Salvatore, raccontaci di Tonino Guerra, Sepùlveda, e del naufragio a lieto fine di un riminese in Patagonia

Le ceneri di Luis Sepúlveda (Ovalle, 4 ottobre 1949 – Oviedo, 16 aprile 2020) saranno sparse nell’arcipelago di Chiloé, nella Patagonia occidentale, in quelle terre cilene alla fine del mondo che lo scrittore non aveva mai dimenticato. Salvatore Giannella, giornalista e scrittore, amico e collaboratore di Tonino Guerra, nei suoi viaggi alla scoperta del bello nel mondo ha avuto, come Gurdjieff, incontri con uomini straordinari. Sepúlveda era uno di questi. E dagli incontri con lo scrittore cileno è emerso un legame inaspettato, raccontato da Giannella, con la storia di un marinaio riminese che più di un secolo fa, in seguito a un naufragio, era approdato in Patagonia.

Luis Sepulveda con Andrea Guerra che lo aveva voluto come presidente onorario dell’Associazione Tonino Guerra. La foto li ritrae a Rimini, nel cinema Fulgor, nel maggio 2018, durante la presentazione del volume L’Infanzia del mondo, Opere 1946-2012 scritto dal maestro ed edito da Bompiani, a cura di Luca Cesari. (credit: ANSA)

Giannella, a quando risale il suo incontro con Luis Sepúlveda?

“C’è una radice riminese nel mio incontro con Sepúlveda. Era l’estate del 1994 e io, come direttore di Airone, avevo inviato una giornalista (Grazia Francescato) e un fotografo (Raoul Morales) nel lontano arcipelago delle isole Chiloé, nella Patagonia dell’oceano Pacifico. Un arcipelago grande come l’Abruzzo nella cui isola principale, caratterizzata da case tutte costruite in legno, venne a galla la storia di un marinaio riminese: Lorenzo Boldrini. In una notte dell’inverno del 1860 la nave su cui viaggiava fece naufragio sugli scogli. Boldrini fu soccorso da pescatori del luogo, s’innamorò di quelle isole e s’innamorò anche di Candelaria, bella discendente di uno dei conquistadores che avevano colonizzato quei territori. I due diedero inizio alla dinastia dei Boldrini di Chiloé, tra i quali il bisnipote Gustavo Boldrini, oggi noto scrittore che ha dedicato all’arcipelago il libro “Passeggiate e parole scritte”. E così su Airone mi apprestavo a pubblicare il reportage che fu presentato anche in Romagna, a Rimini, invitando le quasi cento famiglie che ancora portavano il cognome Boldrini tra le province di Rimini e Ravenna. Mi venne allora in mente di chiamare Sepúlveda che proprio in quei mesi aveva pubblicato Il mondo alla fine del mondo. Era già famoso per il suo impegno ecologista, lo contattai e gli spiegai il desiderio di arricchire il reportage di Airone con un suo scritto. Con grande generosità mi invio il racconto “L’occhio della balena”, che ho riproposto in versione integrale sul mio blog Giannella Channel e che tratta l’eterna storia di amore e odio tra l’uomo e i giganti marini. Generosità è quindi la parola chiave che viene da questo primo incontro con Sepúlveda, riflette il suo saper donarsi e proprio questo aspetto del suo carattere mi colpì anche a Pennabilli quando nel 2000 partecipò alla festa per gli ottant’anni di Tonino Guerra”.

(Qui e in apertura) Salvatore Giannella con Tonino Guerra nel 2011 al Premio Rotondi, a Sassocorvaro, nel Montefeltro marchigiano.

Quando era nata l’amicizia tra Guerra e Sepúlveda?

“Tonino lo aveva conosciuto nel 1995, a Venezia. Da Pennabilli era andato in laguna per la presentazione del film di Michelangelo Antonioni “Al di là delle nuvole”. A cena si trovò allo stesso tavolo di Luis e subito dialogarono su scrittura, sceneggiatura e parole per il cinema. Sepúlveda rivelò a Guerra che avrebbe voluto mettersi alla prova nell’arte del cinema e quattro anni dopo lo chiamò per scrivere assieme la sceneggiatura del film “Tierra del fuego” diretto dall’amico Miguel Littin. Nel 2000 Luis era arrivato a Pennabilli dove ebbe parole di elogio per Tonino che definì ‘il poeta della resistenza e della bellezza’. Quando, nel 2002, Sepúlveda era in Bolivia per girare il film Nowhere, film-denuncia contro le dittature, grazie ai telefoni satellitari ci fu tra loro uno scambio quotidiano d’idee e di consigli da parte di Guerra. Poi nel 2005, gli 85 anni di Tonino, io e Rita Giannini curammo un volume (85 e più pensieri per Tonino, Edizioni Arti Grafiche della Torre) con 85 pensieri di amici, di altri poeti, di scrittori, di artisti. Tra le testimonianze che raccogliemmo, la più singolare fu quella che mi mandò Sepúlveda, sotto forma di una sceneggiatura, da Gijòn, città portuale spagnola dove risiedeva. Il rapporto si consolidò tanto che il figlio di Tonino, Andrea, lo aveva voluto come presidente dell’Associazione Tonino Guerra. Anche questa sceneggiatura di Luis l’ho riproposta nel blog dove sto raccogliendo pensieri per il centesimo anniversario della nascita di Tonino”.

Sul tuo blog è raccontata anche la storia d’amore tra Luis Sepúlveda e la poetessa cilena Carmen Yanez.

“La loro storia sembra il soggetto di un film. Si erano incontrati nel 1968, lei aveva solo 15 anni. Nel 1971 si sposarono e nacque il loro figlio Carlo. Nel 1973 il golpe di Pinochet li aveva separati. Entrambi furono incarcerati e sottoposti a torture. Lui durante la dittatura fu sottoposto a torture che minarono i suoi polmoni, questo spiegherebbe anche il collasso mortale dopo l’attacco del virus (cui invece ha resistito Carmen). Poi l’esilio e il distacco. Negli anni di separazione conobbero altre persone finché si incontrarono di nuovo nel 1996, in Europa, nella Foresta Nera, reduci entrambi da nozze sfortunate. Il loro amore riprese vigore e decisero di tornare insieme. Le seconde nozze furono celebrate nel 2004 a Gjion, in Spagna. Ora le ceneri di Sepúlveda saranno disperse alla presenza di Carmen Yanez, di Carlo, dei tre figli avuti dalla seconda moglie, la tedesca Margarita e dei nipoti. La cerimonia avverrà, finita l’emergenza sanitaria, proprio in Patagonia, vicino a quella Chiloé alla fine del mondo che mi aveva fornito la prima occasione per avvicinarlo con la storia del naufrago riminese Lorenzo Boldrini”.

* Andrea Dolcini, pubblicista, collaboratore del Corriere di Romagna per l’inserto Cultura e Spettacoli. Con l’Associazione Alteo Dolcini, dedicata alla memoria del grande padre (link), si occupa di temi culturali e storici legati alla Romagna. Tra le attività dell’associazione si ricordano le ricerche sulle origini ravennati di Anna Magnani, il recupero di audio inediti con discorsi di Aldo Spallicci, le iniziative per ricordare Giovannino Guareschi e i suoi legami con la Romagna.

A PROPOSITO/ Ravenna chiama, il Cile risponde

Caro Boldrini, venga a prendere il caffè da noi, in Romagna, per riscoprire le sue radici

Lo scrittore cileno Gustavo Boldrini, 69 anni, discendente dal marinaio riminese Lorenzo, che fece naufragio nell’Oceano Pacifico delle Isole Chiloé nel 1860.

Ravenna dista dalle isole Chiloè quasi 13 mila chilometri ma la distanza non ha scoraggiato Patrizia Poggi, intraprendente titolare di una residenza storica immersa nella campagna romagnola, stanze ospitali di arte e cultura a due passi dai monumenti dell’Unesco e dal Parco del Delta del Po. Lei, appena letta l’intervista sul Corriere di Romagna, ha contattato prima il sottoscritto e poi ha mandato una mail allo scrittore Gustavo Boldrini per invitarlo in Romagna alla riscoperta delle radici sue e della terra di suo nonno, il marinaio Lorenzo Boldrini, naufrago al largo delle isole Chiloé nel 1860. Un’intraprendenza premiata con un messaggio di ritorno da Gustavo Boldrini, da quel mondo alla fine del mondo che sono le isole Chiloé, con parole che qui riproduco:

Gentile signora Patrizia,

il coranavirus ci consente più tempo per le riflessioni e per la memoria, in particolare per ricordare e contattare soprattutto gli amici. Quello che racconta Salvatore Giannella al Corriere di Romagna dimostra la grande sensibilità di Luis Sepùlveda. (Per inciso, mi sono ricordato del reportage che Airone fece sull’isola di Chiloé, sono passati 26 anni da allora! Lo ricordo con affetto. Quella volta Raul Morales, con Grazia Francescato, mi intervistarono, poi con Raul ho avviato un’amicizia che continua: lui è regista, ora vive in Cile, sulle montagne delle Ande. Qualche tempo fa ci siamo incontrati nella città di Melinka, nell’arcipelago di Las Guaitecas, Patagonia).

Io e Sepùlveda non ci siamo incontrati personalmente, anche se abbiamo avuto molti amici comuni e ci rispettavamo l’un l’altro. Ho letto tutti i suoi libri. Patrizia e Salvatore, siete molto gentili nell’invitarmi come ospite per conoscere le mie radici in Romagna. La mia timidezza congenita e i miei impegni di lavoro mi impediscono per ora di accettare. Siamo nel tempo del coronavirus ed è meglio non programmare viaggi. Potremo fare un collegamento a distanza via video. E intanto vi posso, per ora, solo ringraziarvi, all’infinito, per questa bellissima occasione.

Ho guardato online il video su Villa Roncuzzi con molta attenzione.

Patrizia, mi è davvero piaciuta la serenità di quello spazio e la sobrietà del paesaggio che lo circonda. Grazie per questo dono di bellezza, ancor più apprezzato perché càpita nel mezzo di una pandemia. Apprezzo molto il tuo gesto e le parole di amicizia.

Un caro saluto da Gustavo Boldrini

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