Qui Mannheim: ai pendolari italiani
che vivono stagioni di disagi
segnalo la formula trasporti
della Germania felix



 

(2012) Da ogni angolo d’Europa continuano ad arrivarci i freschi e istruttivi diari di giovani italiani che stanno vivendo o hanno partecipato al programma di scambi studentesco europeo Erasmus. Dopo quelli di Camilla Angelino (Madrid), Marta Di Blasi (Oslo), Giada Ilaria Dimitry (Heidelberg) e Maria Raffaella Capodivento, ecco la testimonianza da Mannheim. In arrivo i diari da Parigi e da Glasgow.

Lo stemma dell’Università di Mannheim.

Quando dici che farai l’Erasmus in Germania, tutti ti guardano storto e si chiedono cosa ci sarà mai di divertente nel Paese dei “Crucchi”: l’Erasmus è fiesta, l’Erasmus è movida, l’Erasmus è Spagna. Quando poi nomini la città che ti accoglierà per il prossimo anno accademico e questa non coincide con Berlino, ti sei giocata l’ultima speranza di avere anche solo un minimo di approvazione.

Un giorno d’agosto sono partita, con 30 chili di bagaglio e un carico ancora maggiore di paure e preoccupazioni – per la prima volta realmente SOLA – alla volta di Mannheim, la “città dei quadrati” al confine tra Baden-Wüttemberg ed Hessen. Sono tornata 9 mesi dopo, con 10 kg in più di acquisti e con tante impressioni da raccontare su quella Germania che ho imparato a conoscere e che mi ha rivelato un lato di sé del tutto nuovo.

L’aspetto che ovviamente ha avuto l’impatto maggiore su di me, studentessa straniera ospite in un’università tedesca, è stato il sistema universitario locale. Alla Philosophische Fakultät dell’Universität Mannheim ho dovuto frequentare Seminare e Vorlesungen, preparare presentazioni in Power Point e tenere esposizioni orali (Referate) di fronte all’intera classe, consegnare tesine (Hausarbeiten) e scrivere test (Klausuren) al termine di ogni semestre. A volte sono anche andata a lezione nel weekend, partecipando a Blockseminare che concentrano nell’arco di un finesettimana i temi altrimenti trattanti nel corso di un semestre. Niente a che vedere con le lezioni frontali e gli esami orali a cui ero abituata in Italia, dove di solito concentravo i miei sforzi nelle sessioni d’esame e mi riducevo a studiare pochi giorni prima degli appelli.

Mariapia Costi (la terza da sinistra) in compagnia delle sue compagne d’avventura:
Federica (23, di Biella, con gli occhiali), Meritxell (24, di Barcellona)
e Nicole (22, di Bergamo) davanti allo Schloss di Mannheim, storica residenza
del principe elettore del Palatinato, oggi sede dell’Università cittadina
.

Abbonamento semestrale

Un’altra faccia della Germania che non ho potuto trascurare in quanto studentessa straniera non automunita e dalle risorse finanziarie limitate, è stato l’eccellente sistema dei mezzi di trasporto, invidiabile da parte di chi arriva da una terra in cui i pendolari vivono da anni stagioni di disagi e viaggiano su treni a rischio. Perché quando il biglietto del treno costa già 4,80 euro per una distanza minima di 20 km e tu vuoi viaggiare e vedere il più possibile, sei costretta ad attivare l’ingegno e a informarti a 360 gradi. È così che ho scoperto che a Mannheim acquistando il Semesterticket (l’abbonamento semestrale), per la modica cifra di 133 euro è possibile usufruire di TUTTI i bus, tram e treni non espressi della regione per sei mesi, sette giorni la settimana. Agli studenti stranieri in città per un intero anno accademico, l’amministrazione regala inoltre un intero semestre di mobilità, coprendo le spese dell’abbonamento.

L’aula A3 Lecture Hall dell’Università di Mannheim.

Weekend in gruppi

Volendo poi sconfinare in altre regioni per partecipare per esempio all’Oktoberfest di Monaco o al carnevale di Colonia, nel weekend ci si può spostare in gruppi di 5 persone usufruendo per un’intera giornata di qualsiasi treno regionale con il biglietto Schönes-Wochenende-Ticket, il cui costo si aggira intorno ai 50 euro (10 €/persona andata e ritorno!!!). Se si pianifica un viaggio in treno con largo anticipo, non è difficile trovare offerte con sconti fino al 50%, messe a disposizione dalle stesse ferrovie tedesche sul sito deutschebahn.de. Per le decisioni dell’ultimo minuto, invece, ci si può sempre affidare a L’tur (ltur.com), portale autorizzato che vende gli ultimi biglietti rimanenti al prezzo fisso di 25€, intercity compresi! E anche quando la fortuna sembra essere ostile e il costo del biglietto del treno assomiglia a tutti gli effetti a un salasso, si può sempre prendere in considerazione l’auto come valida alternativa: il sito mitfahrgelegenheit.de mette in contatto automobilisti con posti liberi e passeggeri privi di auto per condividere le spese del trasporto da una città all’altra. Alzi la mano chi si fiderebbe a viaggiare con un perfetto sconosciuto in Italia…

Mannheim offre una fitta rete di trasporti.

Finestra sul mondo

Quando torni dall’Erasmus e non fai che raccontare (travolta dall’entusiasmo, ma anche con una punta di nostalgia) tutto quello che hai visto e vissuto, tutto quello che altrove è diverso e che importeresti in Italia, passi per esterofila e spesso anche per ingrata. La verità, invece, è che non puoi trattenere né descrivere il senso di gratitudine che provi per aver fatto parte di un qualcosa più grande di te. Perché l’Erasmus è una finestra sul mondo e, una volta aperta, rimette in discussione tutto e niente sarà più come prima.

Mariapia Costi, piemontese allora 25enne, ha studiato tedesco e cinese presso l’Università degli Studi di Torino e attualmente abita e lavora a Dublino. Ha vissuto a Mannheim dall’agosto 2010 al giugno 2011, dove ha studiato presso l’Universität Mannheim.