Santo Stefano di Sessanio: fare business (e cultura) con un borgo resuscitato



 

Per una notte ho dormito nella stanza del re. Prima che arrivassi io nell’albergo diffuso di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), tra queste quattro mura tornate a vivere dopo un restauro conservativo, fatto con tecniche povere e antiche ma capaci di resistere anche ai terremoti, sono arrivati il sovrano del Belgio Alberto e la consorte Paola. E poi George Clooney e Kasia Smutniak, il produttore Domenico Procacci, la modella Kiera Chaplin e uno degli ammiratori più tenaci di questo borgo “rimesso a vecchio”, Vittorio Sgarbi. Segno dello straordinario fascino di queste case in pietra calcarea bianca resa solo un po’ più opaca dal trascorrere dei secoli, fino a ieri disabitate dopo essere state fino a metà Settecento in mano alla famiglia fiorentina dei Medici che qui allevava pecore per la lana poi lavorata a Firenze e venduta in tutto il mondo. Siamo in un luogo senza tempo a 1.251 metri sulle pendici del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, a mezz’ora d’auto da Pescara.

Daniele Elow Kihlgren, l’imprenditore italo-svedese autore della rinascita di Santo Stefano.

L’autore della rinascita di Santo Stefano è Daniele Elow Kihlgren, 46 anni forgiati da una vita per anni complicata e, negli ultimi 15, da una passione progettuale che gli inietta adrenalina quotidiana. Il progetto è ben sintetizzato nella motivazione del premio “Italia è – Una bella storia di casa nostra”:

Kihlgren, filosofo e imprenditore visionario e insieme concreto,

attraverso il recupero architettonico e filologico e con l’albergo diffuso,

riporta in vita borghi morenti come Santo Stefano.

(Il riconoscimento assegnato dal Forum per la Bellezza nell’aprile del 2014 a Sabbioneta di Mantova insieme all’imprenditore-umanista di Solomeo, Brunello Cucinelli, entrambi già insigniti del Premio Rotondi ai salvatori dell’arte che si assegna annualmente a Sassocorvaro, nel Montefeltro marchigiano).

Tra praterie e specchi d’acqua, il Parco del Gran Sasso accoglie anche il borgo di Santo Stefano di Sessanio.

A molti lettori la favola vera di Kihlgren suonerà nuova, ma non ai sindaci di migliaia di borghi appenninici (in Italia se ne contano duemila abbandonati, 15mila con abbandono del 90%) condannati all’oblìo da decenni di emigrazione. A loro interessa il “metodo Kihlgren”, quello messo a punto nel paese dell’Aquilano da questo globetrotter che un giorno del ’98, girando in sella alla sua moto Honda 400 restò incantato dalla visione della skyline di Santo Stefano. Buttare alle spalle le difficoltà, innamorarsi della “povera bellezza originaria” e decidere di vivere lì fu una questione di secondi.

Il giorno dopo Daniele tornò a Santo Stefano per contattare a uno a uno i proprietari delle case, un centinaio dei 3.000 di una volta. In sei anni, acquistò un quarto del paese.

Poi ho iniziato un rigoroso lavoro di restauro conservativo. Con la bellezza ritrovata, nel borgo è arrivata la vita nuova. Quando ci ho messo piede io, a Santo Stefano c’erano solo tre attività ricettive, aperte in estate. Ora sono 15. Il 75% delle case era abbandonato. Nel 2001 arrivarono 280 turisti, dal 2008 ne approdano oltre 7.000 l’anno. Il loro flusso ha bloccato dopo un secolo la fuga dalla montagna e traina l’economia del territorio.

La società creata da Daniele (la Sextantio, info a questo link) ha assunto 25 dipendenti e creato lavoro per altre 300 persone nell’indotto. Adesso si contano ben 23 fra locande e bed and breakfast. E, dopo mezzo secolo di spopolamento, la gente ha ricominciato a fare figli.

Il Corno Grande, 2.912 metri, è la cima più alta del massiccio montuoso del Gran Sasso d’Italia e degli Appennini.

Autenticità a km 0

A chi arriva per visitare il borgo si presenta una stalla che è diventata la reception dell’albergo. Nelle camere il riscaldamento a pavimento corre sotto i sassi, il cotto o il legno originali. Le lenzuola sono quelle di lino che le mamme ricamavano per i corredi matrimoniali delle figlie. Le coperte nascono dalle mani di una tessitrice assunta per questo lavoro. Nel ristorante si mangia a “km zero”. Liquori, tisane, cosmetici e biancheria sono prodotti dai laboratori artigianali che hanno riaperto nel borgo. Né televisore, né frigobar, né telefono. Nelle stanze ci sono mobili riciclati. Uniche concessioni: la rete wireless, i bagni con i sanitari disegnati da Philippe Starck. Lui spiega: «Sono conservativo, non conservatore: amo la contemporaneità, non desidero che gli ospiti siano a disagio. Per evitare la feticizzazione museale, organizzo concerti, meeting, letture teatrali. Non faccio l’apologia della ruralità». E i prezzi delle case sono saliti, di molto. Daniele aveva comprato a meno di 60.000 delle vecchie lire al metro quadrato. L’unico edificio in buone condizioni, il rinascimentale Palazzo delle Logge, gli fu ceduto per 150 milioni di lire, in parte prestatigli dalle banche, senza contributi statali ed europei. Oggi, per queste stesse case del borgo diventato faro in materia di conservazione del patrimonio storico minore, i prezzi oscillano dai 4.000 ai 7.000 euro il metro quadrato e Kihlgren è proprietario di un quinto del paese medievale. L’ha trasformato in un hotel da 30 camere e 60 posti letto che si estende per 13 tra vie e piazze, in altrettante case.

Le molecole che compongono la formula felice del “metodo Kihlgren” sono riassunte nella sigla RARO, dalle iniziali di Restauro, Autenticità, Rispetto e Onestà. Più in dettaglio:

Dove interveniamo, chiediamo ai Comuni un vincolo di inedificabilità totale: solo restauro, appunto, niente cubature aggiuntive. Autenticità: è quella che cerca un nuovo tipo di turismo. Rispetto: per l’identità paesaggistica, antropologica, storico-architettonica. Prima di intervenire su Santo Stefano abbiamo registrato ore e ore di interviste con chi viveva qui e poi era emigrato, per sapere com’era il borgo al loro tempo. E infine, Onestà: chi vuole ottenere risultati positivi, deve essere onesto.

Santo Stefano di Sessanio è un borgo medioevale fortificato edificato tra le montagne dell’Abruzzo a 1251 metri di altitudine.

Si replica a Matera

Il “metodo Kihlgren” è stato replicato a Matera, in 18 Sassi avuti in comodato dal Comune, ristrutturati e messi a disposizione dei turisti senza che venisse snaturata la loro memoria storica. E ora, nel suo portafoglio, ha altri Comuni, frazioni, centri storici tra Abruzzo, Basilicata, Campania e Calabria: Martese, Rocchetta al Volturno, Montebello sul Sangro, Rocca Calascio… tutti borghi da restaurare. Un investimento di oltre 50 milioni di euro: «Finora i soldi li ho chiesti alle banche, ora sto cercando soci».


Fotogallery

Santo Stefano di Sessanio

in portfolio

Con gli occhi di Vittorio Giannella*

Il freddo invernale aggredisce il cartello d’ingresso al paese.

I tetti innevati del grumo di case di Santo Stefano.

Ci si prepara alla notte fredda.

Il calore delle stanze dell’albergo diffuso a Santo Stefano.

“Per scoprire il senso più profondo di un luogo, è necessario dormire in una casa di quel luogo”. (Hermann Hesse, On voyage)

Nelle case antiche si trovano tracce del passato, come le vecchie lettere di emigranti.

Daniele Kilghren si riscalda al camino dell’antico palazzo mediceo.

La chiesetta-gioiello di Santa Maria della Pietà, a Rocca Calascio, raggiungibile con una passeggiata da Santo Stefano di Sessanio.

Vittorio Giannella (Trinitapoli, BT, 1961) ha fatto delle sue passioni (natura, fotografia, viaggi) un affascinante lavoro. Collabora da anni con riviste come Bell’Italia, Touring, Bell’Europa, Travelglobe, WeekendIn, Confidenze, Donna Moderna, Madre e all’estero con Terre Sauvage, Der Spiegel, Geo, New York Times e con la collaborazione di Airone della Giorgio Mondadori e UNESCO ha realizzato un reportage sulla Micronesia. Ha vinto numerosi premi tra cui il “Tourism Photo of the Year” di Singapore, cioè la foto più rappresentativa della città Stato pubblicata tra tutte le riviste mondiali nel 1995. Tre primi premi Agfa Gevaert. Ha realizzato con il gruppo editoriale Motta un libro sui parchi naturali d’Abruzzo. La sua mostra itinerante ha un titolo eloquente: “Quando fotografia fa rima con poesia”, ritratti di paesaggi che hanno ispirato le più belle parole di poeti e scrittori. Alcune foto sono state usate per campagne pubblicitarie di Airone, compagnie telefoniche ed enti del turismo.


 

UNA MINIGUIDA

Il mosaico dei cento turismi

in natura e di cultura

a Santo Stefano di Sessanio e nei dintorni

Turismi in natura

  • Agriturismo
  • Birdwatching
  • Botanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
  • Entomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
  • Escursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • Micologia (specialisti), itinerari micologici
  • Miniere e archeologia mineraria, geologia, paleontologia, itinerari nei mondi di pietra (per turisti e per specialisti)
  • Osservazioni e fotografie subacquee (fluviali)
  • Picnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
  • Speleologia (specialisti), itinerari speleologici guidati
  • Trekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde
  • Turismo equestre

Turismi di cultura

  • Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
  • Artigianato e collezioni
  • Concerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
  • Itinerari gastronomici
  • Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • Strade romantiche
  • Turismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
  • Visite a paesi fantasma, borghi abbandonati.

Mangiare e dormire bene

a Santo Stefano di Sessanio

  • L’Elisir del Poeta. Nei pressi del Parco Giochi per Bambini, 67020 Santo Stefano di Sessanio. Tel 389 195 5586 / email lelisirdelpoeta@gmail.com
  • La Bettola di Geppetto. Via Principe Umberto SNC, 67020 Santo Stefano di Sessanio. Tel 0862 196 5309
  • La Locanda sul Lago. Via del Lago Snc, 67020 Santo Stefano di Sessanio. Tel 346 363 4322 / email info@lalocandasullago.it
  • Il Ristoro degli Elfi. Via Delle Aie 18, 67020 Santo Stefano di Sessanio. Tel 340 481 9763

Altre coordinate utili:

  • Centro visite del Parco Gran Sasso-Laga, Santo Stefano di Sessanio 0862- 899117 (solo nei week end)
  • Pro loco S.Stefano di Sessanio 0862 89203
  • Regione Abruzzo – Dipartimento turismo, cultura e paesaggio

Il trimestrale D’Abruzzo, che festeggia i primi 30 anni di attività con la accorta guida di Gaetano Basti, racconta stagione dopo stagione la natura e la civiltà della regione scelta come buen retiro dalla scrittrice Dacia Maraini.

Santo Stefano di Sessanio VSD

(Venerdì Sabato Domenica)

 

Sette cose da fare in un weekend ideale nel borgo abruzzese. Consigli d’autore (in questo caso dell’etnologa e ricercatrice demo-antropologica Annunziata Taraschi) per una sosta arricchente, per sentirsi parte di un luogo, per scoprire le luci della notte e il chiarore dell’alba. Fermarsi un po’, prima di ripartire.

 

 

  1. Contemplate i particolari più minuti della tradizione locale: gli asciugamani in lino, i materassi di lana, le lenzuola provenienti dai crolli nuziali, le coperte fatte a mano con i telai in legno e i colori naturali.
  2. Gustate i “piatti della memoria” che, con i prodotti dell’artigianato domestico, sono stati riproposti dopo ricerche con dotte in collaborazione del Museo delle Genti d’Abruzzo.
  3. Vivete le esperienze proposte in collaborazione con la Soprintendenza, per la scoperta di un patrimonio storico, artistico e antropologico prezioso e sconosciuto: eremi e luoghi di culto centenari, abbazie e chiese romaniche lungo i tratturi. Pacchetti turistici ed eventi progettati in antitesi al folclorismo di maniera, che immergono l’ospite in un contesto di vita autentico, tra dinamiche comunitarie e paesaggi sonori dimenticati.
  4. Esplorate il territorio organizzando escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. L’ambiente attorno a Santo Stefano è caratterizzato da una natura integra e incontaminata, una delle aree più interessanti del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga dove il paesaggio agrario si fonde con i borghi incastellati di montagna.
  5. Godetevi nella prima settimana di settembre la miscela speciale di cibo, musica popolare e artigianato locale collegata alla Sagra della Lenticchia, simbolo di Santo Stefano: appartiene a una qualità rara, che si coltiva solo nei terreni aridi di alta montagna tra i 1200 e i 1450 metri. Ottime da gustare, sono la base di piatti tradizionali che raccontano la storia di questo territorio.
  6. Respirate l’aria pura di un borgo montano, nel cuore del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, e gli odori della vita domestica, del cibo preparato dalle donne di montagna, dei biscotti artigianali e del pane cotto nel forno a legna. E dissetatevi con la fresca acqua di fonte che trovate nel borgo e nei paesi circostanti.
  7. Apprendete attraverso corsi attivati dalla Sextantio, che vi mettono a diretto contatto con massaie e artigiani del territorio, gli antichi segreti dell’artigianato domestico, l’utilizzo dei telai, filatoi, e antichi arnesi per la realizzazione dei tessuti e dei mobili in legno, e la preparazione di pani e dolci rituali in autentici forni in pietra del XVI secolo.

* Testo adattato dal mio articolo pubblicato su Sette, lo storico magazine del Corriere della Sera, il 29 novembre 2013. Le tappe di questa “geografia della memoria”, che toccherà tanti altre eccellenze della piccola Italia, regione dopo regione dalle Alpi al Gennargentu, hanno riguardato

  1. Montefalco (Perugia) e i borghi ideali dell’Umbria;
  2. Valsinni (Matera), sulle tracce della poetessa Isabella Morra con i borghi ideali della Basilicata;
  3. Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), borgo recuperato e reso modello di attrattività turistica, commerciale e culturale;
  4. Volpedo (Alessandria), il borgo del pittore del Quarto Stato, Pellizza;
  5. Varese Ligure (La Spezia), comune pioniere sulla strada dell’eco-sostenibilità, con i borghi ideali della Liguria;
  6. Amalfi e la Costiera Amalfitana, con i borghi ideali della Campania;
  7. Orroli, il borgo nel cuore della Sardegna dove abbondano gli ultracentenari;
  8. Da Rimini a Pennabilli sulle tracce di Fellini e di Tonino Guerra: paesaggio con poeta;
  9. Nel Montefeltro marchigiano sulle orme di Pasquale Rotondi, salvatore dell’arte italiana;
  10. La Puglia Imperiale che stupì Federico II;
  11. Scicli, a tavola con il commissario Montalbano e Andrea Camilleri;
  12. A Barga e nella Valle del bello e del buono di Giovanni Pascoli;
  13. A Tropea i profumi del mare e della terra creano un gioiello della tavola: la cipolla rossa;
  14. Arpino, in Ciociaria, mette in campo Cicerone e i Grandi Spiriti;
  15. A Mel e nelle Dolomiti Bellunesi, rifugio del cronista Dino Buzzati;
  16. Nel futuro di Riccia ci sono le pantere grigie: qui sarà bello vivere (specie nella terza età);
  17. A Sappada, il borgo che accende la fantasia dei bambini;
  18. Da Cassinetta di Lugagnano si levò un urlo: “Terra! Terra!”

L’illustrazione di apertura, e qui a destra, è di Ro Marcenaro.

BUONO A SAPERSI / UNO SGUARDO ALL'INIZIATIVA DEL MIBACT

I 63 Comuni ideali d’Abruzzo (e i 25 che aderiscono all’utile Passaborgo) nel progetto “Borghi – Viaggio italiano”

Un link, un tour

Sul progetto “Borghi – Viaggio italiano”, una delle principali iniziative che caratterizzano l’Anno dei Borghi italiani proclamato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), vedere viaggio-italiano.it

Capofila delle 18 Regioni coinvolte è la Regione Emilia-Romagna – viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna – Centralino: 051.5271. Direzione generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa: viaggioitaliano@regione.emilia-romagna.it (Responsabile: Laura Schiff).

Gli altri 63 borghi ideali d’Abruzzo

Altre eccellenze, oltre a Santo Stefano di Sessanio, dei 63 borghi d’Abruzzo inclusi nel progetto “Borghi – Viaggio italiano” le trovate, arricchite da una scheda essenziale e utile, cliccando su queste righe.

L’utile passaporto digitale: il Passaborgo

Alcuni di questi Borghi (25, incluso Santo Stefano di Sessanio) aderiscono a Passaborgo, il passaporto del turista: durante il viaggio i turisti possono completare un “passaporto” digitale collezionando le visite in diverse località e beneficiando di convenzioni con operatori locali e associazioni. Sono:

  • Aielli, nel Parco Regionale del Velino-Sirente, scrigno di tesori tutti da scoprire. La Torre medievale del 1300, chiamata Torre delle Stelle, oggi è un importante osservatorio astronomico aperto anche al pubblico, che ospita anche il Museo del Cielo e una biblioteca scientifica.
  • Barrea, fa parte del Parco Nazionale d’Abruzzo e il paesaggio che lo circonda è così bello da sembrare una cartolina: cime montuose, boschi di faggio, corsi d’acqua limpida, tutto questo rende Barrea meta ideale per gli amanti dell’escursionismo.
  • Capistrello, tra rocce calcaree e verdissimi boschi ricchi di corsi d’acqua. Chi ama l’architettura, potrà ammirare splendidi edifici risalenti al VII e al VIII secolo.
  • Castelvecchio Subequo: conserva il patrimonio archeologico dell’antica Superaequum, una delle tre città più importanti dei Peligni e sta puntando sul recupero degli antichi mestieri.
  • Carsoli, circondato da un paesaggio ricco di bellezza, quasi selvaggio. Da vedere la riserva naturale di Grotte di Pietrasecca, dove è possibile fare escursioni, anche guidate, andando alla scoperta di grotte e sentieri incantevoli.
  • Castelvecchio Calvisio, dalla splendida forma ellittica che sembra racchiudere su di sé il borgo fortificato, rendendolo speciale, unico.
  • Guardiagrele, la “città di pietra” narrata da d’Annunzio del “Trionfo della morte”, è un borgo dalla storia antica: colonizzato dai Benedettini, ebbe il suo massimo splendore intorno al XII secolo. Cuore dell’identità di Guardiagrele è però il suo artigianato: qui vengono realizzati splendidi manufatti dell’arte orafa.
  • Fara San Martino, il borgo dell’acqua pura e della ottima pasta. Sorge nel cuore del parco Nazionale della Maiella.
  • Giulianova, nata come colonia romana, oggi si divide in Giulianova Alta, centro storico sorto nel XV secolo in cima alla collina, e Giulianova Lido, sul mare, che si è sviluppata invece a partire dal XX secolo soprattutto grazie alla presenza del Porto Peschereccio.
  • Perano, racchiuso in un contesto paesaggistico di grande fascino, verdissimo, che trasmette un senso di pace e serenità per il suo silenzio e la sua maestosa presenza. Da non perdere la quercia monumentale di circa 300 anni di età, maestosa e saggia.
  • Moscufo, cuore e simbolo del borgo è l’olio d’oliva. Moscufo fa parte, con Pianella e Loreto Aprutino, del “triangolo d’oro dell’olio”: tanto che proprio all’olio è dedicata ogni anno una sagra.
  • Palena, immersa nel Parco Nazionale della Majella, tra alture e boschi verdissimi. Per la gioia dei più piccoli è presente l’Area Faunistica dell’Orso Marsicano dove vivere emozioni avvistando le orse Caterina, Iris e Margherita.
  • Pescocostanzo, sede culturale del Parco Nazionale della Majella, è un borgo antico. Stupisce quasi come un paese così piccolo possa racchiudere tante meraviglie di storia, arte e cultura.
  • San Valentino in Abruzzo Citeriore, con il suo Museo dei Fossili e delle Ambre, che conserva una vasta raccolta di fossili che raccontano la storia degli ultimi 500 milioni di anni del nostro pianeta e una preziosa raccolta di ambre.
  • Pescina sorge tra il Parco Nazionale d’Abruzzo e il Parco Regionale Sirente-Velino, in una natura suggestiva e quasi incontaminata. I resti delle antiche mura ciclopiche raccontano di insediamenti preistorici.
  • A San Vito Chietino il mare è l’essenza di ogni cosa: si respira per le stradine del centro, si ammira dalla spiaggia, si ascolta quando la sera ci si ritrova sul pontile. ll borgo fu rifugio di Gabriele d’Annunzio per lunghi periodi.
  • Sante Marie è adagiato in un territorio di grande bellezza e ricchezza culturale, artistica e gastronomica. Può contare per la sua cucina su ingredienti di ottima qualità, in particolare funghi e tartufi. Da visitare la mostra-museo sul brigantaggio e il Museo Multimediale di Astrofisica, un viaggio nella scienza e nel cosmo.
  • San Vincenzo Valle Roveto. Accanto al fiume Liri, immerso in un paradiso naturale ricco di boschi, corsi d’acqua e distese di verde, c’è questo luogo ideale per escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo. Tipica del borgo è la produzione di un eccellente olio extravergine d’oliva biologico.
  • Scontrone è un borgo che ha una doppia anima, storia antica e arte moderna, attaccamento alle radici e voglia di inventarsi un futuro. Vi si possono ammirare meravigliosi murales e sculture. Ha un progetto molto ambizioso: vuole diventare la Casa delle Muse, diffondendo l’arte in tutti i suoi aspetti, dalla musica al teatro, dalla poesia alla pittura fino ad arrivare all’arte multimediale.
  • Scanno è uno spettacolo che comincia prima dei confini del borgo. Splendida è infatti la strada che sale a tornanti e che porta al paese: il viaggio diventa così già esperienza di bellezza, mentre lo sguardo si perde nel paesaggio, sulla Riserva del Sagittario e sul lago, per poi posarsi sul borgo e incontrare un luogo di magia e incanto.
  • Silvi sorge tra le colline e il mare, e sono proprio questi due gli elementi che meglio lo definiscono: da una parte il verde dei colli, luogo da sempre percorso con le tradizionali transumanze e insieme luogo costiero, di pesca e villeggiatura. Da non perdere è l’area Protetta di Torre del Cerrano, zona splendida e incontaminata.
  • Tortoreto. Il mare limpido e le spiagge dorate, le colline che proteggono il borgo e impreziosiscono il paesaggio, il lungomare dove ci si ritrova a passeggiare, guardare l’orizzonte e cercare in lontananza le barche dei pescatori che, nella luce calda del tramonto, rientrano a riva. Questo è Tortoreto.
  • Scurcola Marsicana è un borgo che accoglie il viaggiatore con la bellezza dei suoi paesaggi, con i suoi riti antichi e soprattutto con l’ospitalità genuina della sua gente.
  • Vasto è da sempre una città di mare, che è stata nel corso della storia una potenza marinara. Il cuore antico del borgo racchiude splendidi elementi architettonici come il Castello Caldoresco, la Cattedrale e il Palazzo d’Avalos che ospita diversi musei. Da assaggiare il prelibato “brodetto di pesce” e le altre specialità preparate con i tesori del mare.

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).