In Svezia un grattacielo in legno è un nuovo modello di architettura

In Svezia un grattacielo in legno è un nuovo modello di architettura

Nella Hong Kong che incanta i viaggiatori con i suoi grattacieli che svettano sulle nuvole racconto all’accompagnatore la storia di un edificio speciale nato in una città speciale, pioniera nella transizione ecologica

LA MEGLIO EUROPA

testo di Salvatore Giannella da Hong Kong con Oliver Wainwright

Hong Kong (novembre) – Torno dopo quattro anni nella porta d’Oriente e mi ritrovo come una formichina tra i suoi incredibili grattacieli che hanno battuto vari record e sono stati d’esempio per tutto il mondo. Alzo gli occhi al cielo per ammirare l’International Commerce Centre, inaugurato nel 2010: con i suoi 484 metri è l’edificio più alto di Hong Kong. Sfioro il Finance Centre che con 415 metri e 90 piani è stato per anni l’edificio più alto della città. E ammiro l’Hopewell Center, finito nel 1980 (216 metri e 64 piani, il primo grattacielo circolare di Hong Kong, sull’alto del quale c’è un ristorante girevole.

Ma all’accompagnatore che mi vuole incantare con le meraviglie dei grattacieli orientali porgo una storia europea che lo sorprende: quella del grattacielo di legno costruito lo scorso anno a Skellefteå, nell’estremo nord della Svezia, piccola città proprio sotto il Circolo polare artico tra le più attente in Europa alla transizione ecologica: la più grande fabbrica di batterie per auto elettriche d’Europa, agli ioni di litio; qui si usa solo energia rinnovabile idroelettrica ed eolica; ogni anno vengono riciclate 120 mila tonnellate di rifiuti elettronici e il calore in eccesso prodotto durante la trasformazione viene incanalato nel sistema di riscaldamento cittadino). Ne ha parlato Oliver Wainwright, sul britannico The Guardian, ripreso da quell’intelligente antenna sul mondo che cambia che è l’Internazionale e tradotto da Davide Musso.

Dallo scorso anno,  con i venti piani che svettano sul basso profilo della città, Skellefteå ha il monumento adatto alla sua fama di centro votato alla riduzione di carbonio: il Sara kulturhus (il centro culturale Sara) e il suo imponente Wood hotel sono l’esempio lampante di cosa è possibile realizzare con il legname, (che la fa da padrone a Skellefteå, circondata da 480 mila ettari di foresta), assorbendo nel frattempo circa novemila tonnellate di carbonio dall’atmosfera.

Il Sara kulturhus, a Skellefteå, in Svezia: venti piani in legname. (Foto di Jonas Westling).

“Quando ho visto la proposta presentata per la gara di assegnazione, non pensavo che sarebbe stato possibile”, ha detto al cronista inglese il sindaco Lorents Burman. “Una torre di venti piani in legno? A Skellefteå?”. Grazie a tre squadre di ingegneri strutturisti e all’esperienza locale nella realizzazione di prefabbricati, oggi quella torre in legno rappresenta il progetto di riferimento per una nuova generazione di grattacieli.

La tecnologia alla base di questi edifici è incredibilmente semplice. I due materiali principali sono il legno lamellare incollato (gl) e il legno lamellare a strati incrociati (clt). Il primo è costituito da strati di legname uniti tra loro nella direzione delle fibre, caratteristica che conferisce una capacità portante in relazione al peso superiore sia all’acciaio sia al calcestruzzo. È ideale per le colonne e per le travi, ed è stato usato per realizzare lo scheletro del centro culturale, che ospita due teatri, un museo, una galleria d’arte e una biblioteca.

Il clt, invece, è simile a un enorme pannello di compensato, dove ogni strato è incollato perpendicolarmente al successivo. Questo lo rende resistente in ogni verso, quindi è perfetto per le pareti e le solette dei pavimenti. I vani ascensore ai due lati opposti della torre di venti piani sono realizzati in clt, mentre le camere d’albergo in mezzo sono una pila di moduli prefabbricati e rinforzati con colonne in glulam incorporate negli angoli. Infine, la facciata in vetro a doppio involucro (detta in gergo tecnico “a doppia pelle”) isola gli ambienti dal freddo in inverno e li mantiene freschi d’estate, dal momento che l’aria calda viene risucchiata nell’intercapedine tra le due lastre di vetro grazie all’effetto camino.

Skelleftea è una città nella Svezia settentrionale con oltre 70 mila abitanti. Sito ufficiale: skelleftea.se

L’immagine della serenità

La finitura naturale del legno impiegato per la struttura, che può essere lasciato a vista, ha permesso di costruire la torre molto rapidamente, eliminando passaggi come l’intonacatura e l’imbiancatura. Usando il legno al posto dell’acciaio e del cemento è stato risparmiato un anno di lavoro ed è stato possibile completare un piano ogni due giorni. Anche il numero di camion necessari per il trasporto è stato ridotto di circa il 90 per cento, mentre i rifiuti in cantiere sono praticamente assenti. Simili ai pezzi di un modellino gigante in legno di balsa, i componenti sono arrivati dalle fabbriche pronti per essere montati (in alcuni casi si trattava di pannelli lunghi 27 metri), mentre gli alberi usati si trovavano in un raggio di 60 chilometri, e sono stati tutti ripiantati.

Non è solo il clima a trarne beneficio. Costruire edifici in legno ha effetti positivi anche sui lavoratori edili. Di solito un cantiere è un luogo rumoroso e tossico per la presenza di esalazioni e polvere, mentre in questo caso sembra l’immagine della serenità. “Chi ha costruito questo edificio non tornerà più all’acciaio e al cemento”, assicura Jesper Åkerlund della Holmen, l’azienda appaltatrice, che sta analizzando i miglioramenti sulla salute mentale degli operai che hanno partecipato al progetto. Esiste però anche un lato negativo, almeno dal punto di vista degli albergatori: “Il legno grezzo assorbe le macchie, come quelle di vino, molto più rapidamente rispetto a un muro imbiancato”, dice Sara Johansson di Elite, il gruppo che gestisce l’albergo, “quindi dovremo essere pronti a pulire molto più in fretta”.

A prova d’incendio

Con tutti questi muri, soffitti e pavimenti in legno a vista, il posto sembra una gigantesca sauna, e anche il profumo è lo stesso. Ma a uno sguardo attento, ci si accorge che non è tutto di legno. Le grandi lastre d’acciaio imbullonate alle enormi pareti in legno del quinto piano rivelano la presenza di una travatura in acciaio che scarica il peso della torre sui muri del centro culturale, permettendo così di avere uno spazio sottostante privo di colonne. E per gli ultimi due piani è stato usato il cemento per evitare che la torre oscilli troppo quando c’è vento.

“Volevamo che l’edificio fosse comprensibile”, spiega Oskar Norelius di White Arkitekter, il più grande studio di architettura in Scandinavia, con anni di esperienza nelle costruzioni in legno, “in modo che le persone potessero rendersi conto di com’è stato assemblato”. Perciò, sopra al livello principale aperto del centro culturale sono visibili le sottili aste d’acciaio che, fissate ai massicci blocchi di legno, formano una struttura reticolare. Il teatro più grande, con 1.200 posti a sedere, è un tour de force di legno, con immense travi in glulam che attraversano il soffitto e cunei di legno sfaccettati alle pareti che fungono da diffusori acustici. “È tutto immerso nella quiete”, dice Fransesca Quartey, direttrice del teatro regionale di Västerbotten. “Ti fa sentire davvero felice”.

Ed è anche a prova di incendio. Il clt prende fuoco molto lentamente, ed è realizzato con una copertura aggiuntiva di quattro centimetri che in caso di incendio brucerebbe proteggendo la struttura per 120 minuti. Le superfici sono state anche trattate con una sostanza ignifuga e tutto il complesso è dotato di sprinkler, appositi irrigatori alimentati da batterie elettriche anziché dai più comuni motori diesel.

In linea con la moderna rete energetica della città (di proprietà municipale), l’edificio usa l’intelligenza artificiale per monitorare il consumo di energia e prevedere le esigenze di riscaldamento, oltre a comunicare con gli edifici circostanti. L’energia in eccesso prodotta dai pannelli solari, per esempio, può essere inviata al vicino centro servizi per i viaggiatori o accumulata nelle batterie presenti nel seminterrato. Se il centro culturale necessita di più calore, può ricevere l’energia in eccedenza da un edificio vicino che dev’essere raffreddato. “Oggi molti edifici hanno un cervello”, afferma Patrik Sundberg di Skellefteå Kraft, l’azienda energetica della città. “Noi abbiamo aggiunto le orecchie alla nostra rete, che continuerà ad ascoltare e a imparare”.

Gli architetti ci tengono a sottolineare che lo stesso progetto potrebbe essere replicato ovunque, anche a centinaia di chilometri da una foresta.

Rimangono molti ostacoli lungo la strada: la potente lobby dei produttori di calcestruzzo, un settore assicurativo avverso all’innovazione, regolamenti edilizi antiquati e una cultura dell’edilizia riluttante al cambiamento. Ma trattandosi dell’unico materiale da costruzione veramente sostenibile – con vantaggi in termini di velocità, salute e benessere oltre al risparmio di carbonio – il futuro è nel legno.

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