Pietro Mennea e Ralph De Palma, i pugliesi più veloci del mondo, salutano l’alta velocità (finalmente) in arrivo da Napoli e sulla linea adriatica
L’orizzonte che scruto quotidianamente sfogliando i giornali e media vari prevede tra le voci chiave quella relativa alla regione nativa, la Puglia. E sulla panchina dove deposito i ritagli vari, trovo accumulati buone notizie e curiosità storiche incentrate tutte, curiosamente, sulla parola ALTA VELOCITÀ. Sulla Napoli-Bari i treni viaggeranno infatti fino alla velocità di 250 Km/h (la tratta tra i due capoluoghi sarà percorribile in due ore), attraversando molti territori interni per collegare comunità e economie a rischio spopolamento, abbattendo i tempi di percorrenza dalla Puglia verso la Campania, il Lazio e il resto del Centro-Nord e viceversa. “Sarà un modello di infrastruttura realizzata secondo misure e principi di sostenibilità e transizione sostenibile”, assicura il presidente della società di infrastruttura del gruppo FS, Anna Masutti. Investimento totale, alla luce del PNRR e dell’Agenda 2023, da 6,2 miliardi; primi benefici già dal 2023. Sarà anche completato il raddoppio della linea Adriatica, che farà ridurre i tempi della tratta Lecce-Milano.
Per singolare connessione mentale, mi viene da collegare questa buona notizia ad altre due arrivatemi da quelle amate terre: riguarda i pugliesi più veloci del mondo, il velocista Pietro Mennea e, nel riquadro a seguire, il pilota automobilistico Ralph De Palma.
Il primo, originario di Barletta, è stato campione olimpico dei 200 metri piani a Mosca 1980, primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19”72 che costituisce tuttora il primato europeo e presto sarà immortalato in un murale sul muro esterno del nuovo Palasport in via San Pietro a Trinitapoli, che sarà inaugurato entro fine febbraio 2022 e dedicato proprio a lui, la Freccia del Sud.
La “Parabola della vittoria” sul muro d’autore (30 metri di larghezza per 10 di altezza) è firmata dal creativo street artist Daniele Geniale di Andria. È stata voluta da un amico e compagno di gara in gioventù, che ha conosciuto Mennea lontano dai riflettori: Giuseppe Acquafredda, una vita dedicato all’insegnamento delle discipline sportive nelle scuole pugliesi. Contattato, il professor Acquafredda così ricorda quella rara amicizia con Mennea:
“Io ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo durante gli anni del Liceo Scientifico di Barletta. Il mio professore di educazione fisica, Francesco Pistone, tutti gli anni organizzava presso quel liceo i campionati di istituto per poi formare la squadra titolare della scuola. Partecipai alla gara degli 80 metri piani in una pista allestita nello stadio Lello Simeone. Dopo aver vinto tutte le batterie e classificatomi terzo nella finale, dietro a Martucci e a Lorenzo di Fidio, fui contattato dal professore Francesco Mascolo, allenatore dell’Avis Barletta (è stato mio docente di educazione fisica al Liceo Classico Casardi di Barletta, Ndr), che fissò subito un appuntamento con mio padre a Barletta presso la sede avisina nel vecchio Ospedale Umberto I. Il giorno dopo ero un atleta iscritto all’Avis dove da tesserato ho fatto parte della staffetta 4×100 con Pietro, Salvatore Pallamolla e Francesco Gambatesa stabilendo nella 4×100 allievi quel tempo di 44″1 che abbiamo conservato come record pugliese per più di venti anni”.
Il racconto di Acquafredda così prosegue: “Ho conosciuto il grande Pietro nel lontano 1968 quando avevo solo 16 anni ed è così cominciata la mia amicizia con lui. Infatti tutti i giorni, con il treno alle ore 14, tornavo a casa, a Trinitapoli, dalla scuola barlettana per il pranzo e alle 14.55 riprendevo il treno per andare a Barletta per gli allenamenti. Puntuale alle ore 15.20 stavo sotto casa di Pietro in Via Pier delle Vigne 10 dove alle 15.30 arrivava il professor Mascolo, con la sua Fiat 500 bianca, per prenderci e accompagnarci al campo per gli allenamenti. Questa storia è durata circa due anni. In questo lunghissimo periodo ho imparato a conoscere l’uomo Mennea. Pietro, appena conosciuto, mi ha dato l’impressione di essere introverso e riservato, ma dopo appena due mesi di frequentazione (gare fuori regione, dormire nella stessa stanza e stare sempre insieme) tirò fuori quello che era il suo vero carattere. Pietro, prima di aprirsi agli altri, doveva conoscere bene chi aveva di fronte e solo dopo metteva fuori il suo vero carattere di estroverso. La frequentazione con Pietro è continuata anche dopo che io ho concluso la mia attività agonistica con l’Avis. Ci vedevamo quasi sempre quando tornava nella sua Barletta. Negli anni ’90 gli diedi una mano a Trinitapoli quando si candidò, come parlamentare europeo, nella lista di Antonio Di Pietro. Dopo la sua elezione fui invitato con altri amici a Bruxelles al Parlamento Europeo dove Pietro doveva presentare una proposta di legge che rendesse punibili penalmente tutti i reati collegati all’uso del doping nello sport. Infatti su questo argomento ha scritto diversi libri.
Ci siamo visti per l’ultima volta a dicembre 2011 nello stadio di Barletta per girare alcune scene del film-documentario su Pietro del regista Sergio Basso, dal titolo 19’72” che rappresenta il tempo dei sui 200 metri piani record mondiale ottenuto a Città del Messico. In quella occasione invitai Pietro che accettò a venire nella scuola dove insegnavo, l’istituto alberghiero di Margherita di Savoia, per avere un incontro con gli alunni sul Doping. In quella situazione ebbi la conferma della sua grande personalità. Infatti noi ci sentivamo spesso su facebook e io nell’approssimarsi dell’evento gli mandai, a gennaio 2013, un messaggio per chiedergli di farmi sapere la data dell’incontro presso l’Istituto Alberghiero. Non rispose con la solita celerità e dopo la mia ulteriore richiesta fatta il 22 febbraio 2013 lui mi rispose con questo messaggio che riporto integralmente:
Caro Giuseppe, purtroppo ora non sono in grado di poter fissare date per incontri. Naturalmente appena mi sarà possibile e con un certo anticipo te lo farò sapere. Pietro.
PS. Mi hanno informato che presenteranno il film-documentario al festival del cinema di Bari, per quanto riguarda invece la messa in onda televisiva, ancora non è stata fissata la data esatta.
Questo messaggio mi è stato inviato esattamente un mese prima che lui morisse. Dalla sua attenta lettura si comprende ancora di più la grandezza morale del nostro caro Pietro Mennea che io porto sempre nel mio cuore. Desidererei tanto che gli amministratori di Barletta contribuissero con un’opera grandiosa ad onorare l’atleta che ha portato, con le sue gesta, la città alla ribalta nazionale e mondiale. A tutt’oggi non si è fatto ancora niente di grande per onorare la memoria di Pietro. Io so aspettare ed ho la speranza che ciò possa avvenire”.
Nel nuovo Palasport di Trinitapoli a lui dedicato, Mennea compare oltre che nel murale, anche in un suggestivo busto in terracotta firmato dallo scultore trinitapolese Paolo Alessandro Fanizza, da me incontrato nel suo studio in un pomeriggio all’ombra del cupolone della locale Cattedrale.
Fotogallery
Dalla Puglia a Firenze e ritorno: la lunga marcia di un testardo autodidatta
LA MEMORIA DIMENTICATA/ UN LIBRO E UN FILM
Ralph De Palma, dai monti Dauni a Indianapolis la storia del pilota più veloce del mondo
Mi hanno insegnato che la seconda vita di un libro è la migliore: e questa convinzione popolare ben si adatta al libro che ho ripreso in mano dopo averlo letto la prima volta nel luglio del 2019: Ralph De Palma. Storia dell’uomo più veloce del mondo (Agorà editore), dell’operatore culturale e giornalista foggiano Maurizio De Tullio arricchito dalle prefazioni di Andrea De Adamich (indimenticabile campione di Formula Uno) e del bravo giornalista foggiano Geppe Inserra.
De Palma è considerato uno dei più grandi piloti automobilistici di tutti i tempi. Nacque a Biccari (Foggia) nel 1882, da dove Raffaele emigrò a dieci anni, e morì in California nel 1956.
A oltre mezzo secolo dalla scomparsa, questa prima, avvincente biografia in italiano, frutto di anni di ricerca, ne riassume la vita e la lunga carriera, fatta di incredibili record come le 2.557 vittorie su 2.889 gare cui partecipò, come il record mondiale di velocità (241 km. nel 1919), come la vittoria a Indianapolis nel 1915 e l’epica partecipazione a quella del 1912.
Ralph, che ispirò Enzo Ferrari, fu per due volte campione nazionale degli Stati Uniti e una volta campione del Canada. Ed ebbe anche un nipote – Peter De Paolo – che divenne altrettanto bravo come lo zio e come Ralph aveva anche lui nelle vene sangue biccarese, dauno.
Mi dice il lodevole autore del libro, De Tullio: “De Palma è stato per milioni di emigranti italiani il primo eroe dello sport”. Il libro ha ispirato anche un film di Antonio Silvestre: L’uomo più veloce del mondo (2020). Su Internet trovate l’approfondimento.
Grazie, Maurizio, per questa luce che con cui illumini un pugliese d’esportazione, che merita di entrare nella preziosa documentazione storica Nuova Puglia d’Oro, libro e portale che prende forma dall’idea originale e rivoluzionaria di Renato Angiolillo, il quale raccolse in un volume le biografie delle centinaia di famiglie pugliesi che hanno segnato la storia del Novecento: iniziativa ripresa e integrata oggi dalla Fondazione Valente e dal suo tenace fondatore, l’ex direttore della Banca d’Italia Aurelio Valente (info: nuovapugliadoro.it e anche aureliovalente.it).
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