Chi li ha visti? I tesori
di Piemonte e Lombardia
ancora prigionieri di guerra

Sono tornato a Firenze per rivisitare un singolare museo: la Casa Siviero, sul lungarno Serristori, nel quartiere di Oltrarno. Nel mio libro, “Operazione Salvataggio” (Chiarelettere) dedico a questo 007 dell’arte un capitolo perché al suo nome è legato il recupero di molte opere d’arte trafugate illegalmente dall’Italia durante la Seconda guerra mondiale. Alla sua scomparsa nel 1983 donò la casa con la collezione di opere d’arte e la sua biblioteca alla Regione Toscana, che aprì i locali al pianterreno come sede museale.

In queste stanze Siviero per mesi prendeva appunti: segnava tutto, scriveva tutto sulle opere d’arte razziate dai tedeschi e portate al di là del Brennero. Un lavoro enorme che sfociò prima in un archivio personale e poi, nel 1995, in un catalogo ormai introvabile (L’opera da ritrovare), voluto dai ministeri degli Esteri e del Beni culturali ed edito dal Poligrafico dello Stato: in quelle pagine si trovano ancora quelli che si possono definire “gli ultimi prigionieri di guerra”, cioè i tesori culturali che sono stati portati lontano dai luoghi d’origine e furono conservati, e in 1.652 casi lo sono ancora, in depositi per lo più segreti. Al ritorno di quelle opere clandestinamente esportate è dedicata la serie di servizi che Giannella Channel sta inanellando, convinti che mostrare quelle opere possa aiutare il lavoro dei detective dell’arte e della diplomazia culturale per riportare a casa quel museo scomparso che ha viaggiato nella memoria di Siviero.

Dopo le due puntate sui principali capolavori ancora prigionieri di guerra (link) e quelli rubati in Romagna (link), segnalazioni che sono coincise con il ritrovamento da parte dei Carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico di uno dei 1653 (“La carica dei bersaglieri” del pittore napoletano Cammarano), presento in un ideale “Chi li ha visti?” dalla Siviero’s List dipinti e opere varie razziati dai nazifascisti in Piemonte e Valle d’Aosta (Agliè, Baveno, Novi Ligure, Torino e Sarre) e in Lombardia (Merate, Milano e Tavernola di Como) e ancora non tornati nelle loro sedi di appartenenza.

PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

  • Patera con manico decorato con Hermes, animali ed elementi vegetali (trafugata da Agliè, Torino).

    In questa patera (dal diametro di 10,3 centimetri) vi è la rielaborazione dell’Hermes di Olimpia di Prassitele: sull’estremità del manico, infatti, c’è il gruppo di Hermes e Dioniso bambino. Risale al secondo secolo dopo Cristo. Più in basso, fino all’attaccatura, compaiono maschere teatrali, scene campestri con palme, caprette e cesti ricolmi di frutti. Realizzata in argento lavorato a sbalzo, apparteneva al Museo archeologico di Torino e successivamente era ricoverata nel deposito del Castello Ducale di Agliè (Torino) da dove fu trafugata.

  • Presentazione di Gesù al tempio, di Defendente Ferrari (1509-1535), da Baveno (Novara).

    Questo olio su tavola (136×70) fu trafugato dalla chiesa parrocchiale del borgo piemontese in concomitanza con l’emergenza bellica. Potrebbe fare parte, data la composizione, di un polittico.

  • Raffigurazione allegorica, scultura di ignoto (da Sarre, Aosta).

    Il rilievo policromo del XIX secolo (63 x 45 cm.), riposto dentro un tabernacolo, raffigura tre personaggi che simboleggiano le nazionalità italiana, francese e tedesca mentre si stringono la mano in giuramento. Sulla base si legge la scritta: “Wir Wllen Sein Ein Enig Wolg Von Brudern”. Trafugato dalle truppe naziste di occupazione dalla collezione Ernestina Guichardaz.

Il mosaico piemontese è completato da opere di cui non abbiamo immagini. Sono:

  • Sacra Famiglia, di Vincenzo Catena (1480 circa – 1531), da Novi Ligure (Alessandria)
    Un olio su tavola (60×50) appartenuto alla collezione del marchese Federico Negrotto Cambiaso (Genova) e poi arrivato a Villa Roveda di Novi Ligure. Asportato illecitamente nel 1943.
  • Lo studio del pittore, di David Teniers (1638-1685), da Novi Ligure (Alessandria)
    Dipinto di 87 x 70 cm, appartenuto alla collezione del marchese Federico Negrotto Cambiaso e poi arrivato a Villa Roveda di Novi Ligure. Fu trafugato dalle truppe naziste tra la fine del 1944 e l’inizio del 1945. Nella stessa occasione vennero asportati due dipinti attribuiti a Brouwer (secondo la descrizione fornita dal proprietario) raffiguranti una “Conferenza di Quaccheri” e una “Scena d’inquisizione”.

LOMBARDIA

  • Profilo di moro, di Giovanni Antonio Boltraffio (1467 o 1471-1516). Da Merate (Como)
    Questo dipinto su tela fu trafugato dalle truppe naziste dalla collezione Trivulzio, posta in Villa Brivio a Merate nell’autunno 1945.
  • Paesaggio (altipiano), di Serafino De Tivoli (1826-1892), Milano / Tavernola (Como)

    Questo dipinto (42 x 28), proveniente dalla collezione Galli, passò successivamente alla collezione Dello Strologo di Milano e fu trafugata dalle truppe naziste dalla Villa Sforni a Tavernola (Como) tra l’autunno 1943 e il 1944.

  • Pattuglia lungo il mare, di Giovanni Fattori (1825-1908), Milano / Tavernola (Como)

    Il dipinto su tela (34 x 42), prima appartenente alla collezione Dello Strologo di Milano, fu trafugato dalle truppe naziste dalla Villa Sforni a Tavernola tra l’autunno del 1943 e il 1944.

  • Giardino a Careggi, di Telemaco Signorini (1835-1901), Milano / Tavernola

    L’olio su tela (58 x 90), firmato in basso a destra “T. Signorini”, prima appartenente alla collezione Dello Strologo di Milano, fu trafugato dalle truppe naziste dalla Villa Sforni a Tavernola tra l’autunno del 1943 e il 1944.

  • Le Cinque Terre viste da Riomaggiore, di Telemaco Signorini (1835-1901), Milano / Tavernola (Como)

    Il dipinto (300 x 100), eseguito da Signorini, come da firma autografa nel 1890, prima appartenente alla collezione Dello Strologo di Milano, fu trafugato dalle truppe naziste dalla Villa Sforni a Tavernola tra l’autunno 1943 e il 1944.

  • Soggetto non identificato, di un ignoto disegnatore inglese, Milano / Tavernola (Como)
    Quest’opera è probabilmente un pastello su carta del secolo XVIII, prima appartenente alla collezione Dello Strologo di Milano, fu trafugato dalle truppe naziste dalla Villa Sforni a Tavernola tra l’autunno 1943 e il 1944.
  • Collezione di calici (25) del secolo XIV-XVIII, Milano / Tavernola (Como)
    Prima appartenente alla collezione Dello Strologo di Milano, fu trafugata dalle truppe naziste dalla Villa Sforni a Tavernola tra l’autunno 1943 e il 1944. Nella stessa occasione furono inoltre trafugati: una serie di tappeti antichi, oggetti di argenteria inglese del Settecento, una raccolta di importanti parati antichi.
  • La zingara, di Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (1612-1675), Milano

    L’olio su tela, un tondo in cornice quadrata (diametro 50 cm.) si inserisce per il tema e per lo schema nel filone di pittura dei “Bamboccianti” cui si avvicinò Micco Spadaro. Appartenente alla collezione della principessa Ginevra Colonna a Milano, fu trafugato dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà della famiglia Ginori Conti, dove era in deposito.

  • La fiera, di Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (1612-1675), Milano

    L’olio su tela, un tondo in cornice quadrata (diametro 50 cm.) rappresenta, come quello precedente, un brano di vita umile. Appartenente alla collezione della principessa Ginevra Colonna a Milano, fu trafugato dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove era in deposito.

  • Testa di Madonna, di ignoto pittore giottesco, Milano
    La tempera su tavola (25 x 30-40 circa) probabilmente del secolo XIV, appartenne prima alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano. Trafugata dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove era in deposito.
  • Testa giovanile, di pittore ignoto, Milano
    L’affresco staccato del secolo XVI apparteneva alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano, fu trafugato dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove era in deposito.
  • Collezione di 12 sculture in bronzo fuso, di scultore ignoto, Milano
    La collezione, dei secoli XV e XVI, apparteneva alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano. Fu trafugata dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove era in deposito.
  • Mobili, di artisti italiani dei secoli XV e XVI, Milano
    Si tratta di 22 mobili in legno tra credenze e tavoli di varie dimensioni riconducibili all’epoca rinascimentale. Apparteneva alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano. Fu trafugata dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove era in deposito.
  • Natura morta con selvaggina, di ignoto pittore napoletano, Milano
    Il dipinto su tela, risalente forse al secolo XVII, apparteneva alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano. Fu trafugata dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove era in deposito.
  • Fiori, di ignoto pittore olandese, Milano
    I due dipinti, risalenti al XVII secolo, rappresentanti fiori, appartenevano alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano. Furono trafugati dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove erano in deposito.
  • Tappeti antichi, Milano
    Si tratta di 31 tappeti antichi, tra cui uno rarissimo di Smirne (800 x 1.000 cm.). Appartenevano alla collezione della principessa Ginevra Colonna di Milano. Furono trafugati dalle truppe naziste nel 1944 dalla villa Boscobello, via Camerata 22 a Firenze, di proprietà dei Ginori Conti, dove erano in deposito.
  • Cavalcata, inverno 1872, di Alessandro Durini (1818-1892), Milano
    Il dipinto su tavola (23 x 28 cm.), eseguito nell’anno 1872, fu trafugato dalle truppe naziste nel 1945 dalla Fondazione Durini in Milano.
  • Madonna con Bambino, di pittore emiliano ignoto, Milano – Civitavecchia (Roma)
    L’opera del secolo XVI faceva parte della Pinacoteca di Brera (Inv. 26), fu trafugata dalle truppe naziste tra il dicembre 1943 e il luglio 1944 dalla Pinacoteca di Civitavecchia (Roma).

Prossime tappe: i capolavori scomparsi dalla Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania e Sicilia e dalle ambasciate italiane a Berlino e a Varsavia.