Tipoteca non è dunque soltanto un museo, ma un vero e proprio laboratorio interattivo, dove ogni oggetto conservato è ancora funzionante. Un patrimonio di tutti.

Oggi è Andrea Simionato il responsabile e il direttore editoriale di Antiga edizioni.

Un ragazzone (cinquant’anni appena compiuti) con la passione per il rugby che dopo una laurea in lettere e filosofia si dedica per dodici anni alla storica casa editrice Canova e poi entra a far parte della grande famiglia Antiga.

Simionato non si occupa soltanto di curare il processo editoriale, ma anche di trovare idee sulle quali costruire nuovi progetti. La facoltà di filosofia gli ha lasciato una mente plastica, fertile di nuove immagini; oltre alla capacità, fondamentale per un artista, di sviluppare attraverso il pensiero la propria creatività.

«Abbiamo appena consegnato al Presidente della Repubblica una riproduzione della Divina Commedia di Dante illustrata da Boccaccio e conservata alla Riccardiana di Firenze», ci rivela con il suo spigliato accento veneto. E ancora aggiunge: «Sono molte le opere uniche, da collezione, firmate da Grafiche Antiga, come ad esempio la Bibbia filatelica e le tante opere realizzate ad hoc per grandi occasioni e cerimonie».

Andrea Simionato, direttore editoriale e motore creativo di Grafiche Antiga.

La casa editrice ha inoltre dato alle stampe importanti libri e cataloghi come Il grande libro delle Dolomiti, in cui la fotografia e i testi sono incorniciati dall’elegante impaginazione; mentre nel 2020 esce Terra ultima chiamata, il volume con il quale lo scrittore e giornalista Salvatore Giannella, già direttore di Airone dal 1986 al 1994, raccoglie prima della pandemia il grido di dolore del pianeta e conduce ricercatori e divulgatori scientifici attraverso il filo conduttore di una profonda riflessione sulle soluzioni necessarie e urgenti dell’emergenza climatica.

Un altro esempio è la trilogia dedicata a tre grandi personaggi veneti di cui si celebra il centenario: Rodolfo Sonego, storico sceneggiatore di Alberto Sordi, che sarà pubblicato in occasione della presentazione della mostra del cinema unitamente a uno su Andrea Zanzotto e a Mario Rigoni Stern; a breve, invece, uscirà in libreria Renato Casaro, l’omaggio al più grande cartellonista del cinema italiano le cui locandine hanno fatto la storia del cinema.

Dalla tipografia al museo, dalle grafiche alla casa editrice: un grande e ammirevole impegno, dunque, quello che vede coinvolta la famiglia Antiga, di cui ormai anche Andrea Simionato fa parte: non solo quello di dare alla luce libri, cataloghi e preziose stampe d’epoca, ma quello di forgiare nuovi professionisti in grado di preservare la tradizione e renderla celebre anche al resto del mondo. D’estate il parco della Tipografia e del museo si anima di studenti, universitari e ragazzi, che approfittando della pausa estiva sopraggiungono per imparare l’antica arte dei tipografi del ’400 e riportarla con loro al ritorno, nel proprio Paese.

Un progetto importante quello di Silvio, Franco, Mario e Carlo, che a Cornuda sono riusciti a fermare il tempo e a realizzare la loro visione: l’omaggio a un antico mestiere e al tramandarsi della nostra cultura.

Info e contatti

Per visitare Tipoteca, il più importante polo museale italiano sull’arte della stampa e del design tipografico:

  • Indirizzo: via Canapificio 3, Cornuda (Treviso)
  • Tel. 0423.86338
  • Email: museo@tipoteca.it
  • Web: tipoteca.it
  • Orari: da lunedì a sabato 9-13/14-18

Per la salute della Terra ormai è l’ultima chiamata

Terra ultima chiamata, a cura di Salvatore Giannella, Grafiche Antiga, 208 pagine, euro 13

Ci siamo dimenticati dell’ambiente e ora abbiamo davanti un’unica possibilità: cambiare per salvare il nostro ecosistema. Così nasce un lavoro collettivo, pensato orale e finito sulle pregiate pagine dell’editore Grafiche Antiga (208 pagine, 13 euro): Terra ultima chiamata, curato dall’ex direttore di Airone Salvatore Giannella, oggi scrittore, è una diagnosi aggiornata per capire la febbre del pianeta, dai grandi divulgatori scientifici ai giovani della Generazione Greta: la prima che può trovare la cura. Un libro-convegno, molto attuale in tempi di Covid. Nelle terre tanto amate da Mario Rigoni Stern e da Ermanno Olmi, ad Asiago, Giannella conduce ricercatori, glaciologi, climatologi, fotografi e scrittori a una profonda riflessione sul cambiamento climatico e sulle sue conseguenze, dall’Amazzonia ai boschi italiani.

La febbre del nostro pianeta sta salendo sempre più e l’emergenza climatica diventa anche economica e sanitaria. Che fare? E con quali tempi? Terra ultima chiamata contiene gli atti del convegno Mai più l’ambiente preso in giro, organizzato dall’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti e dedicato all’emergenza climatica. Un’iniziativa sostenuta da Touring Club italiano, Fondo Ambiente Italiano (Fai) e Club Alpino (Cai).

L’obiettivo è di informare e sensibilizzare le giovani generazioni sulla gravità dell’emergenza planetaria legata ai cambiamenti climatici.Spiccano i contributi di Roberto Rigoni Stern, Sergio Frigo, Roberto De Martin, Luca Mercalli, Claudio Smiraglia, Richard Samson Odingo, Paola Favero, Paolo Spigariol, Giovanni Onore, Gianfranco Bologna, Massimiliano Vavassori, Dante Colli, Umberto Andretta, Antonella Fornari, Davide Fiore, Enrico De Mori, l’ultimo testo di Giulia Maria Crespi, Franco Iseppi, Raffaele Marini, Gabriele Centazzo. Per tutti, l’obiettivo comune di far emergere gli attuali protagonisti, degni eredi spirituali di Mazzotti, che si sono particolarmente distinti in studi, ricerche, scoperte, realizzazioni e iniziative varie in difesa dell’ambiente, in ambito nazionale e internazionale. (Note sull’autore: Giovanni Mari (Genova, 1972) lavora nello staff centrale del quotidiano genovese il Secolo XIX e s’era segnalato come autore dello scoop sui fondi della Lega Nord, e come autore di un intrigante volume sulla caccia al cadavere di Hitler.)


L’albero dei gioielli targato Grafiche Antiga: sette titoli forti della casa editrice trevigiana

* Aurora Adorno (Firenze, 1978) si laurea in Scienze della Comunicazione con tesi sul processo creativo, corso di specializzazione in Marketing; più tardi frequenta il corso per sceneggiatori della scuola Immagina di Firenze. Autrice di Francesco Adorno, un filosofo a Firenze (Diogene Multimedia), tema al quale ha dedicato anche la sceneggiatura di un docu-film su cui spera che si posino occhi curiosi di un produttore. Opere precedenti: Solo per ragazze (Zella Editore), la commedia Bubble (Herald Editore), autrice del racconto La donna che non si accontentava nella raccolta Amarsi (Rudis). Scrive per la rivista online Myrrha i doni del Sud. Ha firmato vari cortometraggi.

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Le puntate:

  1. V come Il Vicolo di Cesena: se lo stampatore degli artisti si siede a tavola
  2. F come Felici Editore di Pisa: libri preziosi che raccolgono l’ingegno delle università
  3. A come Armando Editore di Roma: con i nostri libri insegniamo ai maestri che insegnano
  4. P come Progedit di Bari. Un calamaio che ha messo radici e germoglia, questo è un Dato
  5. K come Kurumuny. Nel Salento vogliono far tornare protagonisti gli invisibili e la loro umanità
  6. A come AdArte: la bussola per entrare nelle città più intime e segrete, navigando nel mare delle arti
  7. C come CB Edizioni. Dalla Toscana educare nel segno di Leonardo e Michelangelo
  8. D come Edizioni Dedalo. La carica dei mille titoli: più qualità per vincere (non solo) nelle università
  9. DR come Di Renzo Editore. La signora delle stelle, Margherita Hack, fece da passaparola e fu subito un successo
  10. G come Guida Editori. In principio fu Benedetto Croce… e Napoli si fregiò di un altro vulcano, questo editoriale
  11. AE come Artistica Editrice: alla scoperta del Piemonte (e non solo)
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