Un creativo inglese incontra
su “Giannella Channel”
le donne con le ali e, con le sue
mani sapienti,
ne plasma una: Ruth Law Oliver

Doug Craner, l’artista britannico che oggi vive a Nottingham. Nato a nord di Londra nel 1957 e vissuto tra Inghilterra, Singapore e Malesia, fin da piccolo ha cominciato a dipingere e creare, fino a diventare uno dei più affermati e poliedrici artisti al mondo che scolpiscono miniature di piloti dell’età d’oro dell’aviazione.

Douglas Craner, più conosciuto come Doug Craner, si può considerare un artista a 360 gradi: disegnatore, pittore, scultore, artigiano, vive a Nottingham, in Inghilterra. Dalle sue mani si sprigiona una forza creativa che lo porta a far rivivere l’epopea degli aviatori delle due guerre, plasmando una particolare argilla modellante che prende la forma di piccole e precise sculture che li ritraggono. Aviatori rigorosamente maschili, fino a ieri. Ma, raggiunto oltremanica grazie a Giannella Channel dalle storie delle audaci antenate di Samantha Cristoforetti (L’altra metà in cielo / Quando le donne presero il volo) ed entusiasta di quella metà del cielo non così tanto nota, Doug ha celebrato una di queste protagoniste femminili, Ruth Law Oliver (1887-1970), realizzando la sua scultura in una miniatura di soli 50 millimetri. Proprio dell’aviatrice americana, inoltre, l’anno prossimo si festeggia il centenario del suo record di distanza conquistato nel novembre 1916, col quale, a bordo di un biplano “Pusher” Model E, Ruth superò il connazionale Victor Carlstrom con ben 820 chilometri dal punto di partenza (contro i 780 di Carlstrom).

Riproduzione in miniatura di soli 50 millimetri dell’aviatrice americana Ruth Law Oliver (1887-1970), realizzata da Doug Craner dopo aver letto le storie delle antenate di Samantha Cristoforetti su Giannella Channel, e in vista del prossimo centenario del record di distanza della Oliver, nel 2016. La moneta nella foto serve a mostrare la grandezza della scultura.

Un’altra immagine della miniatura di Ruth Law Oliver, nella mano dell’artista che l’ha creata, Doug Craner.

Doug, cha ama l’Italia ed è appassionato di storia antica e moderna, ha anche creato, proprio quest’anno, il modello originale, ora prodotto in serie da Aviattic, un’azienda di modellismo, di un pilota italiano della prima guerra mondiale, basato su una fotografia d’epoca che ritrae l’equipaggio del Caproni Ca-3, il terzo aeroplano (un biplano monomotore a elica traente) progettato e costruito nel 1911 dal pioniere dell’aviazione trentino Gianni Caproni.

Il fascino di Douglas Craner per il cielo e per i piloti, la tentazione di guardare sempre verso l’alto, lo caratterizzano fin da quando andava alla scuola elementare: “Durante le lezioni di matematica mi perdevo a guardare le nuvole fuori dalla finestra”, racconta sorridendo in una pausa della visita a Giannella Channel, “fino a che un gessetto tirato dalla maestra non mi riportava in classe”. Ma il suo interesse verso i piloti nasce dall’ammirazione che da piccolo aveva per il padre, responsabile del carico per gli aerei della Royal Air Force: “Mi sembrava qualcosa di speciale il fatto che mio padre si alzasse presto al mattino, non per andare in ufficio, ma per sedersi sulle nuvole. E mi sembrava molto esotico, in un periodo in cui non si andava in vacanza all’estero, che lui tornasse dalla giungla del Borneo. Ai miei occhi era un vero e proprio esploratore, che portava cioccolato, un lusso per i bambini ai tempi, da quei luoghi così lontani”.

Doug Craner ha realizzato questo aviatore italiano per la compagnia di modellismo AVIATTIC, basandosi su una fotografia di piloti italiani, equipaggio del Caproni Ca.3, aeroplano progettato e costruito nel 1911 dal pioniere dell’aviazione trentino Gianni Caproni.

Eliche in legno in miniatura (la scala più utilizzata è quella 1:32) basate su eliche di aerei dell’epoca d’oro dell’aviazione e realizzate alla stessa maniera, alternando strati di diversi legni. Queste si rifanno, come mostra il confronto con la fotografia d’epoca, alle eliche di un aereo del 1918.

La passione per il volo aveva portato Douglas, a 13 anni, a unirsi a una branchia della RAF, l’Air Training Cadets, ma il suo amore per l’arte e l’idea che ognuno abbia in sé una vocazione e una volontà individuali da dover esprimere, si scontravano con la mentalità militare omologatrice, per cui Doug lasciò l’aviazione dopo solo due settimane per dedicarsi alla sua più grande passione, l’arte, divenuta poi una professione.

Nato a nord di Londra nel 1957, Douglas Craner è cresciuto tra i resti monumentali e preistorici di Stonehenge e Avebury, l’affascinante cavallo di gesso di Cherhill nell’umido e verdeggiante Wiltshire, e il caldo oriente di Singapore e della Malesia, dove si trasferì per il lavoro del padre assistendo al tramonto dell’impero britannico e disegnando tra le statue del Buddha e templi sacri. L’amore per i monumenti preistorici, per una spiritualità tramandata dagli antenati tramite tracce ancestrali, l’idea di una Natura come madre generatrice si ritrovano nelle opere di Douglas, dove spesso, oltre agli aeroplani disegnati con assoluta attenzione per la veridicità storica, sono rappresentati dolmen, cavalli bianchi e altre tracce preistoriche.

“Emu over Stonehenge” di Doug Craner, 1990, collezione privata, Galles. Basata sulla riproduzione di un aereo AVRO 504 che vola sopra il sito di Stonehenge: due delle passioni dell’artista, il volo e uno dei luoghi ancestrali vicino ai quali ha vissuto, vengono riprodotte in questo dipinto.

“The Hawks of Brawdy” di Doug Craner, 1990, RAF Museum, Londra. Opera esposta e commissionata all’artista dallo stesso museo, chiedendo di rifarsi, per il dipinto, a una base aerea esistente in Galles. In basso, le firme dei piloti ritratti nell’opera.

“The romance of travel” di Doug Craner, 1995, collezione privata. L’idrovolante Sunderland, del XX secolo, è ritratto vicino a dei velieri del XVIII secolo in una celebrazione dei mezzi di trasporto.

Immagini dei suoi piloti modellati con sapienza artigiana e di miniature in legno di eliche di aerei “dell’età d’oro dell’aviazione, quella in cui l’innovazione negli aerei non era solo legata a farli diventare degli strumenti di guerra”, specifica Douglas, vengono spesso riprese dal magazine bimestrale Windsock Worldwide, e anche la sua arte possiamo dire che “vola” da un genere all’altro. Nella sua eclettica produzione si annoverano dipinti, disegni, illustrazioni, vetrate artistiche per attività commerciali e privati, ricostruzioni di abitazioni celtiche grazie a tracce archeologiche dell’età del Ferro (Doug Craner ha contribuito a ricostruire il sito archeologico di Castell Henllys nel Pembrokeshire), che riconfermano la sua passione per la storia e le origini. Registrato tra gli artisti della Saatchi Gallery e della National Library of Wales, Doug Craner è stato premiato come illustratore di copertine di libri dall’artista John Piper (1903-1992) al National Eisteddfod of Wales, un festival che celebra la cultura del Galles. La maggior parte delle sue opere si trova in collezioni private, mentre il Royal Air Force Museum di Londra (RAF Museum) gli ha commissionato ed espone una delle sue opere relative all’aviazione.

Per contattare Doug Craner: dougcraner@hotmail.co.uk

“East and West” di Doug Craner, 2007, collezione privata, Nottingham. In quest’opera è evidente l’unione dei due mondi vissuti dall’artista, quello orientale rappresentato dalla donna in un prezioso kimono rosso, e quello occidentale idealizzato dal cavallo bianco in gesso sulla collina di Cherill, in Wiltshire.

Varietà di eliche in legno in miniatura (la scala più utilizzata è quella 1:32), realizzate da Doug Craner basandosi su eliche di aerei dell’epoca d’oro dell’aviazione.

“Castell Henllys” di Doug Craner, collezione privata, Milano. Illustrazione con ricostruzione storica di come vivevano ai tempi dell’età del Ferro nel villaggio di Castell Henllys (Pembrokeshire, Regno Unito), ora sito archeologico dove Douglas Craner tra il 1982 e il 1983 ha contribuito alla ricostruzione delle abitazioni celtiche.

“Pentre Ifan” di Doug Craner, collezione privata Nottingham, 1998-99. Il soggetto è il più grande e meglio conservato dolmen del Galles.

“La Maison du Hibou” di Doug Craner, vetrata, 2006, collezione privata, Francia.

Vetrata che celebra il vino come prodotto mediterraneo, legato alle divinità e alla mitologia classica, all’interno di un wine-bar in Galles, eseguita, assieme ad altre vetrate, da Doug Craner negli anni Ottanta.

“The lightning conductor” di Doug Craner, 2012, collezione privata Nottingham. In quest’opera il soggetto conduce i fulmini (lightning) come un direttore di orchestra (conductor), senza alcuna paura, come se fosse parte della natura stessa. Il lightning conductor, in inglese, è anche il parafulmine.

“Tumor” di Doug Craner, 2002, collezione privata Nottingham. L’opera nasce come studio di alcune copertine di cd.

“Dolphins” di Doug Craner,1990, collezione privata Dublino.

“Girl with dolphins” di Doug Craner, 2002, collezione privata Nottingham. L’opera nasce come studio di alcune copertine di cd.

“Baby in a bubble” di Doug Craner, 1987 collezione privata Newcastle.

“The Jelly Mould” di Doug Craner, 1994, collezione privata New York.

  1. L’altra metà in cielo. Quando le donne presero il volo
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A cura di Salvatore Giannella e Luigi Butti per Giannella Channel