Qui Montefeltro: tra Pesaro e Urbino un weekend con i salvatori dell’arte, con i tesori ritrovati d’Abruzzo

Pasquale Rotondi

Sabato 29 settembre, ore 16, Rocca Ubaldinesca, a Sassocorvaro: un evento che fa di questo borgo tra Pesaro e Urbino, ogni anno, una piccola capitale dell’arte italiana. È in questa cornice di arte e storia, architettura e bellezza, che si ritroveranno i salvatori dell’arte dell’edizione 2012, la sedicesima, del Premio Rotondi, intitolato al Soprintendente di Urbino che durante la seconda guerra mondiale coordinò l’Operazione Salvataggio dei principali capolavori dell’arte italiana. Il Premio è stato riconisciuto da una legge dello Stato, n. 111/2009.

Prima della premiazione sarà inaugurata una Sala multimediale intitolata a Pasquale Rotondi. La premiazione avverrà alle ore 17 nell’Auditorium comunale, momento chiave di questo Premio, unico nel suo genere, nato da un’idea vincente di Salvatore Giannella e dalla lungimiranza e intuizione dell’ex Sindaco di Sassocorvaro, Oriano Giacomi, portata avanti con dedizione dai successori nella carica di primo cittadino di Sassocorvaro, Antonio Bianchini e Antonio Alessandrini.

Pasquale Rotondi (sulla destra) con la Balilla e l’amico autista Augusto Pretelli in una foto del 1939

La giuria, presieduta da Giovanna Rotondi Terminiello e coordinata da Salvatore Giannella, ha decretato la vittoria, nelle tre sezioni tradizionali, di Giorgio Londei, presidente dell’ISIA (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) di Urbino, per il lavoro di squadra di restauro dell’ex monastero di Santa Chiara in Urbino, capolavoro di Francesco di Giorgio Martini, per la sezione Italia. Nella sezione Europa il riconoscimento va allo storico dell’architettura Roland Gunter e all’ex governatore regionale della Ruhr Heinz Dieter Klink della direzione del movimento Werkbund Germania, per aver contribuito a pilotare la riconversione della vasta area industriale della Ruhr, in Germania, dal carbone all’arte e al turismo culturale, facendone la capitale europea della cultura 2010. E, per la sezione Mondo, a Giuseppe Fanfoni, esperto di restauro dell’Università La Sapienza di Roma, direttore del restauro dello splendido complesso architettonico dei Dervisci, nel centro storico della capitale egiziana.

A questi riconoscimenti si aggiungono i seguenti premi speciali:

Premio speciale per la Protezione civile

Alla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze che opera fin dal 1244, in ambito museale, nel centro fiorentino. L’associazione si occupa di volontariato, di soccorso sanitario e di protezione civile. La più antica organizzazione di volontariato del mondo ha custodito nei secoli uno splendido patrimonio artistico, ammirabile in uno storico palazzo in Piazza Duomo, davanti al Campanile di Giotto, trasmettendo al mondo un messaggio di solidarietà nell’arte.

Marche

All’architetto Maria Luisa Polichetti, per l’eclettica attività di studio, progettazione e direzione di lavori nel settore del restauro di cui ha beneficiato tutta la regione Marche.

Mecenatismo

All’avvocato Fabrizio Lemme, di Roma, collezionista e generosissimo donatore di opere pittoriche del Seicento e del Settecento.

Comunicazione

A Simona Marchini attrice e gallerista, figlia del fondatore della galleria “La nuova Pesa” di Roma perché, con il proprio spettacolo teatrale La mostra, regia di Gigi Proietti, ha diffuso e infuso, attraverso la figura di Pasquale Rotondi e non solo, il senso del rispetto e della tutela dell’Arte come valore prezioso.

Promozione dell’arte

Ad Arturo Colorado Castellary, docente all’università di Madrid, autore del rigoroso e avvincente volume sui salvatori dei capolavori dell’arte spagnola durante la guerra civile.

Premio speciale alla memoria

A Tonino Guerra, giurato storico e “motore poetico” del Premio Rotondi.

Il premio che sarà consegnato ai vincitori, consiste in un’opera scultorea appositamente ideata dallo scultore Selim Abdullah (artista nato a Bagdad, che vive e lavora tra Lugano, Milano e Parigi).


La mostra sui tesori ritrovati dell’Aquila

Intanto continua ad attirare visitatori nella Rocca di Sassocorvaro la mostra “L’arte di salvare l’arte: i tesori dell’Aquila adottati e restaurati”. La mostra, inaugurata dall’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Molinari e visitabile fino a domenica 7 ottobre 2012, fa incontrare i tesori dell’arte sacra abruzzese feriti dal terremoto dell’Aquila e, dopo l’adozione da parte di generosi mecenati privati, restaurati e riportati ai loro colori e alla loro vita: in alcuni casi, come per il “Ritrovamento della vera croce”, di Giulio Cesare Bedeschini, si è trattato di un vero e proprio miracolo del restauro, date le condizioni disperate in cui l’aveva trovato la famiglia di restauratori Nicola di Aramengo (Asti), che l’aveva adottata.

Curata da Giovanna Di Matteo, Fabio Fraternali e Agnese Vastano, l’esposizione è successiva all’appello che nel 2010 fu lanciato dal Premio Rotondi. In quell’occasione furono presentate nella Rocca (la stessa dove furono ricoverate e salvate le principali opere d’arte italiane durante la Seconda guerra mondiale) diciotto opere d’arte sacra, con l’indicazione della somma necessaria per il completo recupero di ognuna di esse. Tutte le opere sono state adottate da singoli cittadini, da famiglie, da imprese e da amministrazioni pubbliche per un totale di molte decine di migliaia di euro. Tutti soldi che sono stati impegnati, con il coordinamento della storica dell’arte Giovanna Di Matteo, delegata dal vescovo dell’Aquila, nel restauro delle opere.

All’appello ha risposto un’umanità varia. C’è lo stilista Ottavio Missoni, il primo a farsi avanti con la sposa Rosita, che ha adottato la “Trasfigurazione di Cristo”, proveniente dalla chiesa di Santa Giusta. C’è l’ingegnere Michelangelo Rossi di Sassocorvaro, che sotto le macerie dell’Aquila ha perso la giovane figlia, l’ingegnere spaziale Michela. C’è l’amministrazione comunale di Sassocorvaro con il sindaco Antonio Alessandrini e la popolazione tutta del borgo marchigiano. C’è il Distretto Lions 108/A d’Abruzzo e Marche che ha adottato la “Maddalena penitente” della chiesa di San Flaviano. L’elenco annovera un noto imprenditore alberghiero di Pesaro e Urbino, il conte Alessandro Pinoli Marcucci. C’è la famiglia dei restauratori Nicola, che non solo si è accollata la spesa per il recupero totale della tela del Bedeschini, dalla chiesa di San Francesco di Paola, ma si sono fatti anche promotori di una raccolta di fondi in Piemonte che ha mosso altri cuori generosi, persino dalle lontane Madrid e Lussemburgo.

Le opere ammirabili sono state recuperati dai laboratori di Francesca Aloisio, Berta Giacomantonio (L’Aquila), Elisabetta Sonnino (Roma) e Nicola (Aramengo).

Contatti

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