Che cosa c’è cassetta degli attrezzi
di un buon giornalista imprenditore
Tanta passione, un business plan giusto, saper fare rete e diventare un nodo di riferimento per network tra professionisti della comunicazione e con altri utenti del sistema, usare bene i social per costruirsi una buona reputazione e creare una propria linea editoriale, rifuggire dalla “sindrome del Palio di Siena”: sono contento di perdere purché tu perda.
Questi alcuni degli spunti emersi in occasione del corso di formazione “Dall’idea alla start up, storie di giornalismo imprenditoriale” organizzato a Milano, a Palazzo Lombardia, in collaborazione con Regione Lombardia dalla Cooperativa di giornalisti Primopiano. L’evento formativo ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti.
Nella cassetta degli attrezzi dei giornalisti che hanno scelto la strada dell’autoimprenditorialità ci devono essere anche altri “indispensabili”: “formarsi, studiare, aggiornarsi: chi non si forma, si ferma!”, “Ragionare a lungo termine: non soffermarsi sui 100 euro di oggi”, “avere un avvocato amico e un commercialista non amico”, “Leggi saggi, impara da quelli bravi” senza mai dimenticarsi che siamo giornalisti.
La modalità “barcamp” è stata molto apprezzata e ciascun relatore ha portato la sua esperienza descrivendo da dove è partito e quali passaggi ha fatto per dare vita a un’impresa di successo: dodici le best practice illustrate nel tempo stabilito di 10 minuti.
Tra i temi trattati anche quello del ruolo del giornalista che, già oggi, deve sempre più sommare altre competenze rispetto a quelle tradizionali (a partire da alcune conoscenze tecnico informatiche), imparando anche ad essere anche editore di se stesso.
Quanto all’importanza dei social nella vita quotidiana di ciascuno di noi, sono illuminanti i dati presentati sulle modalità con cui ci si informa: Tg: 76,5%; Giornali Radio: 52%; Google: 51,4%; Tv All News: 50,9%; Facebook: 43,7%.
La fascia di età under 35 ha già capovolto il sistema: Facebook: 71,1%; Google: 68,7%; Tg: 68,5%; Youtube: 53,6%; Giornali Radio: 48,8%; App: 46,8. Fonte: Censis, 12esimo rapporto sulla comunicazione (marzo 2015) citato da Andrea Tortelli. •
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