Martedì 16 gennaio 2024 Urbano Cairo ha convocato le rappresentanze sindacali per comunicare la decisione di sospendere, a partire dal numero di marzo, cinque testate storiche: Airone, Antiquariato, Bell'Europa, For Men e In Viaggio. Giornali che negli anni scorsi hanno contribuito al successo dell'editore Giorgio Mondadori prima e, dal 1999, di Cairo stesso: molte di quei mensili (a cominciare da Airone, la testata che ho diretto in tempi felici, 1986-1994, e che meriterebbe di tornare a illuminare gli italiani in questi tempi difficili di transizione ecologica) hanno superato il ragguardevole traguardo dei 500 numeri.
La mappa dei "deserti informativi" si allarga in Italia e - fatte le dovute proporzioni - anche negli Stati Uniti, dove i media sono spesso modello di sviluppo che riguarderanno anche gli altri paesi del mondo. Dal 2005 a oggi, negli USA sono scomparsi 2.900 giornali, quotidiani o settimanali, in prevalenza locali. Nel 2024 è in arrivo un triste traguardo per l'informazione: al ritmo di chiusura attuale (in media in America spariscono due testate giornalistiche alla settimana), il paese avrà perso un terzo dei seimila newspapers che aveva nel 2005, il momento di massimno picco. E insieme a loro circa due terzi del giornalisti: sono 43 mila quelli che sono stati licenziati o hanno perso il lavoro per la chiusura del loro giornale. Per aiutare a capire qualcosa di più del "dannato futuro dei giornali" (copyright di "Charlie", la newsletter di The Post) metto in connessione alcuni dei principali testi apparsi sul mio blog alla voce Giornalismo, partendo dalla presentazione del nuovo libro di Giovanni Valentini Il romanzo del giornalismo italiano. Ulteriori contributi sono aggiungibili inserendo nel cartiglio RICERCA la parola Giornalismo. Con l'augurio che la stampa, pur nelle difficoltà, possa tornare a fornire il vero, il nuovo, l'utile... Perché, per dirla, con un sonetto sconosciuto di Michelangelo, "C'una lucciola può battere il buio". (s.g.)
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