Piccolo è bello. E uniti si vince.
Quel che ci insegna il Museo Maio

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Cassina de’ Pecchi (Milano)

Mentre ascoltavo con interesse le parole usate dall’Assessore alla Cultura Laura Vecchi per spiegare il perché del provvedimento di adesione del nostro Museo Maio all’Associazione Nazionale Piccoli Musei mi è tornata alla mente una espressione che credo faccia al caso nostro. L’espressione è la seguente:

Piccolo è bello.

Piccolo è bello soprattutto nel nostro Paese, in Italia, che è in prima fila per le cose piccole, ma di qualità, lontane dai riflettori dei media, lontane dagli occhi dei grandi investitori o sponsor. Aderire all’Associazione Piccoli Musei significa aderire a una realtà che censisce, salvaguardia e promuove le piccole realtà espositive italiane, che sono, secondo i dati dell’Associazione stessa, circa il 98% dei Musei sparsi per gli 8.000 Comuni italiani. Musei, quelli di piccole o addirittura piccolissime dimensioni, che spesso riescono a sopravvivere grazie al volontariato, grazie ai cittadini che se ne prendono cura, grazie alle Associazioni che li adottano. Musei, quelli piccoli, che nella maggioranza dei casi sono gratuiti, autogestiti, poco conosciuti ma che offrono un patrimonio storico, culturale, artistico grandissimo e, ahimè, a rischio. A rischio, per esempio, per la burocrazia italiana, che impedisce a queste realtà di trasformarsi in Musei veri e propri.

Veduta del Torrione seicentesco di Cascina Casale a Cassina de’ Pecchi, restaurato dallo studio dell’ing. Lorenzo Iurina e ora sede del MAiO, Museo dell’Arte in Ostaggio, ideato dal giornalista e scrittore Salvatore Giannella.

La chiave per sopravvivere per queste realtà è differenziarsi e continuare a proporre un’esperienza resa unica dal contributo umano di gestori che sono vere e proprie guide private per il visitatore. Una delle finalità dell’Associazione è proprio quella di far scoprire questi Musei che quasi sempre soffrono la competizione e la pubblicità massiccia dei Grandi Musei italiani. E la caratteristica principale dei Piccoli Musei italiani è proprio quella del fortissimo legame con il territorio: questo l’elemento identitario che li rende unici, da qui nascono il volontariato o la gratuità del biglietto.

16 maggio 2015, inaugurazione del Maio – Museo dell’Arte in Ostaggio: al primo piano, le riproduzioni di alcuni capolavori delle Marche e di Roma (come la “Crocifissione di San Pietro” del Caravaggio, opera conservata nella basilica di Santa Maria del Popolo nella capitale) salvati da Rotondi. L’allora Soprintendente di Urbino (visibile sullo sfondo) è il protagonista del pluripremiato docu-film di Salvatore Giannella e Peppino Saponara per il programma della Rai “La storia siamo noi”, proiettato a richiesta dei visitatori.

Sul fianco sinistro del primo piano, altre riproduzioni di capolavori delle Marche e di Venezia (la “Tempesta” del Giorgione in primis, definito da Rotondi “forse il quadro più raro e suggestivo che possegga l’Italia”).

Per tutti questi motivi, che riteniamo essere molto validi e integralmente compatibili con le esigenze della nostra realtà, quella del Maio, un luogo unico sul nostro territorio sul Naviglio Martesana, alle porte di Milano, apprezzato e visitato, ma che rischia appunto tanto quanto altri luoghi dal valore inestimabile, il nostro gruppo è favorevole e ha votato SÌ all’adesione, augurandoci che facendo rete si possano anche trovare nuove opportunità ad esempio per renderlo disponibile h24, per farlo conoscere ancora di più, per attirare qui a Cassina ancora più visitatori.

Andrea Parma. “Amo il posto in cui vivo, ora voglio impegnarmi per migliorarlo”.