La via dei lupi sta arrivando a Hollywood, prima tappa di un progetto più Grande

Nello scorso agosto avevamo lanciato un appello (link) per finanziare, con il metodo del crowdfunding, il sogno di Carlo Grande, giornalista e scrittore di Torino e di Fredo Valla, antico collaboratore dell’Airone da me diretto (conoscendoli, c’è da fidarsi) per portare a Hollywood la sceneggiatura del libro di Grande “La via dei lupi”. La raccolta fondi è vicina al traguardo, ci informa soddisfatto Carlo Grande in questa lettera che aggiunge anche altre novità interessanti. A lui la parola. (s. gian.)

La copertina de La via dei lupi di Carlo Grande (Tea 2006, 7.65 €)

Il 2013 è stato l’anno dell’Italia in America: ogni mese, su Giannella Channel, hai dedicato un incontro con gli italiani negli States. Anche per me è stato un anno “americano”, molto fruttuoso: dopo un viaggio a Los Angeles durante il quale ho incontrato personaggi italiani straordinariamente interessanti, ho realizzato un docfilm su di loro, il primo che mi sia mai sognato di fare. E ho quasi concluso la raccolta fondi per la sceneggiatura del romanzo La via dei lupi, che avevo portato a Los Angeles e a Hollywood proprio in quell’occasione.

Guardate qui, parla anche di Fredo Valla, il bravo regista che ha condiviso con me (e con Barbara Allemand) l’avventura dello “script” (link).

La strada è lunga, come direbbero Bob Dylan e De Andrè, ma ne vedo la fine. La via dei lupi è un romanzo che narra la storia vera di un ribelle del Trecento, anche quel libro quella vicenda, nel loro piccolo, sono un simbolo di resistenza. “Braveheart” meets “Jeremiah Johnson”, dicono a Hollywood, “Braveheart” incontra “Corvo rosso non avrai il mio scalpo”, ricordate il mitico film di Sidney Pollack con Robert Redford? E’ una storia di ribellione e montagne, di foreste, di orgoglio, una storia epica che appassionerebbe, sono sicuro, milioni di spettatori come ha appassionato migliaia di lettori, in Italia, senza tanta grancassa mediatica. Parla, come ad esempio Il conte di Montecristo, dell’innocenza tradita, di una lunga vendetta e di un tesoro, che in questo caso non sono monete ma la natura intatta, nella quale rifugiarsi e ritrovare se stessi. Bene, entrambe le cose (crowfunding e docfilm) stanno andando in porto, anche se la raccolta ha ancora bisogno di un piccolo sforzo (mancano una ventina di quote da 20 euro ciascuna).

La gentilezza e l’empatia di Salvatore Giannella, che è abituato ad andare “in direzione ostinata e contraria”, mi permettono di rilanciare l’appello: le istruzioni, in realtà molto semplici, per partecipare, le trovate qui (link). Bisogna cliccare sul rettangolo verde “sostieni”, basta prenotare una quota mettendo mail e indirizzo. I soldi non vengono presi subito, solo al termine della raccolta. Non c’è bisogno, per ora, di fare bonifici.
Comunque manca pochissimo al traguardo, è questa è una cosa francamente insperata (o comunque che ritenevo molto difficile) che invece si sta realizzando. Insegna ancora una volta (a me per primo, che spesso come tanti mi scoraggio e poi riparto) che bisogna credere nelle cose belle, per quanto siano difficili, altrimenti non si realizzano. E questo sogno del film prima o poi si realizzerà, l’importante è che cada nelle mani giuste. Il tesoretto del crowfunding è una base concretissima dalla quale partire, sto anche pensando di metterlo a disposizione di chiunque mi metterà in contatto con un produttore che comprerà la storia o lo script.

Restando nel tema di perseguire con tenacia le cose in cui crediamo (un insegnamento di François de Bardonnèche, in fondo), vorrei condividere l’altra mia fatica “americana” dell’ultimo anno: ho fatto Last Angeles per un amico, Sergio Bruno e perché mi sono molto divertito, volevo un ricordo e sperimentare un genere per me nuovo di creatività.
E’ un docufilm, fatto a Los Angeles e in Italia: ascoltate la piccola parabola che inserisco all’inizio: parla di sogni. E’ solo un’idea, naturalmente, ho pensato all’incitamento di Herzog, anni fa a Torino: “Andate e girate!”, disse. Certo, questo mio racconto è un blues, ha detto bene Nicola Facciotto, nel quale la tecnica va in second’ordine rispetto al cuore. L’idea potrebbe essere poi sviluppata professionalmente, chissà. Di “ciccia” ce n’è, vedrete. Parla di gente, e di italiani in America, che ha realizzato i suoi sogni.

NB: (aggiornamento 07/2015) Video rimosso da youtube.

Tutto il resto è grazia, come scrisse Bernanos.

La stessa che auguro a tutti oggi, in questi giorni e per tutto l’anno a venire. Buon 2014! E che si realizzino i vostri sogni o almeno (è già tanto) che si abbia la forza di averne e di perseguirli: come disse Machado, “Caminante, no hay camino se hace camino al andar”. Non c’è la strada, siamo noi che la tracciamo andando. ()

Carlo Grande