O ttant'anni fa Antoine de Saint-Exupéry, il leggendario aviatore autore di quel capolavoro della letteratura per ragazzi che è Il Piccolo Principe, trovava la morte in volo: durante una missione di ricognizione, il 31 luglio 1944, il suo velivolo veniva abbattuto da un aereo nemico e finiva in fondo al mare. La ricostruzione della vita di Antoine, fatta dalla brillante collaboratrice di una vita (Rossana Rossi), ha stimolato numerose reazioni nei nostri lettori. Segno ulteriore dell'attualità del forte pensiero dello scrittore francese che invitava alla ricerca dell'essenziale "invisibile agli occhi", ad avere cura del Creato, della sua custodia e della prosecuzione dell'opera della creazione da parte di uomini e donne di ogni tempo ("l'uomo è innanzitutto colui che crea", mentre "sono fratelli solo le persone che collaborano"). Mi piace raccogliere qui di seguito, nella newsletter CONNECT, monografica e gratuita, che mensilmente va a chi l'ha richiesta dalla scheda presente nel blog, le principali arrivate alla mia mail arricchite da precedenti contributi nel blog alla voce, appunto, Piccolo Principe e bambini. Nel 1924 l'assemblea generale della Società delle Nazioni, che aveva sede a Ginevra, emanò la dichiarazione dei diritti del fanciullo ed è un fatto storico importante di cui quest'anno ricorre il centenario perché fu un richiamo alla società degli adulti di garantire la crescita, lo sviluppo, l'acquisizione dell'autonomia sia psicologica sia educativa, sia lavorativa nonché la salute ai bambini. “È una tappa fondamentale”, ci avverte il noto pediatra e scrittore Italo Farnetani, “perché per la prima volta si riconosce che il bambino è un organismo ‘in formazione’, pertanto va tutelato e protetto”. Questa convenzione dava centralità e specificità ai bambini a differenza di molti adulti, anche importanti, che consideravano i bambini esseri di incompleta capacità di ragionamento mentale e privi di capacità lavorative, perciò da non prendere in considerazione. Buona lettura. (S. G.)
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